Elogio di Paolo Spadoni professore di Botanica e Agraria Nella Pontificia Università di Macerata detto nella Chiesa di San Paolo il Giorno del Suo Funerale 16 settembre 1826 da Francesco Puccinotti.

Elogio di Paolo Spadoni professore di Botanica e Agraria Nella Pontificia Università di Macerata detto nella Chiesa di San Paolo il Giorno del Suo Funerale 16 settembre 1826 da Francesco Puccinotti.

id: 5603
Autore: Puccinotti Francesco,
Prezzo: 60.00
Editore: Tipografia Camerale di Giuseppe Mancini-Cortesi,
Anno di pubblicazione: 1830
Luogo di pubblicazione: S. Luogo (ma Macerata),
Descrizione: In 8° grande (23,5×14,3 cm); 16, (4) pp. Brossura editoriale con cornice e piccola incisione ai piatti. Prima ed unica rarissima edizione, nessun esemplare censito in ICCU, di questo elogio-biografia del celebre professore di zoologia e mineralogia, poi di botanica e storia naturale all’Università di Macerata, Socio corrispondente dell’Accademia Patavina, nato a Corinaldo (AN) e morto a Macerata, Paolo Spadoni che a Corinaldo creò il primo nucleo del giardino che poi sarà della villa Cesarini. Fu in contatto con i maggiori botanici e naturalisti del suo tempo. L’opera descrive minuziosamente le gessaie di Sant’Angelo, San Gaudenzio, Portone e Scapezzano in provincia di Senigallia (AN) sia da un punto di vista paesaggistico, sia dal punto di vista della flora e della fauna che della loro composizione mineralogica. L’elogio fu scritto e letto nel giorno dei funerali dello Spadoni dal celebre medico, letterato e filosofo urbinate, Francesco Puccinotti. Dopo aver studiato presso gli Scolopi, nel 1811 venne ammesso nel Collegio militare di Pavia. Si trasferì poi a Roma dove si dedicò allo studio della medicina seguendo le lezioni del noto clinico Giuseppe De Mattheys. Dopo essersi laureato in medicina, praticò la medicina nelle campagne laziali, studiando le febbri di tipo petecchiale che imperversavano in quella zona. Per i suoi studi ottenne la cattedra di Anatomia e fisiologia ad Urbino, per poi insegnare Patologia e medicina legale a Macerata fino al 1831 anno in cui, dopo aver preso parte ai moti delle Legazioni, venne allontanato dalla città e gli fu impedito di esercitare la professione medica. Si spostò quindi nella più liberale Toscana dove, nel 1838 ottenne la cattedra di Igiene nell’Università di Pisa. Qui approfondì il suo studio sulla medicina civile e si rese protagonista di molti dibattiti culturali e scientifici presso la locale Università (fu segretario della sezione di medicina ai congressi pisani e fiorentini degli scienziati italiani). Nel 1843 il Granduca Leopoldo II di Toscana lo inserì in una commissione incaricata di studiare l’ipotesi di introdurre sul litorale pisano le risaie dal punto di vista della medicina civile. Espose le sue analisi nel saggio Sulle risaie in Italia e sulla loro introduzione in Toscana dello stesso anno: conclusioni che saranno alla base del Regolamento sulla cultura del riso in Toscana del settembre 1849. Negli ultimi anni trascorsi a Pisa ottenne la cattedra di Storia della medicina, che mantenne anche al suo trasferimento a Firenze. In questi anni conobbe Pietro Siciliani, suo allievo, col quale mantenne un costante rapporto di amicizia e collaborazione. Morì a Firenze nell’ottobre del 1872 e per i suoi meriti fu sepolto nella Basilica di Santa Croce. Puccinotti fu uno storico della medicina, ma altri sono gli aspetti della sua complessa personalità: fu fisiologo, clinico, medico legale, letterato (fraterna amicizia con Giacomo Leopardi ), filosofo, sociologo e politico. La sua vita si svolse tra le conquiste napoleoniche e la proclamazione di Roma capitale, periodo di profonde divisioni ideologiche. Non è da trascurare il merito di aver sostenuto la necessità di una protezione medica dei lavoratori e di aver indicato il futuro della medicina nel suo sviluppo igienico e sociale.
Soggetto: URBINO MACERATA CORINALDO BIOGRAFIE NATURALISTI