Storia del mostro di due corpi che nacque sul Bresciano in novembre 1802 riferita da Francesco Fanzago Protomedico e P. P. P. d’Istituzioni Medico Prartiche nella R. Università di Padova Socio di Varie Accademie Ec.

Storia del mostro di due corpi che nacque sul Bresciano in novembre 1802 riferita da Francesco Fanzago Protomedico e P. P. P. d’Istituzioni Medico Prartiche nella R. Università di Padova Socio di Varie Accademie Ec.

id: 5567
Autore: Fanzago, Francesco Luigi
Prezzo: 150.00
Editore: Per Giuseppe e Fratelli Penada,
Anno di pubblicazione: 1803
Luogo di pubblicazione: Padova,
Descrizione: In 4° (27,5×20,1 cm); 47, (1) pp. Senza brossura ma non slegato. Esemplare senza le due tavole finali. Esemplare ad ampi margini e all’interno in ottime condizioni di conservazione e stampato su carta di ottima qualità. Prima rara edizione di questo noto scritto del celebre medico padovano Francesco Luigi Fanzago (Padova, 12 luglio 1764 – Padova, 25 maggio 1836). L’opera descrive gli ultimi momenti di vita e l’autopsia effettuata da Fanzago su due bambine siamesi morte il 31 maggio del 1803 e nate il 6 novembre 1802 nel comune di Camignone nel Dipartimento del Mella presso il Lago d’Iseo. L’autore inizia con il raccontare la nasciata delle bambine e di come le vide da vive in quante spesso esposte per strada a Padova e dei caratteri e caratteristiche reciprocamente differenti. Fanzago concluse giustamente con le bambine ancora vive che pur essendo i due corpi ampiamente uniti gli stessi dovevano aver parte degli organi autonomi. Fu medico, patologo e medico legale. Era membro dell’antica e nobile famiglia Fanzago, figlio di Marc’ Antonio e della signora Concordia Fabris.Terminati gli studi primari si laureò in filosofia a Padova nel 1785. Decise quindi di dedicarsi alla medicina, studiando a Pavia, Firenze e ancora a Padova, dove si laureò nel 1790 e dove iniziò la sua attività professionale lavorando nell’antico Ospedale S. Francesco Grande. Dopo essere stato nominato protomedico all’Ufficio di sanità nel 1801, venne chiamato a succedere ad Andrea Comparetti nell’insegnamento di ad practicam ordinariam medicinae dell’Università di Padova, che tenne fino alla riforma napoleonica del 1806, quando gli fu affidata la cattedra di patologia e medicina legale che, dopo la riforma del 1817 venne ancora mutata in quella di medicina forense e polizia medica. Il 28 aprile 1802 sposò la nobile Anna Olivari, dalla quale ebbe numerosi figli. Nel 1818 fu confermato nobile da S.M. Francesco I d’Asburgo perché la sua famiglia apparteneva al cessato nobile Consiglio della città di Padova. Nel 1820 fu supplente di Valeriano Luigi Brera alla cattedra di clinica medica. Fu uno degli scienziati italiani più noti della sua epoca e fu membro delle più importanti accademie mediche e scientifiche. Suo interesse scientifico prevalente fu la patologia, scienza in cui effettuò importanti studi sulla pellagra e su molti altri argomenti. In medicina legale si occupò e diede contributi rilevanti nell’ambito della tossicologia, dell’ “infanticidio”, dell’ “identificazione personale”, oltre a fondare una scuola per la formazione di medici responsabili della salute pubblica. Fu collaboratore del “Giornale per servire alla storia ragionata della medicina di questo secolo” fondato da Stefano Gallini, dove recensiva la letteratura scientifica tedesca. A Padova fu Magnifico Rettore dell’Università nell’anno accademico 1823 – 1824, preside della facoltà di medicina dal 1828 al 1835 e direttore dell’ospedale. Ricoprì anche importanti cariche politiche in materia sanitaria nel Regno Lombardo-Veneto, sostenendo la necessità della vaccinazione contro il vaiolo e dando origine alle prime misure profilatiche per la lotta alla pellagra. La sua figura è ricordata da una delle statue presenti in Prato della Valle, eretta nel 1838 per volontà di amici, colleghi e discepoli. Classiche le sue “Istitutiones pathologicae” che ebbero ampia diffusione e furono adottate come libro di testo in molte università italiane.
Soggetto: TERATOLOGIA MEDICINA CAMIGNONE FRATELLI SIAMESI