L’Adone, Poema del Cavalier Marino, con gli Argomenti del Conte Fortuniano Sanvitale et l’Allegorie di Don Lorenzo Scoto con licenza de’ Superiori, et Privilegio.

L’Adone, Poema del Cavalier Marino, con gli Argomenti del Conte Fortuniano Sanvitale et l’Allegorie di Don Lorenzo Scoto con licenza de’ Superiori, et Privilegio.

id: 5656
Autore: Marino Giovanni Battista,
Prezzo: 400.00
Editore: Appesso Giacomo Sarzina,
Anno di pubblicazione: 1626
Luogo di pubblicazione: In Venetia,
Descrizione: In 4° (21,7×15,5 cm); (24), 577 [i. e. 581], (3) pp. Ripetute nella num. le p. 573-576. Bella legatura coeva in piena pelle con dorso a 5 nervi. Titolo, autore e ricchissimi fregi al dorso. Qualche strofinatura e lieve difetto. Tagli spruzzati in rosso. Piatti interni foderati con bella carta marmorizzata coeva. Un piccolo strappetto al margine basso di carta mm3, ininfluente. Un leggerissimo alone in tredici carte a partire da carta b3 (in ogni caso facilmente lavabili) e per il resto esemplare in buone condizioni di conservazione. Frontespizio con grande marca al frontespizio con motto “Potens Ubique Merito”. Testatine, finalini ed iniziali xilografici. Testo su due colonne. Alcune note settecentesche ai fogli di sguardia. Ogni canto presenta il titolo entro una bellissima e ricca cornice animata. Terza edizione edita a Venezia da Giacomo Sarzina (la seconda con il commento del parmense Fortunio Sanvitale) e sesta edizione in tutto, della più celebre opera del grande poeta e scrittore napoletano, Giovan Battista Marino (Napoli, 14 ottobre 1569 – Napoli, 25 marzo 1625) considerato come il massimo rappresentante della poesia barocca italiana. “Egli era infatti il rappresentante di un movimento che si stava affermando in tutta Europa, come il preziosismo in Francia, l’eufuismo in Inghilterra (dal romanzo di John Lyly Euphues), il culteranismo in Spagna. Di lui, il celebre critico Francesco de Sanctis scrisse: “Il re del secolo, il gran maestro della parola, fu il cavalier Marino, onorato, festeggiato, pensionato, tenuto principe de’ poeti antichi e moderni, e non da plebe, ma da’ più chiari uomini di quel tempo.” Proprio al suo nome è legato il termine manierismo. Marino dal 1588 inizia a frequentare l’Accademia degli Svegliati da pochissimo fondata. Il suo mecenate principale fu Matteo di Capua principe di Conca e Grande ammiraglio del Regno, già protettore del Tasso. “Durante gli anni napoletani, il Marino finisce arrestato per ben due volte. Ma sulla vita del Marino si stende persistentemente l’ombra di qualche mistero, specialmente per quanto riguarda le vicende di questo periodo, per le quali le uniche pezze d’appoggio sono fornite soprattutto da racconti biografici, e di rado da fonti documentarie dirette. Sembra verosimile, grazie ad un tardo racconto di Camillo Minieri Riccio basato su documenti oggi irreperibili, che il primo degli arresti, che si verifica nel 1598 e secondo Francesco Chiaro dura un anno, sia dovuto al procurato aborto ad un’Antonella Testa, figlia di un ricco mercante siciliano, o uno dei sindaci della città di Napoli, ingravidata non si sa se dal Marino o se da un suo amico e morta in sèguito alla sconciatura; mentre un secondo guaio con la legge, nel 1600, probabilmente coinvolto in un duello risoltosi fatalmente: il Marino avrebbe falsificato le bolle per far passare il suo caso dal tribunale laico a quello ecclesiastico nonostante non avesse i titoli per godere dei privilegi spettanti agli ecclesiastici. Di fatto il tentativo è inutile, il D’Alessandro è condannato a morte e giustiziato nell’ottobre dell’anno 1600; il Marino verosimilmente non conosce il carcere, in questa seconda occasione, circostanza nella quale assai difficilmente si sarebbe potuto salvare, ma fugge prima di essere catturato. Non è naturalmente da escludere che qualche amico influente ne favorisca la fuga; ripara comunque a Roma, di lì a poco, in condizioni fisiche pessime.”. “A Parigi il Marino mena una vita perlopiù molto ritirata (ma, se si vuol dar fede al Gédéon Tallemant des Réaux delle Historiettes, dove aneddoti a lui riferiti alla rubrichetta Sodomites italiens) e si dedica ad un appassionato collezionismo di incisioni e opere grafiche dei maggiori artisti del tempo (come Gabriello Chiabrera, anche il Marino è in fitto contatto col pittore genovese Bernardo Castello) e di libri (una biblioteca di 12000 volumi). Nel 1620 stampa La sampogna (comprendente anche l’Idillio di Proserpina che era uscito precedentemente a Luc
Soggetto: NAPOLI ADONE POESIA BAROCCO MANIERISMO