LISTINO MAGGIO 2025

LISTINO MAGGIO 2025

  1. CINEMA MUTO ARTE LIBERTY ILLUSTRATORI TECNICHE DI STAMPA RARITA’ BIBLIOGRAFICHE SERAO DANNUNZIANA DUSE D’ANNUNZIO AVANGUARDIE SPERIMENTAZIONI COLLAGE ATTRICI

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Scarfoglio Antonio, Francesco Bufi, Matilde Serao, Duse Eleonora, D’Annunzio Gabriele, Edoardo Macchia, Vincenzo la Bella, Francesco Paolo Michetti, Pietro Scopetta, L. Postiglione, G. Adrover, E. Guarascione, V. De Sanctis, F. Bufi, S. Manca, RobertoBracco, Saverio Procida, Floriano Del Secolo, Matilde Serao, Ugo Ricci

L’ARTEMUTA, Rassegna della vita cinematografica si pubblica il 15 di ogni mese, direttori proprietari: Antonio Scarfoglio e Francesco Bufi. [tutto il pubblicato a parte il numero 1, Dal numero 2 al numero 9, alcuni sono doppi numeri]; si allega una lettera autografa di Matilde Serao.

Napoli, Tip. L. Pierro, 1916-1917

In 4° grande, conservate le brossure originali; 8 numeri: (4), XXVIII,60, (32) pp. e 42 c. di tav. di inserite fuori testo fra le quali si contano cartoncini a piena pagina, pubblicità in oblungo e riproduzioni in oblungo di segno di mano, in più inserito all’interno dell’opera, in oblungo, lo scritto “La vita delle attrici” dedicato a Francesca Bertini di Amleto Ragona, di 24 pp. più 4 di brossura; (34), 40, (18) pp. e 64 c. di tav. fra le quali si contano cartoncini a piena pagina, pubblicità in oblungo e riproduzioni in oblungo di segno di mano, in più inserito all’interno dell’opera è conservato, stampato su carta di grande qualità, il testo “Eleonora Duse” opera di Arturo d’Ambrosio e G. Barattolo, impresso entro una bellissima cornice liberty disegnata da Macchia, in 40 pagine non numerate; (4), XLIX, (9), (40) (48) pp. e 31 inserti fra c. di tavola in cartoncino e foglietti in oblungo, fra queste, presente anche una grande tavola più volte ripiegata, all’interno inserti due libricini uno dell’Ambrosio Film con articolo dedicato a “Les Demi Vierges di Marcle Prevost” (di 24 pp.) illustrato da bellissime tavole a doppia tinta e uno in oblungo dell’Itala Film di Torino dedicato a “Cretinetti e gli Stivali del Brasiliano” (di 20 pp.); (4), XXVII, (3), 16, 32, (32) pp. e 40 inserti fra c. di tavola in cartoncino e foglietti in oblungo, fra queste, presente anche una grande tavola più volte ripiegata, all’interno inseriti due libri della Caesar Film di Roma con “La piccola fonte di Bracco Roberto interpretato da Francesca Bertini” (36 pp.), scritto di Matilde Serao con tavole tratte dal film e numerosissime tavole a due colori illustrate e l’altro “La Principessa tratto dalla novella di Roberto Bracco interpretato da Leda Gys” (10 p.) con immagini tratte dal film. Fra le tavole fuori testo di questo doppio numero, tre tavole di cartoncino contengono al completo la serie delle cartoline di Italia Film di Torino dedicate al film “Maciste Alpino” a duecolori.; XXVIII, 24, LVIII pp. e 59 inserti fra c. di tavola in cartoncino e foglietti in oblungo con pubblicità, tavole illustrate ed esperimenti grafici. All’interno del numero sono inseriti anche 4 libercoli stampati, alcuni su carta di ottima qualità, in formato IMG_5490_clipped_rev_1differente uno di Italia Film di Torino dedicato a “Il Sogno di Momi” riccamente illustrato in due colori da Bufi (20 pp.), uno della Caesar Film di Roma dedicato a “Nanà di Emilio Zola interpretato da Tilde Kassay”(di 20 pp.), uno di Volsca Film di Velletri con “Nei labirinti di un’anima di Roberto Bracco interpretato da Lola Visconti Brignone” (di 20 pp.), uno della Floreal Film di Roma, dedicato a “Le marige de Chiffondi Gyp” conl’attrice Mary Byma Riva (di 16 pp.), uno della De Rosa Film di Milano dedicato a “La Flotta degli Emigranti di Vincenzo Morello, direttore artistico Leopoldo Carlucci” di un grande folio ripiegato tre volte entro una brossura illustrata ed uno della POLIFILMS di Napoli relativo al film “Oltre i confini dell’Anima interpretato da Tina di Angelo” (di 20 pp.). Tre dei cartoncini fuori testo contengono le bellissime cartoline liberty realizzate dalla Caesar Film dedicate al film “La Piccola Finte di Roberto Bracco interpretato da Francesca Bertoni”. All’opera è allegata una lettera autografa di Matilde Serao. I primi 4 numeri sono rilegati all’epoca, in un’elegante tela marrone con titolo, fregi, filetti, cornici in oro al dorso ed ai piatti. Gli altri numeri presentano la brossura originale (qualche lieve difetto ai dorsi). Nel complesso opera rarissima in ottime condizioni di conservazione. Rarissima raccolta quasi completa,manca solo il numero uno, di una delle riviste più rare del novecento. Questa rivista uscì solo dal 15 giugno del 1916 al 30 aprile del 1917 in 9 numeri, per poi venir sospesa a causa dagli altissimi costi di produzione. Le illustrazioni, infatti, numerosissime nel testo o su libretti e tavole a parte, erano tutte tirate in tricromia o a due colori. Ad Aumentare i costi vi erano poi diverse sperimentazioni grafiche e tipografiche che finirono col rendere, in periodo di guerra, impossibile la prosecuzione della sua pubblicazione. La rivista era diretta dal giornalista e pubblicista napoletano, Antonio Scarfoglio (1886 – 1969) e dal celebre illustratore e giornalista napoletano Francesco Bufi. Antonio Scarfoglio era figlio del noto giornalista e autore frai primi e massimi esponenti del realismo italiano, Edoardo Carfoglio e della celeberrima autrice e giornalista italiana, nata in Grecia, Matilde Serao (1856 – 1927), tra le massime scrittrici italiane delnovecento e che pur non avendo mai vinto il premio Nobel per la letteratura, ne fu candidata per ben sei volte. L’arte muta può essere considerata “La più ricca e la più elegante dell’arte dell’industria cinematografica” come la stessa rivista si definiva. Tale rivista, infatti, nacque non solo come opera di critica cinematografica ma come una vero e proprio tentativo di sperimentazioni grafiche e di materiali editorialIMG_5495_clipped_rev_1i che si dovevano affiancare e amalgamare alla nascente arte cinematografica. Tutta la rivista è tirata in tricromia e con tavole a doppia tinta, a volte applicate su cartoncini di diversi tipi dicarta colorata. Diverse tavole presentano collage con personaggi ritagliati applicati a illustrazioni sulla scorta di alcune sperimentazioni dell’avanguardia futurista. La rivista si avvalse del contributo di alcuni dei più grandi illustratori dell’epoca e dei più rinomati critici cinematografici e letterari. Numerosi sono gli articoli in prima edizione firmati da Matilde Serao che partecipò non solo in quanto madre di Scarfoglio ma principalmente, in quanto Serao fu una delle prime persone in Italia ad comprendere e pubblicizzare il grande potenziale artistico della nuova arte. Grande spazio viene dato all’interno della rivista alle attrici italiane fra le quali primeggia la grande Eleonora Duse, bellissimo l’articolo dedicato alla grande attrice scritto da Serao e stampato in altissima qualità che ripercorre l’arte della Duse o l’anticipazione di Roberto Bracco della partecipazione di Eleonora Duse al film “Cenere” tratto dall’omonimo scritto di Grazia Deledda. In una rivista di tale importanza non poteva mancare il contributo su uno dei personaggi più importanti della prima metà del novecento che fu tra i primi ad intuire le possibilità dell’arte cinematografica, Gabriele d’Annunzio. Infatti sono diverse le locandine di film tratti dalle opera di d’Annunzio come il film “Il trionfo della Morte” della Flegrea Film di Roma, o i due film della Società Ambrosio, interpretati da Elena de Makowska “La fiaccola sotto il moggio” e “La Gioconda”. Bellissime le pagine dedicate alla “Figlia di Iorio” di D’Annunzio con immagini tratte dal film della Caesar Film, un bell’articolo diScarfoglio ed illustrazioni in tricomia. Fra gli illustratori delle tavole si contano alcuni dei maestri delliberty napoletano e italiano come Golia (Colmo Eugenio) ed Edoardo Macchia, Vincenzo la Bella (con sue diverse tavole a piena pagina impresse a doppia tinta), Francesco Paolo Michetti (con una doppia tinta tratta dapastello originale inedito), Pietro Scopetta, L. Postiglione, G. Adrover, E. Guarascione, V. De Sanctis, F. Bufi, S. Manca ed altri. Per l’apporto che l’Arte Muta diede al Liberty italiano ed in particolare a quello napoletano, scrive Luca del Core in Art Life, The Cultural Revolution Online, nell’articolo “N’aria ‘e primmavera: in mostra la storia del Liberty a Napoli” (21/12/2020): “Un messaggio diseduzione IMG_5513_clipped_rev_1correva sulle copertine dei periodici musicali del tempo, dalle Piedigrotta annuali al mensile satirico Ma chi è, fino alla pioneristica rivista di cinema L’Arte Muta, dove gli illustratori napoletani, da Golia aEduardo Macchia, rivelarono un talento impareggiabile nell’aggiornamento alle linee dello stileLiberty.”. L’Arte Muta fu una rivista che segnò sicuramente graficamente questo periodo storico divenendo, poi, un punto di riferimento estetico di altre pubblicazioni.Scrive Vittorio Martinelli in “Immagine Note di Storia del Cinema Nuova Serie N.11 speciale per LE GIORNATE DEL CINEMA MUTO Associazione Statiana per le Ricerche di Storia del Cinema”, Nuova Serie, n. 11, Estate 1989 “[…] E’ logicamente comprensibile che le più note ed importanti riviste di cinema vedano la luce preferibilmente nei maggiori centri di produzione dei film o- come si diceva allora delle films: Torino, Roma, Napoli, Milano. Dai dati anagrafici del centinaio di periodici di cinema nati in Italia dal 1907 al 1919 incluso, risulta che una trentina di periodici nascono a Roma, una ventina a Napoli, una quindicina a Torino e altrettanti a Milano: la rimanente ventina si scagliona in varie città, dove nascevano od erano in progetto sporadiche attività di produzione cinematografica. Connessione quest’ultima logica e comprensibile perché una quota essenziale del budget di quelle pubblicazioni era costituito dalla pubblicità delle case cinematografiche e l’essere sul posto per acquisirla più facilmente era un fattore favorevole. […] Un giudizio drastico, che sostanzialmente condividiamo, spostando però la indicazione del periodo: dal 1907 al 1915, anziché dal 1912 al 1917, perché – come spiegheremo più avanti – dall’inizio del 1916 qualcosa incomincia a mutare con l’affacciarsi sul mercato delle prime riviste cinematografiche con dichiarate ambizioni culturali. Fra le molte riviste italiane di cinema che vedono la luce fra l’inizio del 1913 e la fine degli anni ’10 non sono molte quelle che meritanoIMG_5511_clipped_rev_1 un cenno particolare per la loro importanza culturale o professionale. Nel quadro di un sommario panorama si possono ricordare: La tecnica cinematografica nata a Torino nell’agosto 1914, che al quarto anno di vita muta il titolo in Coltura cinematografica; dall’ottobre 1915 inizia Il Tirso al cinematografo supplemento settimanale alla rivista teatrale Il Tirso che ha vita breve perché cessa le pubblicazioni all’inizio del 1917, dopodiché il suo direttore Ugo Ugoletti fonda, nel gennaio 1917, La cinеgazzetta; nel febbraio 1916 nasce Apollon che si qualifica«rassegna internazionale d’arte cinematografica» ed ostenta chiare ambizioni letterarie e culturali giovandosi della collaborazione di firme di prestigio; L’arte muta nasce invece a Napoli nel giugno del 1916 presentandosi con corposi fascicoli d’una cinquantina di pagine, e dall’ottobre del medesimo anno pubblica pure un supplemento in francese. Sempre nel 1916 nasce Cronache d’attualità diretta da Anton Giulio Bragaglia, una pubblicazione che suscitò nell’ambiente artistico e teatrale un certo chiasso diventando nel 1918 Cronache de l’attualità cinematografica e dal 1919 L’attualità cinematografica (il 1916 è anche l’anno in cui Anton Giulio realizza uno dei primissimi film d’avanguardia Perfido incanto) [Una pubblicità di Anton Giulio Bragaglia è presente anche all’interno di uno dei numeri di Arte Muta]. […] E’ proprio con Apollon, con L’arte muta e con In penombra che incominciano a prendere consistenza ed autorevolezza i tentativi di sistemazione estetica dei problemi del cinema, con la pubblicazione di saggi che azzardano sistematici approcci per una definizione dello specifico filmico, con logici riferimenti al ritmo delle imaggini e delle sequenze e al gioco interpretativo degli attori, ponendo contemporaneamente l’accento sulle distinzioni dei diversi modi espressivi propri al cinema, al teatro, alla lettIMG_5515_clipped_rev_1eratura. L’Arte Muta quindicinale. Napoli (1916) – direttori: Antonio Scarfoglio, Francesco Bufi. Ne sono usciti solo sette numeri che, messi l’uno sull’altro raggiungono i quindici centimetri d’altezza: quindi ogni esemplare è un vero e proprio volume, ricchissimo di pagine pubblicitarie molto ricercate ed a colori, numerose sono le tavole fuori testo di eccezionale fattura, ritratti o caricature di noti disegnatori, oltre a veri e proprio programmi fascicolati nella stessa rivista. Anche se tra i collaboratori figurano Roberto Bracco, Saverio Procida, Floriano Del Secolo, Matilde Serao, Ugo Ricci e molti altri esponenti della intelligenzia partenopea dei primi anni del secolo, …”. In ogni caso per comprendere appieno l’importanza di questa rivista si deve contestualizzare la collaborazione di Matilde Serao che fu sicuramente centrale, nella sua nascita enella sua redazione. Scrive, invece, Patricia Bianchi, in L’attrazione fatale dell’«arte muta» dal libro al teatro fino al cinema (pag. 107, ris.unina.it/retrieve/e268a72e-4689-4c8f-e053-1705fe0a812c/cinema%20SERAO.pdf), parlando del ruolo di Matilde Serao nella nascita della critica cinematografica in Italia: “[…] La stessa Serao, iniziando la sua collaborazione al cinema, sviluppa unadiversa opinione su questo tipo di nuova arte, proprio partendo dal punto di vista di una spettatrice, come spiega nell’articolo Parla una spettatrice (Il Giorno, 1916; e poi in L’arte muta, 1, 15 giugno 1916): la giornalista chiede ai suoi colleghi scrittori, ancora restii ad accogliere il cinema tra le arti, di guardare un film come uno «spettatore ordinario», senza idee preconcette. Sarà ei stessa a fare questa prova, tra le «creature della folla» in una sala gremita e partecipe, e emozioni e il pathos veri che vede nel pubblico sono anche le sue stesse emozioni, e dunque, se il cinema riesce ad «andare per la verità delle cose e allanaturalezza della gente», non gli si può più negare il valore di arte, al pari della letteratura, della pittura e della scultura e della musica. E che la Serao sapesse cogliere gli umori del pubblico, anticipandone o addirittura creandone i bisogni, lo si può capire ad esempio da un articolo sul film Ma l’amore mio nonIMG_5519_clipped_rev_1 muore con Lydia Borelli (apparso su Il Giorno e poi riportato su La Vita Cinematografica del 7 gennaio 1914) in cui definisce l’attrice «radiante di beltà», «singolarmente mutevole», «creatura d’eccezione… così tenera e drammatica, così sontuosa e così elegante, mai stata tanto penetrata di verità, nell’amore e nel dolore»: l’iperbole del linguaggio è funzionale alla narrazione della attrice che si fa “diva”, e segna giornalisticamente lo stile e l’orizzonte culturale che il film divistico iniziava a rappresentare. […] A Napoli Matilde Serao, espertissima di unacomunicazione brillante, efficace e sempre in sintonia con i tempi, scriveva anche di cinema nei Mosconi sul Giorno (i testi sono stati raccolti da Pasquale Iaccio in All’alba del cinema muto): molti di questi «Mosconi» cinematografici volarono rapidamente nella rivista L’arte muta. Rassegna di vita cinematografica (1916-17), legata ai giornali della coppia Serao-Scarfoglio e gestita dai figli Scarfoglio, in particolare da Paolo. In questi «Mosconi», da considerare fonti per la storia del cinema, si ritrovano anche una fitta rete di informazioni inerenti alla diffusione delle sale in Campania e ai centri di diffusione del cinema. E Serao non può mancare alle prèmiere dei grandi film, delle produzioni più ambiziose, di cui dà conto ai suoi lettori, come avviene per L’Inferno (1911, Sara Negri (Coll. Emeroteca Tucci, Napoli) Patricia Bianchi, L’attrazione fatale dell’«arte muta», dal libro al teatro fino al cinema 119 regia di Francesco Bertolini, Adolfo Padovan e collaborazione alla regia di Giuseppe de Liguoro, fotografia di Emilio Roncarolo, scenografiadi Sandro Properzi. […]”. Insieme di quasi tutto il pubblicato (manca solo il numero 1) di una delle riviste più rare e bizzarre della prima metà del novecento. Rif. Bibl.: IT\ICCU\CFI\0371265.IMG_5518_clipped_rev_1

1.350 euro

2) GIAPPONE CINA MISSIONARI MISSIONI ESTERE PRIME EDIZIONI ASIA STORIA DEL GIAPPONE

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IMG_5450_clipped_rev_1Rodrigues Girao Joao, [Claudio Acquaviva],

Lettera annua del Giappone del 1609 e 1610 Scritta al M. R. P. Claudio Acquaviva, Generale della Compagnia di Gesù. Dal P. Giovan Rodriguez Girano.

In Roma, appresso Bartolomeo Zanetti, 1615.

In 8° (15×9,5 cm); 147, (1) pp. Legatura muta in piena pergamena semi-floscia con tagli in azzurro. Emblema dei gesuiti inciso in legno al frontespizio. Prima edizione italiana di questa celebre lettera checontiene la relazione dei gesuiti dal Giappone tra il 1609 ed il 1610. Queste “lettere” sono state per lunghissimo tempo, le principali e più importanti fonti, sui rapporti diplomatici fra l’occidente ed il Giappone, riportando numerosissime notizie sugli usi e costumi del Giappone e della Cina antica in un periodo storico che anticipa o è contemporanea alla chiusura del Giappone, sotto l’imperatore Tokugawa; Infatti nel 1608 le ambascerie portoghesi furono chiuse ed i gesuiti espulsi dal territorio giapponese. L’opera oltre a descrivere la situazione generale delle missioni cristiane in Giappone e Cina, in uno dei momenti più tragici della loro storia, descrive il martirio di tre cristiani giapponesi, chiamati Gaspare, la moglie Orsola el di loro figlio Giovanni nell’isola di Ygietuchi nello stato di Firando, uccisi dal signore di quel territorio, Matxuga Foin per la loro fede religiosa. L’opera poi tratta poi delle residenze d’Isafay, Fucafori, Conga, Vracami, Uchime, Gudoyama sogette al Collegio di Nagasachi, d’Arima, d’Ariye, Ximabbarra,Chingieca, Canzusa, Saigo nel Collegio d’Arima. Poi seguono capitoli dedicati alle residenze di Seichi, Canzuya e Sascinotsù nell’Isola d’Amacusa, sulla città di Facatà, sulle residenze di Achizuchi nel Regno di Ciehugen, sulla Residenza della città di Tanangava nel Regno di Cicungo, sulla Residenza della Città di Cocura nel Regno di Bugem e nello stesso Regno le Residenze di Nagatsu e la Residenza di Tacata. Chiudono i capitoli dedicati alle Residenza di Firoxima nel Regno d’Achi, alla Casa Rettorale del Meaco nelle parti del Camì, IMG_5452_clipped_rev_1alla Residenza del Camiguxo, alla Residenza della città di Fuximi, alla Residenza della città di Ozaca, alla Residenza della città di Sacai, alla Residenza di Foccocu. Chiude il libro la “Relazione dell’infelice caso ch’ebbe la Nave del Giappone l’Anno 1610 à 6. di Gennaio” quando una nave dei gesuiti carica di vettovaglie, affondò vicino alla costa di Nagasaki in circostanze misteriose, probabilmente a causa di un ammutinamento. João Rodrigues, nato nel 1561 o 1562 a Viana do Castelo, in Portogallo, è stato un missionario gesuita, noto soprattutto per il suo operato in Giappone, Cina e Corea durante l’epoca della Missione cattolica in Asia. Si distinse sotto il nome di Tçuzu, un titolo che riflette il suo status di educatore e traduttore nelle comunità locali. In Giappone e Cina, Rodrigues usava il nome cinese Lu Ruohan (陸若漢), abbreviando il suo cognome in un singolo carattere Lu nello stile cinese e trascrivendo la forma latina del suo nome Iohannes in Ruohan. Arrivò in Giappone nel 1582, portando con sé non solo la fede cristiana, ma anche vasti saperi europei. La sua profonda conoscenza della lingua giapponese e la sua abilità nel comunicare con i locali gli permisero di guadagnare la fiducia della comunità. Rodrigues divenne insegnante e traduttore, contribuendo in modo significativo alla diffusione della cultura europea e delle pratiche cristiane in Giappone. Nel 1609, e in seguito tra il 1624 e il 1627, Rodrigues intraprese diverse missioni in Corea, dove le difficoltà politiche e culturali rendevano il lavoro missionario particolarmente imIMG_5453_clipped_rev_1pegnativo. Qui continuò a educare e a formare nuovi convertiti, nonostante i rischi e le persecuzioni che i cristiani affrontavano in quel periodo. Le sue esperienze in Corea sono documentate nelle sue lettere e nei racconti, che offrono una preziosa testimonianza sulle sfide e le strategie dei missionari in un contesto ostile. Oltre al suo lavoro diretto con le comunità locali, Rodrigues contribuì anche alla traduzione di testi religiosi in giapponese, facilitando l’accesso alla dottrina cristiana. La sua opera scritta include riflessioni sulla cultura giapponese e sulla vita quotidiana, rendendolo non solo un missionario, ma anche un importante cronista e osservatore della società asiatica del suo tempo. João Rodrigues morì tra il 1633 e il 1634, lasciando un’eredità duratura nel campo della missione cattolica e nella cultura religiosa dell’Asia. La sua vita è un esempio di dedizione e coraggio nello svolgimento di una missione in terre lontane, caratterizzata da rispetto e dialogIMG_5454_clipped_rev_1o interculturale. La lettera è indirizzata al Preposito Generale dei Gesuiti, Claudio Acquaviva d’Aragona. D’Aragona, nato ad Atri il 14 settembre 1543, è stato un importante gesuita italiano, noto per il suo significativo contributo alle missioni in Cina e Giappone. Entrato nella Compagnia di Gesù nel 1565, Acquaviva si distinse rapidamente per la sua dedizione e il suo fervore missionario. Nel 1580, dopo aver ricevuto il permesso di partire per l’Asia, si impegnò attivamente nella diffusione del cristianesimo in Giappone. Il suo arrivo si collocò in un periodo di grande tumulto politico e sociale, caratterizzato da persecuzioni contro i cristiani. Nonostante tali difficoltà, Acquaviva si dedicò all’evangelizzazione, cercando di educare i nuovi convertitie costruire comunità solide. Nel 1588, si trasferì in Cina, dove approfondì ulteriormente il suo impegno missionario. Acquaviva si distinse non solo come predicatore, ma anche come studioso, contribuendo alla traduzione di testi cristiani in lingue locali e promuovendo un dialogo interculturale tra Occidente e Oriente. Le sue lettere e i suoi scritti offrono una visione privilegiata delle sfide e delle vicissitudini dei missionari dell’epoca. Claudio Acquaviva d’Aragona morì a Roma il 31 gennaio 1615, lasciando un’eredità duratura come uno dei pionieri delle missioni gesuite in Asia. Rif. Bibl.: Cordier, Japonica, 268; Bunko, 197; Sommervogel VI, 1972; Streit. 1127 vol. V.

3.500 euro

3) CLASSICI DELLA LETTERATURA TASSIANA ILLUSTRATI

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IMG_5432_clipped_rev_1Tasso Torquato,

La Gierusalamme di Torquato Tasso, Con gli Argomenti del Sig, Gio: Vincenzo Imperiale figurata da Bernardo Castello, stampata per Giuseppe Pavoni in Genova.

Genova, Giuseppe Pavoni, 1604

In 12°; (20), 572, (2) pp. e 20 c. di tav. fuori testo incise in rame da Bernardo Castello. Legatura artigianale dei primi anni del XX° secolo, in piena pelle maculata con titolo e autore al tassello in oro su fascetta in pelle chiara. Filetti in oro al dorso. Dorso a 5 nervi. Leggere tracce di sporco alle prime sei carte, ininfluenti, strappetto nel margine esterno bianco della prima tavola con piccolissima perdita del margine esterno inciso e per il resto, esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Frontespizio inciso con ritratto di Tasso entro medaglione. L’argomento di ogni canto è inserito in una bella cornice ornata. Capilettera e finalini incisi. In fine di volume “Tutte le stanze intere che dall’Autore sono state rifiutate in questo libro” e “Allegoria del Poema In ventiquattresimo. Seconda edizione con le illustrazioni di Bernardo Castello, dopo la prima del 1590, di questo capolavoro della letteratura italiana, in cui sono inseriti, in testa a ogni canto, nuovi argomenti composti da otto versi e inseriti in una splendida cornice, opera dell’insigne poeta genovese Jean-Vincent Imperiali (1570-1645), divenuto celebrIMG_5433_clipped_rev_1e per la difesa del porto di Messina. Edizione dedicata a Padre Angelo Grillo, abate di San Paolo di Roma, dal pittore Bernardo Castelli, amico dell’autore. L’opera è decorata con numerose iniziali istoriate, un titolo inciso (con un ritratto in un medaglione) e venti figure molto belle (a tutta pagina) in una cornice ornata, disegnate da B. Castelli e incise su rame da Agostino Carracci. Castelli, nato a Genova nel 1557, abilissimo ritrattista, deve parte della sua immensa fama a questo genere di pittura, a cui si devono i ritratti da lui eseguiti dei tre grandi poeti, suoi contemporanei e amici, Tasso, Chiabrera e il Cav. Marino, che lo celebrarono, poi, nei loro versi. Bernardo Castelli, nato a Genova nel 1557, è stato un rinomato ritrattista italiano, noto per la sua abilità artistica e il suo stile distintivo. La sua formazione artistica avvenne nella vivace atmosfera culturale di Genova, dove si trovava a contatto con influenze artistiche del Rinascimento e del Manierismo. Castelli si distinse rapidamente nel campo della ritrattistica, grazie alla sua capacità di catturare non solo le somiglianze fisiche, ma anche l’essenza caratteriale dei suoi soggetti. Le sue opere si caratterizzano per l’uso sapiente della luce e del colore, che conferiscono profondità e vivacità ai volti ritratti. Durante la sua carriera, Castelli lavorò per nobili e importanti personalità dell’epoca, guadagnandosi una reputazione prestigiosa non solo a Genova, ma anche in altre regioni italiane. Le sue opere riflettono un’intensa introspezione e una profonda comprensione della psicologia umana, rendendo i suoi ritratti più di semplici rappresentazioni visive. Oltre alla ritrattistica, Castelli si interessò anche alla pittura di genere e ai temi religiosi. Nonostante la sua notorietà, molte delle sue opere non sono facilmente identificabili, a causa della scarsità di documentazione e firme. Bernardo Castelli rimane una figura affascinante della pittura manieristica e il suo lavoro continua a essere apprezzato per la sua capacità di coniugare arte e umanità. Rif. Bibl.: Brunet V, 666.

1.200 euro

4) UMANESIMO USI E COSTUMI ANTICHI CASTIGLION FIORENTINO EGITTO GRECIA ROMA ANTICA RITUALI ILLUSTRATI
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IMG_5444_clipped_rev_1Porcacchi Thomaso,

Funerali antichi di diversi Popoli, et Nationi; Forma, ordine, et pompadi sepolture di etsequie, di Consecrationi antiche et d’altro. Descritti in Dialogo da. Con la Figure in Rame di Girolamo Porro.

In Venetia, Appresso gli Heredi di Simon Galignani, 1591 (Appresso Giorgio Angelieri, alle spese de gli Heredi di Simon Galignani de Karera)

In 4°; (8), 95, (1) pp. Legatura novecentesca in mezza pergamena con titolo impresso in oro al dorso su fascetta in pelle, piatti foderati in carta amaranto. Frontespizio entro ricca cornice ornata. Esemplare in ottime condizioni di conservazione. Grande marca xilografica all’ultima carta. 23 magnifiche incisioni nel testo stampate in lastra singola dal padovano Girolamo Porro fra i massimi incisori del cinquecento. Seconda edizione, dopo la prima del 1574, di questa celebre opera dedicata ai vari rituali funebri di diversi popoli antichi, scritta dal celebre umanista, geografo, traduttore, poligrafo, bibliofilo ed erudito italiano, Tommaso Porcacchi (Castiglion Fiorentino, 1530 – Udine, 1576). Questa seconda edizione con le 23 tavole di Girolamo Porro, riprende quelle della prima edizione. Questa erudita opera, secondo studi recenti, è stata una delle opere di riferimento dei poeti sepolcrali italiani del XVIII° e XIX° secolo, compresi i Sepolcri di Foscolo. Scrive Franco Pignatti nella voce dedicata a Tommaso Porcacchi nel Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 85 (Treccani 2016): “Alla collaborazione con Porro e Galignani si devono anche i Funerali antichi di diversi popoli etnationi, forma, ordine, et pompa di sepolture, di essequie, di consecrationi antiche, et d’altro (1574, con privilegio di 15 anni concesso il 6 aprile). Si presenta come un trattato in forma di dialogo, in cui è riportata la conversazione tra il conte Cesare Locatelli (da Alzano, presso Bergamo) e il conte Vespasiano Cuovo (da Soncino), rispettivamente genero e suocero, che nello scrittoio del primo commentano le tavole dei riti funerari antichi intagliate da Porro eimpresse nel volume. Come dichiara nella dedica a Ottaviano Manin (21 maggio 1574), Porcacchi riversa nell’opera le conoscenze in materia che aveva raccolto in anni di studio sugli storici antichi. La conversazione dei due interlocutori è ricca di notizie di fonte letteraria, di testimonianze epigrafiche, edite e inedite, di informazioni attribuite a eruditi contemporanei, con i quali Porcacchisi rappresenta in intenso colloquio. La dedica dei Funerali e le Attioni d’Arrigo III (entrambi del 1574) testimoniano i legami intensificati negli ultimi anni con l’ambiente friulano, in particolare con il nobile Ottaviano Manin. Porcacchi morì, probabilmente suo ospite, a Udine nell’ottobre 1576. Fu sepolto nella chiesa della Madonna delle Grazie (la notizia in Fontanini, 1736, p. 613). Manincollocò la lapide con epigrafe che ne ricorda la «prudentiam in conscribendis historiis» (il testo in Crimi, 2015, p. 63; il mese risulta da una fonte archivistica segnalata in Manno, 1987, p. 242 n. 5)”. IMG_5446_clipped_rev_1Tommaso Porcacchi, nato nel 1530 a Castiglion Fiorentino, è stato un rinomato umanista, geografo e poligrafo italiano, il cui contributo alla cultura e alla scienza del suo tempo è di grande rilevanza. Cresciuto in un periodo di fervente rinnovamento culturale, Porcacchi si distinse per la sua erudizione e la sua passione per il sapere, caratteristiche che lo portarono a esplorare diverse discipline. Fra le sue opere più note, “Funerali Antichi di diversi Popoli et Nationi,” pubblicata per la prima volta nel 1574, è un’opera di profonda ricerca e riflessione. Attraverso un’attenta analisi delle pratiche funebri di varie culture, Porcacchi non solo documenta riti e tradizioni, ma offre anche spunti significativi sui valori e le credenze dei popoli studiati. La sua indagine si estende a civiltà come gli antichi Romani, Greci e gli Egiziani, evidenziando come ogni popolo affrontasse il tema della morte in modo unico, influenzato da fattori culturali e religiosi. Porcacchi è anche noto per il suo impegno nel campo della traduzione e della bibliografia. Era un appassionato bibliofilo, collezionando e studiando testi rari, facendo del suo meglio per preservare e diffondere la conoscenza. La sua opera riflette un approccio metodologico rigoroso, rendendolo una figura centrale nel panorama degli eruditi del XVI secolo. Oltre al suo lavoro scritto e alla sua attività di traduttore, Porcacchi mantenne una fitta corrispondenza con altri intellettuali dell’epoca, contribuendo a creareuna rete di scambio culturale che favorì il progresso del pensiero umanistico. Tommaso Porcacchi morì, probabilmente, anche se vi sono notizie discrepanti, ad Udine nell’ottobre del 1576 mentre era ospite del nobile Ottaviano Manin, lasciando un’eredità duratura nella storia della geografia e dell’umanesimo. La sua opera continua a essere studiata e apprezzata per la sua capacità di coniugare rigore scientifico e curiosità intellettuale, posizionandolo tra i grandi pensatori del suo tempo. La sua vita e la sua opera rappresentano un eloquente esempio del potere della conoscenza e della ricerca nel contesto del Rinascimento italiano. Questa seconda edizione è meno comune rispetto alla prima. Rif. Bibl.: Olschki, Cat. 50, n. 463; Lipperheide 101; Edit on-line 37351; BMC (s.t.) p. 534; Mortimer 395 (a.e.); STC. 534.IMG_5447_clipped_rev_1

1.000 euro

5) EMBLEMATA AGIOGRAFIA EMBLEMI SAN FRANCESCO DA SALES RARITA’ BIBLIOGRAFICA PRIME EDIZIONI ILLUSTRATI

IMG_5396_clipped_rev_1 (1) IMG_5392_clipped_rev_1 IMG_5393_clipped_rev_1 IMG_5394_clipped_rev_1

IMG_5391_clipped_rev_1Gambart Adrien,

La Vie symbolique du bienheureux François de Sales evesque et prince de Genève, comprise sous le voile de 52. Emblemes, qui marquent la caractere de ses principales vertus, avec autant de Meditations, ou Reflexions pieuses, pour execiter les ames Chrestiennes et Religieuses à l’amour et à la pratique des mesmes vertus.

Paris, aux frais de l’auteur pour l’usage des Religieuses de la Visitation, 1664

In 12°; (2 di antiporta), (20), 407; (1) pp., un’antiporta illustrata da G. Vallet e A. Paillet e 52 figure emblematiche finemente incise da A. Flamel. Legatura coeva in piena pelle marmorizzata con dorso a 5 nervi. Uno strappo al frontespizio senza perdita di carta, finemente restaurato. Tagli rossi e nel complesso, esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Legatura coeva in piena pelle maculata con cornice in filetto a secco ai piatti. Al dorso, che si presenta a 5 nervi, titolo e ricchissimi fregi in oro ai tasselli. Ex-libris privato applicato al margine alto del piatto anteriore interno. Piatti interni foderati da bella carta marmorizzata coeva. Prima rara edizione, una seconda uscì nel 1665, di questa magnifica opera di emblemi. Magnifici i 52 emblemi che adornano l’opera. Una traduzione in spagnolo Vida Simbolica del glorioso S. Francisco de Sales fu pubblicata a Madrid nel 1688. L’opera è dedicata alle suore di Padre de Sales. Il libro qui presentato ripercorre la vita simbolica del Beato Francesco da Sales, Vescovo e Principe di Ginevra, racchiusa sotto i 52 emblemi attraverso i quali vengono esposte le virtù principali del Beato Francesco di Sales, Vescovo e Principe di Ginevra (in francese François de Sales; Thorens-Glières, 21 agosto 1567 – Lione, 28 dicembIMG_5395_clipped_rev_1re 1622) che fu uno dei dottori della Chiesa cattolica. L’opera è accompagnata dalle meditazioni e riflessioni del santo cattolico. Alcuni studi recenti hanno individuato la somiglianza fra le riflessioni di Ambert ed gli emblemi a quelli del poeta, emblematista e politico calvinista olandese Jacob Cats, nella sua prefazione a Silenius Alcibiadis, pubblicata a Middelburg nel 1618. Tale somiglianza dell’emblematica sacra fra diverse confessioni cristiane non deve sorprendere in quanto genere ancorato alla Parola di Cristo e al Verbo che trascende le dispute confessionali del tempo. Si prendano ad esempio le immagini ed emblemi nella spiritualità di San Francesco di Sales di Agnès Guiderdoni-Bruslé. ‎Quindi non è un caso che Cats, fra le sue opere , propose anche lo svolgimento di una meditazione in 52 settimane, coprendo così un anno; 52 come gli emblemi in quest’opera. Nella prima parte di questo libro, che è la vita stessa del santo esposta in 52 emblemi, Gambart propone una divisione molto pedagogica: una virtù alla settimana per tutto l’anno e una “pratica” di questa virtù al giorno, per tutta la settimana, “affinché”, spiega, tu applichi a te stesso ciò che vedrai essere stato praticato da questo Santo Prelato”. La seconda parte è composta da meditazioni, senza incisioni, organizzate secondo un modello semplificato di quello proposto nell’Introduzione alla vita devota: meditazione (“Considera…”) poi affetti e risoluzioni, in più punti. Rif. Bibl.: Landwehr, Romanic, 310 (ed. 1749); The British Museum number 1880,0612.1-53; Praz, p. 345.

1.000

6) CHIRONOMIA ARTE DANZA LINGUA DEI MUTI SORDOMUTI PANTOMIMA PRIME EDIZIONI PARMA

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IMG_5438_clipped_rev_1Requeno Vincenzo,

Scoperta della Chironomia ossia dell’arte di gestire con le mani dell’Abate Vincenzo Requeno Acc. Clem.

Parma, Per Li Fratelli Gozzi, 1797

In 8° piccolo; (8), 141, (3) pp. e 3 c. di tav. incise in rame alla sanguigna raffiguranti il linguaggio delle mani nell’arte della pantomima della danza. Legatura coeva in pieno cartoncino semi-flosio spruzzato e liscio al dorso dove sono stati aggiunti titolo e autore da mano posteriore. Prima non comune edizione ancor meno comune da reperirsi in barbe, come quella qui da noi presentata, di questo celebre trattato dedicato all’arte della pantomima della danza. Il nostro esemplare, in particolare, è uno dei pochi con le tavole in sanguigna. Esemplare in ottime condizioni di conservazione ed ancora in barbe. L’opera è dedicata al Marchese Casimiro Meli Lupi di Soragna. L’opera è virtualmente, divisa in due parti. Nella prima parte viene trattato IMG_5441_clipped_rev_1il modo in cui le mani erano usate nell’antichità quale mezzo di computo matematico ma nella seconda parte, l’autore, approfondisce l’uso delle mani nel teatro antico greco e nel mimo, fino al loro utilizzo nel teatro moderno. Vicente Requeno y Vives (1743-1811) è una figura poliedrica della cultura spagnola, noto per i suoi contributi nel campo dell’archeologia, della musicologia, della numismatica e della storia dell’arte. Gesuita di formazione, la sua opera si caratterizza per un’ampia erudizione e una profonda curiosità intellettuale, elementifondamentali che hanno guidato le sue ricerche e pubblicazioni. Una delle sue opere più significative è, appunto, quella che qui presentiamo, “Scoperta della Chironomia”, pubblicata a Parma nel 1797. In questo testo, Requeno esplora il linguaggio dei gesti e la loro applicazione nella comunicazione umana, sottolineando l’importanza della gestualità nell’espressione artistica e sociale IMG_5440_clipped_rev_1dell’epoca. La chironomia, ovvero l’arte di comunicare attraverso le mani, è analizzata non solo come una pratica estetica, ma anche come un metodo pedagogico e comunicativo. Requeno, attraverso metodi analitici eosservazionali, si propone di dimostrarecome i gesti possano integrare e arricchire la comunicazione verbale, un tema che rimane rilevante anche nella contemporaneità. Oltre alla sua attività scrittoria, Requeno, discepolo di Winckelmann, ha dedicato la propria vita alla ricerca archeologica, contribuendo alla riscoperta e alla catalogazione di reperti storici in Spagna e non solo. La sua passione per la musica si riflette nei suoi studi sulla teoria musicale, in cui cerca di armonizzare la pratica musicale con i principi estetici dell’arte, evidenziando la sua concezione olistica del sapere. Requeno compose la “Chironomia” in perfetto italiano. All’interno del testo, Requeno, partendo dagli scritti di Venerabile Beda “De loquela per gestum digitorum” arriva a parlare del linguaggio dei muti e a chiarire come la differenza tra l’alfabeto greco e latino lo abbiano reso per i Greci più facile nell’uso del linguaggio dei muti. Opera in ottime condizioni di conservazione, arricchito delle tavole in sanguigna ed ancora in barbe. Prima edizione. Rif. Bibl.: Cicognara, 194; Brunet IV, 1244. Graesse VI, 92. De Backer-Sommervogel VI, 1671.5. Diz. Biogr. Univ. IV, 808.

1.100 euro

7) LETTERATURA ITALIANA PESCA IN MARE PRIME EDIZIONI NAPOLI PISCATORIA PESCI PESCA D’ALTO MARE

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IMG_5397_clipped_rev_1Giannettasio Nicola Partenio,

Halieutica,

Neapoli, ex officina Jacobi Raillard, 1689

In 12; 245, (3) pp. e 12 c. di tav. fuori testo compresa l’antiporta che raffigura Apollo e le Muse. Letavole sono magnificamente disegnate da Francesco Solimena ed incise in rame da François de Louvemont e da Uberto Vincent. Legatura coeva in piena pelle, dorso abilmente rifatto in epoca moderna con dorso a 5 nervi con titolo impresso in oro al dorso. Tagli spruzzati in rosso. Ex-libris nobiliare applicato all’interno del piatto anteriore. L’opera è stampata in un elegantissimo carattere assai fine. Esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Prima edizione rara che presenta in prima tiratura anche le magnifiche tavole, di questo capolavoro del celebre poeta, letterato, latinista ematematico gesuita napoletano, Nicola Partenio Giannettasio. L’opera è uno dei più celebri trattati sulla pesca nel quale l’autore, in forma rimata, descrive i vari tipi di pesca in mare sia essa praticata con la lenza, la nassa, la rete ed altri mezzi. Nicola Partenio Giannettasio, nato a Napoli il 5 marzo 1648, è stato un gesuita, poeta ed erudito italiano, la cui influenza si estese nel campo della letteratura e della scienza del XVII secolo. Giannettasio è conosciuto per la sua straordinaria versatilità intellettuale e per i suoi contributi nelle più diverse discipline, dalla poesia alla teologia, dall’erudizione alla storia naturale. Una delle opere più significativedel Giannettasio è “Halieutica”, pubblicata nel 1689, un poema didattico che esplora il mondo della pesca, non solo come attività economica, ma anche come un evento intriso di significati culturali e simbolici. Questo poema si inserisce in una tradizione classica, richiamando l’attenzione sull’ambiente marino e sulla ricchezza della vita acquatica, elementi che suscitano la curiosità e l’interesse del lettore. “Halieutica” si distingue per la sua struttura metrica raffinata e perIMG_5399_clipped_rev_1 il linguaggio evocativo, caratteristiche che la rendono avvincente e accessibile. Nei suoi versi, Giannettasio riesce a coniugare l’osservazione scientifica con un’immaginazione poetica, creando un connubio tra arte e scienza. La sua attenzione per la natura, l’ecologia e il rispetto per l’ambiente si riflettono nella valorizzazione degli ecosistemi marini e nella celebrazione della vita marina. Questo approccio evidenzia la coscienza ecologica di Giannettasio, anticipando alcune delle tematiche che oggi sono al centro del dibattito contemporaneo. Oltre a “Halieutica”, Giannettasio ha lasciato un segno indelebile nella poesia e nell’erudizione, con opere che trattano argomenti vari, dalla religione all’astrologia, fino alla filosofia. La sua formazione gesuita gli ha fornito un solido fondamento culturale e spirituale, che ha influenzato profondamente la sua produzione letteraria e il suo impegno intellettuale. Nicola Partenio Giannettasio è morto a Massa Lubrense il 10 settembre 1715, lasciando un patrimonio culturale che continua a ispirare studiosi e lettori. La sua eredità è quella di un intellettuale impegnato, che ha saputo fondere poesia e scienza, creando opere che esplorano la complessità del mondo naturale e umano. La riflessione sulla sua vita e le sue opere rimane attuale, arricchendo il panorama culturale italiano del XVII secolo. Prima edizione non comune ed in buone-ottime condizioni di conservazione. Rif. Bibl.: Ceresoli, 281, “Edizione originale. …. Quest’ opera consta di dieci libri ed è considerata il miglior poema sulla pesca, compresa quella dei coralli, scritto in latino. E’ importante anche per la terminologia sia dei pesci che di altri animali acquatici”; BM XVIII sec. I, 394; Fera-Morlicchio n.1742 ”Rarissimo”; Vinciana n.3108; Lastri, 60, “Elegante Poema latino in X libri dove si tratta della Pesca, non esclusa quella de’ Coralli”: Piantanida, 3108, “Celebre Poema”; Olschki Choix, 11944; Dean, “Bibliography of fishes”, 1923. Re, II, 313.

800 euro

8) EMBLEMATA EMBLEMI ESOTERICA OCCULTISMO

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IMG_5476_clipped_rev_1Tre opere di “emblemata” in un volume:

Paradin Claude, Devises héroïques et emblêmes, de M. Claude Paradin. Reveuves & augumentées de moitié par Mess Paris,ire Francoise d’Ambroise. Et dedié à Monseigneur le premier President. ; Unito a: Paradin Claude, Devises Royales Paradrian, D’Amboise, Au Roy. Unito a: Adrian D’Ambroise, Discours ou Traicté des devisesou est mise la raison et difference des emblemes, enigmes, sentences & autres. Pris et compilé des cahires de feu Messire Francois d’Amboise Chevalier, Baron de la Chartre sur Loire, Seigneur d’Hemery, Maloue, Reuilly, Bourot, etc. Conseiller du Roy en ses Conseils d’Estat et Privé, et Maistre des Requestes ordinaires de son Hostel.

A Paris, Chez Rolet Boutonne, 1622, 1621, 1620.

In 12°; tre opere in un volume: (12 compreso frontespizio inciso datato 1621), 339, (1 b.) pp., (2), 66 pp.; (6), 178, (2) pp. Legatura coeva in mezza-pelle con titolo impress in oro in un tassello. Dorso a 5 nervi. Piatti foderati con carta coeva. Qualche leggero difetto. Un leggero alone all’angolo basso bianco delle prime 50 carte, pagine leggermente ed uniformemente brunite a causa della qualità della carta utilizzata per la stampa. Tagli spruzzati in azzurro. QuestoIMG_5486_clipped_rev_1 insieme di opere rappresenta una seconda edizione notevolmente aumentata rispetto alla prima del 1614 edita da Boutonne. Pubblicata inizialmente nel 1551 (in una seconda edizione ampliata del 1557) da Jean de Tournes e Guillaume Gazeau a Lione, la pubblicazione dell’opera fu in seguito ampiamente ripresa da Christopher Plantin ad Anversa dal 1561, prima di tornare in Francia all’inizio del XVII secolo. La prima innovazione di Plantin fu quella di includere insieme agli emblemi di Paradin una collezione molto simile, ma molto più piccola, di 37 emblemi di Gabriel Simeoni (1561, 1562 e 1567), mentre la seconda innovazione fu quella di produrre una traduzione latina di questo testo combinato per fornirlo a un pubblico di lettori più ampio stampandolo negli anni 1562, 1567 e 1583. Le xilografie di Plantin sopravvivono ancora nel Museo Plantin Moretus di Anversa. A riflettere il vasto interesse che l’opera suscitò è il fatto che fu pubblicata anche in una traduzione olandese ad Anversa nel 1563 e in una traduzione inglese a Londra nel 1591. I simboli di Paradin erano ancora abbastanza popolari nel XVII secolo da giustificare la pubblicazione a Parigi nel 1614, 1621 e 1622 da parte di Rolet Boutonné di una versione ulteriormente rivista e molto ampliata in cui i simboli di Paradin sono accompagnati da un nuovo commento del teorico di emblemi e simboli, Adrian d’Amboise. La terza opera è l’unica edizione di un trattato sugli emblemi scritto da Francois d’Amboise, opera curata dal figlio Adrien (1598-16??). Edizione non comune. Rif. Bibl.: Prima opera: Adams/Rawles/Saunders French emblem books F-469; Landwehr Romanic 572; Not in Emblem books Leiden. Seconda opera: Adams F-073; Landwehr 109. Terza opera: Adams F-074; Landwehr 108; Not in Emblem books Leiden.

1.250 euro

9) STORIA VENETA GUERRA OTTOMANO VENEZIA PRIMA EDIZIONE TURCHI TURCHIA CARTE GEOGRAFICHE GEOGRAFIA

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IMG_5455_clipped_rev_1Locatelli Alessandro,

Racconto historico della Veneta guerra in Levante, Diretta dal valore del Serenissimo Principe Francesco Morosini Capitan Generale la terza volta, Per la Serenissima Republica di Venetia contro l’Impero Ottomano, acquisti, maneggi rivolutione de’ Turchi, Stratagemmi militari, Trattamenti con Ministri de Principi, Cerimoniali, Comandi, Impieghi de Nob. Huomeni, ed in Terra, ed in Mare, con altri rimarcabili successi anno 1684 fino all’anno 1690. Opera postuma di Alessandro Locatelli, con li adornamenti delle piante del P. Vincenzo Coronelli Cosmografo della Sereniss. Republica, delle più riguardevoli, che si sono di nuovo conquistate, ed alcun’altre alla passata Guerra spettanti, ConsacrataAll’Altezza Serenissima di Francesco II Duca di Modona, Regio, Carpi, &c.

Colonia, A spese di Girolamo Albrizzi, 1691.

In 4°; 2 parti in un volume: (12), 358, (10) pp. e 306, (12) pp. e 52 c. di tavola a doppia pagina (su 54). Legatura in cartoncino d’attesa con rinforzo al dorso in carta sul quale è manoscritto, da mano posteriore il titolo e l’autore. Ex-libris privato applicato all’interno del piatto anteriore. Timbretto ex-libris al margine alto dell’occhietto. Prima edizione di questa importante opera che è consideratauna delle principali fonti sulla guerra tra Venezia ed i Turchi fra il 1684 ed il 1690. Grazie alle grandi capacità di condottiero Francesco Morosini, sia in mare che in terra, Venezia riuscì a rifarse della perdita di Creta, arrivando a controllare quasi tutto il Peloponesso e altre terre, città e piazzeforti di grande importanza strategica. AlessandroLocatelli è stato un importante scrittore e storico italiano, noto per il suo contributo alla letteratura del XVII secolo. Nato a Firenze, la sua opera più significativa è il “Racconto Historico della veneta guerra in Levante”, pubblicato nel 1691. Questo lavoro fornisce una dettagliata cronaca degli eventi bellici tra la Repubblica di Venezia e l’Impero Ottomano, mettendo in evidenza le strategie militari, le battaglie e le implicazioni politiche del conflitto. Locatelli si distingue per il suo stile narrativo incisivo e per la capacità di ricreare l’atmosfera storica e sociale del periodo, offrendo ai lettori una visione approfondita delle tensioni tra le potenze dell’epoca. La sua opera non solo documenta la storia della guerra, ma riflette anche sull’importanza del IMG_5456_clipped_rev_1contesto culturale e umano degli eventi. Grazie al suo impegno, Locatelli è ricordato come una figura significativa nella storiografia italiana. L’opera qui presentata è celebre per le bellissime tavole del grande geografo Vincenzo Maria Coronelli (Venezia, 16 agosto 1650 – Venezia, 9 dicembre 1718). Coronelli è stato un celebre gesuita, geografo, cartografo e geografico italiano, riconosciuto per il suo straordinario contributo all’arte della cartografia e alla diffusione delle conoscenze geografiche nel XVII secolo. La sua formazione, caratterizzata da un’educazione rigorosa e da una profonda curiosità intellettuale, lo portò a diventare uno degli studiosi più influenti del suo tempo. Coronelli è noto per la creazione di mappe e globi, in particolare i suoi dettagliati globi celesti e terrestri che testimoniano una straordinaria precisione scientifica e artistica. La sua opera più significativa è sicuramente la “Cosmografia”, pubblicata in due volumi tra il 1693 e il 1700, che rappresenta una sintesi delle conoscenze geografiche dell’epoca. Nel 1691, Coronelli ha inoltre fornito carte geografiche preziose per il “Racconto Historico della veneta guerra” di Alessandro Locatelli. Queste carte, caratterizzate da un’elegante rappresentazione dei territori coinvolti nel conflitto tra la Repubblica di Venezia e l’Impero Ottomano, arricchiscono notevolmente il testo di Locatelli, offrendo ai lettori una visione chiara e contestualizzata dei luoghi e delle strategie militari. Le mappe di Coronelli, stampate in doppia lastra, presentano una magnifica cornice che contorna le carte e le vedute dei luoghi e delle battaglie, ideati dal celebre geografo. Tali tavole non sono solo strumentali per la comprensione della guerra, ma anche opere d’arte che riflettono la sua abilità nella rappresentazione grafica e l’attenzione al dettaglio. La fornitura di queste carte non solo dimostra la professionalità e l’impegno di Coronelli come cartografo, ma mette anche in luce il suo ruolo cruciale nella documentazione degli eventi storici dell’epoca. La sua capacità di unire scienza e arte ha fatto sì che le sue mappe venissero utilizzate da storici, geografi e navigatori non solo del suo tempo, ma anche in epoche successive. Coronelli morì a Venezia il 9 dicembre 1718, lasciando un’eredità duratura nel campo della cartografia e della geografia. Fra i luoghi illustrati: Curzula, Lesina, S. Maura, Golfo di Patrasso, Lepanto, Peloponesso, Calamata, Navarino, Mistrà, Sparta, Corfù, Atene, Monenvasia, Zante, Ragusa, Milo, Candia. Esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Rif. Bibl.: Cicogna 982; Vinciana 597; Lozzi 6192; Ataby I, 716 (esemplare con mancanze di tavole).

6.700 euro

10) GRAND TOUR VEDUTE ARCHEOLOGIA VESUVIA CUMA NAPOLI CAMPI FLEGREI POZZUOLI BAJA

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IMG_5415_clipped_rev_1Morghen Filippo,

Gabinetto di tutte le più interessanti vedute degli antichi monumenti esistenti in Pozzuolo, Cuma e Baja e luoghi circonvicini con la giunta della Pianta Topografica della Città di Napoli, Pianta Littorale de’ Confini del Regno di Napoli fino a Pesto, Pianta del Cratere tra Napoli e Cuma, con l’indicazione di tutte le Vedute, Ed in fine l’interessante Veduta del Tempio di Santa Maria Maggiore nella Città di Nocera dei Pagani. Espresse in n° XXXXV rami, ed elegantemente incise dal celebre Filippo Morghen e disegnate da valenti professori.

In Napoli, Presso Nicola Gervasi Calcografo e Mercante di Stampe al Gigante di Palazzo N° 23, Marzo 1803.

In oblungo (35,2×48,5 cm); 42 tavole (su 45). Frontespizio inciso, 3 piante, 38 tavole all’acquaforte numerate in alto a destra (mancanti le tavole 21, 28 e 41). Legatura novecentesca in cartoncino foderato con carta a motivi verdi e panna. Le incisioni all’acquaforte misurano 28,5/29,0×38,4/39,2 cm. Qualche traccia di sporco e leggeri aloni al frontespizio. Leggerissimi aloni, minimi difetti, fioriture e foxing al margine esterno bianco di alcune tavole, praticamente ininfluenti e per il resto, nella zona di impressione, in buone-ottime condizioni di conservazione con impressioni dall’inchiostratura nitida. Opera stampata su carta vergellata pesante. Una delle più belle raccolte di vedute del territorio vesuviano fino ai Campi Flegrei. Filippo Morghen, nato a Firenze intorno al 1730, è stato un incisore italiano noto per le sue straordinarie capacità artistiche che lo resero uno dei protagonisti nella divulgazione delle meraviglie naturali e archeologiche del Sud Italia. Sebbene i dettagli sulla sua formazione iniziale siano scarsi, è noto che Morghen nel 1752 arrivò a Napoli, chiamato insieme a Giovanni Elia dal re Carlo di Borbone per partecipare alla realizzazione di un altro dei capolavori incisori dell’epoca, le “Antichità di Ercolano”. Napoli,, all’epoca, era un vivace centro culturale e artistico. Qui Morghen si stabilì e sposò anche la figlia del pittore di corte Francesco Liani. Il contesto napoletano del Settecento era particolarmente fertile per gli artisti, grazie all’interesse crescente verso le scoperte archeologiche e le bellezze naturali dell’area circostante. Morghen si inserì perfettamente in questo ambiente, contribuendo con le sue incisioni a diffondere l’immagine affascinante di luoghi come il Vesuvio e i Campi Flegrei. Queste aree, caratterizzate da una natura vulcanica e da resti archeologici di enorme interesse, divennero soggetti centralissimi nel suo lavoro. Le tavole dedicate al Vesuvio di Morghen rappresentano una testimonianza visiva delle eruzioni e dei paesaggi che hanno affascinato viaggiatori e artisti dell’epoca. Le sue incisioni, con il tempo, sono diventate, anche documentiIMG_5414_clipped_rev_1 preziosi per ricostruire i monumenti archeologici disseminati nel territorio e anche della nascente vulcanologia. Anche i Campi Flegrei, con la loro combinazione unica di fenomeni naturali e siti archeologici come il Tempio di Serapide, furono immortalati attraverso la meticolosità e l’abilità tecnica di Morghen. Il lavoro di Filippo Morghen contribuì a diffondere in tutta Europa, grazie alla tecnica dell’incisione, la magia e il mistero dei paesaggi vulcanici italiani, apprezzato dai viaggiatori del Grand Tour. Le sue opere non solo soddisfacevano il gusto estetico del tempo, ma fungevano anche da strumenti educativi per coloro che cercavano di comprendere meglio l’interazione tra uomo e natura in queste terre leggendarie. L’opera qui presentata venne pubblicata per la prima volta nel 1769 dedicata alla Society of Encouragement of Arts, Manifactures and Commerce. L’opera ebbe grande successo tanto da essere di nuovo edita nel 1803 e nel 1816 (in questa edizione collaborarono anche i suoi figli Raffaello e Antonio). Importante serie di vedute del territorio napoletano.

1.700 Euro

11) VEDUTE ROMANI TRIONFI INCISIONI POZZUOLI ROMA TIVOLI GRAND TOUR SADELER

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IMG_5405_clipped_rev_1Sadeler Marcus, Aegidius Sadeler, Panvinio Onofrio,

Vestigi delle antichita di Roma Tivoli Pozzuolo et altri luochi come si ritrovavano nel secolo XV. Unito a: Amplissimi ornatissimque triumphi, Vti. L. Paulus de rege Macedonum Perse capto, P. Africanus Aemilianus de Carthageninibus excisis.C. N. Pompeus Magnus ex oriente, Julius Augustis, Vespasianus, Traianus, et aly Imperatores Romani, Triumpharunt ex antiquissimis Lapidum, nummorum et librorum monumentis accuratissima descriptio: Onuphry Panuinij veronesis inventoris Operaet aeneis formis Antverpiae primum, nunc autem Roma apud Jo. Jacobum de Rubeis ad Templ. S.ae M.ae de Pace. Cum Privil- Sum. Pont. Er Sup. perm.

Prima opera: Roma, Si stampano in Roma da Gio. Iacomo de Rossi, Alla Pace Al in segna di parigi, S. luogo (ma 1660 circa). Seconda opera: Roma, De Rossi, s. data (ma 1660 circa)

2° oblungo (41×26,8 cm); due opere in un volume: (1), 50 cc. e 12 cc. Per la prima opera: Frontespizio inciso, con 49 tavole incise in rame numerate 1-50. Le due opere si presentano in legatura coeva in piena pelle con cornice in oro ai piatti. Dorso a 7 nervi. Titolo e ricchissimi fregi in oro ai tasselli. Tagli rossi. Nastro segnalibro in seta verde. Piatti interni foderati con bella carta marmorizzata. Qualche strofinatura ai tagli dei piatti, qualche lieve difetto ma nel complesso, esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. La prima opera è una delle più belle raccolte divedute delle vestigia antiche presenti fra Roma, Tivoli e Pozzuoli. La prima edizione, incisa da Aeigdius Sadeler e pubblicata a Praga nel 1606, venne ristampata nel 1660 con incisioni riprese e rifatte dal nipote, Marcus Sadeler. Diverse incisioni si ispirano a quelle realizzate da Du Perac alla fine del XVI secolo. Le stampe presenti nella copia che offriamo qui sono impressioni nitide e pulite con ampi margini. Importante opera dedicata alle antichità romane opera di una delle più importante famiglia di incisori del cinque-seicento, i Sadler. Egidius Sadeler (talvolta scritto Aegidius, o Gilles) fu un pittore e un incisore fra i massimi esponenti dei manieristi del Nord. La seconda opera, composta di 12 tavole, completa, è la rappresentazione di alcuni dei “trionfi” più magnifici e fastosi dell’antichità romana, comequello di Lucio Paolo sulla cattura del re dei Macedoni da parte dei Persiani e quello di Publio Emiliano Africano dopo la vittoria sui Cartaginesi. Altri trionfi sono quelli di Pompeo Magno, Giulio Augusto, Vespasiano, Traiano ecc. La serie di stampe venne realizzata dal noto incisore, storico appartenente all’ordine di Sant’Agostino, OnofrioIMG_5413_clipped_rev_1 Panvinio, nato a Verona nel 1530. Panvino oltre che per le sue opere storiche, fu un incisore e pittore italiano di grande talento. Cresciuto in un ambiente artistico, Panvinio sviluppò sin da giovane una profonda passione per l’arte incisoria, una forma d’arte che gli permetteva di esprimere la sua creatività attraverso la stampa su lastra di metallo. La sua carriera professionale iniziò a fiorire nella seconda metà del XVI secolo, durante un periodo in cui l’incisione stava guadagnando sempre più notorietà come mezzo di diffusione culturale e artistica. Panvinio si distinse per il suo stile preciso e dettagliato, che metteva in risalto non solo le caratteristiche fisiche dei soggetti, ma anche la loro espressività e il contesto storico e culturale. Il suo lavoro includeva ritratti, che spesso ritraevano importanti personalità dell’epoca, nonché riproduzioni di opere di artisti affermati. Tra queste, i suoi schizzi ispirati a maestri come Michelangelo e Raffaello testimoniano la sua ammirazione per i grandi del passato, pur mantenendo un approccio innovativo. Purtroppo, la vita di Panvinio fu breve; morì nel 1568 all’età di 38 anni. Insieme di due opere in buone-ottime condizioni di conservazione. Rif. Bibl.: per la prima opera: Rossetti, 9035; Olschki, 18018; Berlino 1855-1856 e Cicognara 3871 per informazioni sulle edizioni del 1606 e del 1660; la Library of Congress sembra possedere la variante attuale. Per la seconda opera: OCLC 254310870.

2.200 euro

12) SVIZZERA ECONOMIA ZURIGO SWISS ZURICH COMMERCIO

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Città di Zurigo,

Regierungs-Etat des Eidgenoessischen Standes Zurich auf das Jahr 1836

Zurich, Orell Fussli., 1836.

In 8°; 160 pp. Legatura coeva in catoncino rigido foderato con carta marmorizzata coeva. Esemplare in ottime condizioni di conservazione. Importante fonte storica per ricostruire l’economia ed il commercio del cantone svizzero di Zurigo nella prima metà dell’ottocento. L’opera contiene, divisi per città, gli elenchi dei nomi e delle attività commerciali presenti sul territorio, nel 1837. Qualche lieve fioritura dovuta alla qualità della carta e nel complesso, esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Molto raro. Very Rare.

130 euro

13) DUELLO TRATTATO DEI DUELLI VENEZIA STAMPATORI SESSA RAVANI ARMI DA TAGLIO MILITARIA CAVALIERI CAVALLERIA

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IMG_5327_clipped_rev_1Paride dal Pozzo,

Duello, Libro de Re, Imperatori, Principi, Signori, Gentil’homini & de tutti Armigeri, continente Disfide, Concordie, Pace, Casi accadenti & Iudicii, con ragione, Exempli & Authoritate de Poeti, Hystoriographi, Philosophi, Legisti, Canonisti & Ecclesiastici. Opera dignissima, & utilissima ad tutti gli spiriti gentili.

Venezia, S. stampatore (ma Pietro Ravani e Melchiorre Sessa il Vecchio), 12 maggio 1521

In 8° piccolo (14,5 x8,5 cm); (200) cc. nn. Bella legatura realizzata tra la seconda metà del seicento ed i primissimi del settecento, con titolo manoscritto da mano coeva al dorso. Ex-libris novecentesco di Ludovico de Gobbis applicato al recto del piatto anteriore. Tagli azzurri. Piccolissima perdita di carta al margine interno bianco delle carte C1 e C2, assolutamente ininfluenti e presenti prima della stampa del volume e nel complesso, esemplare in ottime condizioni di conservazione. Xilografia di duellanti al frontespizio, iniziali xilografiche, testo in corsivo. Il nome dell’autore, Paride Dal Pozzo, si ricava dall’intitolazione a carta B1r. Il nome degli stampatori, Pietro Ravani e Melchiorre Sessa il vecchio, si ricava dall’analisi del materiale tipografico. Fra le edizioni più rare e fra le primissime edizioni in lingua italiana stampate a Venezia dell’importante opera del celebre giurista italiano, conosciuto anche con il soprannome de “Il Puteo”, Paride del Pozzo (in latino Paris de Puteo, Pimonte in provincia di Napoli, all’epoca nel Ducato di Amalfi ad un paio di miglia da Castellamare, 1410 – Napoli, 1493). Poca documentazione certa esiste sulla sua vita tanto che laIMG_5330_clipped_rev_1 maggior parte delle sue notizie biografiche arrivano da studi del sei-settecento. Per comprendere la difficoltà di ricostruire le vicende giuridiche basti ricordare cosa scrive Ennio Cortese nel Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 32 del 1986 edito da Treccani, nella voce dedicata a dal Pozzo nel tentativo di ricostruire il percorso universitario dell’autore: “il Chioccarelli (dal quale traggono Toppi, Tafuri e altri) parla di Roma, Pavia, Firenze, Bologna, Perugia; il Giannone aggiunge per errore Milano; il De Fortis preferisce Padova a Pavia; il Giustiniani, con argomentazioni imperfette, limita la rosa a Padova, Firenze e Ferrara. In realtà, le sole informazioni che il D. stesso offre alludono a soggiorni in Toscana e a Bologna; in questa città, d’altronde, poté udire nei primi anni ’40 tutti i suoi maestri. Ma non vi conseguì la laurea, né d’altronde il suo nome è rintracciabile altrove in alcuno degli elenchi di dottorati pervenutici. A Bologna egli compare ancora nel 1445 soltanto come “bacalarius in decretis”: il titolo, usuale nelle scuole di teologia, ma non in quelle italiane di diritto, è tuttavia esplicitamente ricordato nella riforma del Collegio dei dottori giuristi stabilita da Giovanna II nel 1428, sicché appare plausibile che il D. avesse compiuto buona parte dei suoi studi a Napoli”. Quello che è sicuro è che una volta laureato, se dalla città partenopea si era allontanato, tornò a Napoli dove ben presto, si fece apprezzare per la sua preparazione e IMG_5329_clipped_rev_1arguzia. Qui entrò al servizio della corte aragonese e di Re Alfonso, ricoprendo diversi incarichi pubblici quali, ad esempio, auditore generale e inquisitore generale di tutto il regno. Alessandro Manzoni lo ricorda come uno strenuo oppositore della tortura come mezzo d’indagine. Fra gli incarichi che occupò c’è anche quello di “Commissarius regni” con ampi poteri per la repressione della criminalità e giudice della Vicaria intorno al 1473. Autore prolifico, scrisse diverse importanti opere, per lo più a carattere giuridico che furono molto apprezzate al suo tempo e gli portarono fama, bel al di là dei confini del regno aragonese. Dal Pozzo intuì la portata della nuova invenzione della stampa a caratteri mobili, volendo ben presto riprodurre le sue opere principali, con questa nuova tecnica. Come scrive sempre Cortese, “L’opera maggiore, il De syndicatu, rivela una formazione graduale che si colloca tra la prima stesura imperfetta, surrettiziamente sottratta all’autore e stampata con i tipi di Riessinger verso il 1473, e la redazione definitiva, profondamente rimaneggiata, apparsa nel 1485 per le cure e le spese di Francesco del Tuppo”.IMG_5331_clipped_rev_1 Fu autore anche di trattati di argomento diverso rispetto al diritto come “De Ludo” ed appunto, il noto trattato dedicato al duello, argomento di grande interesse tra quattrocento e cinquecento in tutte le corte europee. “Già Matteo D’Afflitto (In Const., I, In quaestionibus, n. 3) osserva che il De duello si ispira al duecentesco De pugna di Roffredo da Benevento, e in effetti interi passi appaiono copiati (H. Kantorowicz, De pugna, in Rechtshist. Schriften, Karlsruhe 1970, p. 270). La traduzione in volgare fu curata dal D. stesso (L. Nicodemi, Addizioni a N. Toppi, Biblioteca napoletana, Napoli 16833 p. 197) ed edita nel 1475 (Copinger) o 1476-77 (Fava-Bresciano) o 1477-78 (Indice generale degli incunaboli: indici I.G.I.); nel ‘500 apparve ripetutamente anche una traduzione in castigliano. Se il De ludo meritò una terza edizione incunabola a Pavia, per Cristoforo Cane, nel 1495, l’opera latina e volgare sul duello ebbe numerosissime stampe soprattutto nella prima metà dei Cinquecento; dell’originale latino resta oggi un ms. a Bergamo (Biblioteca civica, γ VI. 32).” (Ennio Cortese, Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 32, Treccani, 1986. Edizione fra le più rare di uno dei più celebri trattati sul duello, in ottime condizioni di conservazione. Rif. Bibl.: ICCU IT\ICCU\BVEE\002357; Essling 2095; Sander 5414; Olschki Choix 1°, n° 305, V° N 5162; Heym IIa – 501.

800 euro

14) BODONI BODONIANA PARMA BORBONI EDIZIONI DI LUSSO FERDINANDO I FUNERALIA ILLUSTRATI RARITA’ BIBLIOGRAFICA

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IMG_5432_clipped_rev_1Giordani Luigi Uberto,

Orazione funebre in morte di D. Ferdinando I di Borbone, Infante di Spagna Duca di Parma, Piacenza, Guastalla Ecc. Ecc. Ecc. Composta e Recitata da Luigi Uberto Giordani Parmigiano Consigliere del Supremo Consiglio di Piacenza, Individuo Onorario del Consiglio Generale della comunità di Parma, e professore emerito dell’Università.

Parma, Co’ Tipi Bodoniani, 1803

In folio (49,5×35 cm); (4), XXIV, (2), 12 p., (3) c. di tav., di cui 1 ripieg. Legatura coeva in cartoncino maculato. Alcune tracce di sporco alla prima carta bianca, ininfluenti e per il resto esemplare in ottime condizioni di conservazione ed ancora in barbe. Prima rarissima edizione nella tiratura di lusso, da non confondersi con le altre due edizioni dello stesso anno, una in ottavo ed una in quarto. L’opera si presenta con il frontespizio e tutte le tavole incise entro cornice xilografica a differenza delle altre due edizioni. Bellissimo ritratto di Ferdinando I Borbone disegnato e inciso da Francesco Rosaspina da un dipinto di Pietro Melchiorre Ferrari. Pianta e elevazione del mausoleo incisi da Paolo Bernardi su disegno di Donnino Ferrari. A carta [1]/4r: Descrizione delle solenni esequie di S.A.R. Don Ferdinando di Borbone Infante di Spagna duca di Parma, Piacenza, Guastalla ecc. ecc. ecc. celebrate dalla comunità di Parma nella chiesa civica detta della Steccata li 15 dicembre 1802. Questa seconda parte contiene una descrizione dettagliata degli avvenimenti che si tennero durante le esequie di Ferdinando I. Celeberrima edizione bodoniana di queste esequie parmensi edite in occasione della morte del Duca Ferdinando I di Borbone-Parma (Colorno, 20 gennaio 1751 – Fontevivo, 9 ottobre 1802) che fu duca di Parma, Piacenza e Guastalla dal 1765 al 1802, Infante di Spagna dal 1751 al 1802 e Principe di Francia in quanto nipote del re Luigi XV di Francia. Ferdinando fu regnante del Ducato di Parma in uno dei periodi più turbolenti della sua storia, quando, in seguito ai fatti legati alla rivoluzione francese ed una crescente opposizione interna, la sua situazione politica divenne assai difficile, ed il Duca, che cercò a più riprese l’aiuto della corona d’Austria, arrivò ad essere messo agli arresti domiciliari, insieme alla consorte, da Napoleone Bonaparte li mise agli arresti domiciliari nel Palazzo Reale di Colorno, dal 1796 al 1801. Ferdinando, nonostante le pressioni, si rifiutò a più riprese di cedere il suo ducato alla Francia, nonostante suo figlio Ludovico, avesse firmato il 20 marzo del 1801 il Trattato di Aranjuez, con il quale il ducato doveva passare in mano francese. Ferdinando disconobbe sempre questa firma e la cosa, probabilmente, gli costò la vita. Dopo un pranzoIMG_5431_clipped_rev_1 abbondante a base di maiale, il Duca inizò a soffrire di forti dolori allo stomaco e dopo diversi giorni di terribili sofferenze spirò a Fontevivo. Seppur le cause della morte ufficiali parlarono di morte naturale, vi sono notevoli possibilità che Ferdinando I fosse stato avvelenato dai napoleonici per eliminare una figura scomoda. L’edizione è opera del grande tipografo, incisore e stampatore parmense, Giambattista (Giovanni Battista) Bodoni (Saluzzo, 26 febbraio 1740 – Parma, 30 novembre 1813) celeberrimo per la raffinatezza dei suoi caratteri tipografici e la bellezza delle sue edizioni. Questa qui presentata, nella sua versione in foglio, è una delle sue opere più eleganti e belle. Quando gli venne commissionata la stampa dell’opera che qui presentiamo, Bodoni decise di tirare l’opera in tre formati differenti Tutte e tre le edizioni dovevano essere curatissime ma l’edizione in 8° non presentava le tavole fuori testo, quella in 4° non aveva il testo in cornice e pur essendo ricca non poteva però, competere con l’edizione che qui presentiamo, tirata in un numero assi limitato di copie per i regnanti ed i personaggi influenti europei. L’edizione di lusso è curatissima sia per l’apparato grafico che per la qualità della carta utilizzata e per la finezza delle tavole fuori testo. Opera in buone-ottime condizioni di conservazione, da non confondersi con le edizioni in 8° e 4° con lo stesso titolo. Rif. Bibl.: Brooks, n. 889 ; De Lama, v. 2, p. 152-153; IT\ICCU\TO0E\010498.

600 euro

15) LETTERATURA ITALIANA PRIME EDIZIONI DEDICHE UTOGRAFE AUTOGRAFI TAMARA REGGIO EMILIA COPPARO FERRARA

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IMG_5230_clipped_rev_1 (1)Govoni Corrado,

Aladino, lamento su mio figlio morto.

S. luogo (Verona), Arnoldo Mondadori Editore, 1946

In 4°; 167, (3) pp. Conservati il foglietto pubblicitario editoriale, quello con “Agli amici lettori” e anche la cartolina editoriale Mondadori per l’ordine di altre opere. Brossura editoriale con titolo in rosso e nero e acetato protettivo editoriale. Esemplare in perfette condizioni di conservazione ed ancora in barbe. Dedica manoscritta di Corrado Govoni al celebre scrittore e uomo politico, figura di spicco del Partito Socialista Democratico Italiano, Luigi Preti (Ferrara, 23 ottobre 1914 – Bologna, 19 gennaio 2009). Prima edizione di questo importante scritto del poeta, Corrado Govoni (Tamara, frazione di Copparo in provincia di Reggio-Emilia, 29 ottobre 1884 – Lido dei Pini, 20 ottobre 1965). Corrado Govoni è una figuraemblematica della letteratura italiana del XX secolo, un poeta la cui opera riflette un viaggio attraverso diverse correnti artistiche e una profonda esplorazione dell’animo umano. Nato a Tamara il 29 ottobre 1884, Govoni iniziò il suo percorso letterario all’interno del movimento futurista, per poi evolvere verso un’espressione più personale e intimista. “Aladino” rappresenta laprima opera di notevole rilievo dopo la fine dell’esperienza futurista. “Aladino” rappresenta un momento significativo nella carriera poetica di Govoni. Pubblicato durante un periodo in cui l’autore aveva già iniziato ad allontanarsi dal dinamismo sfrenato del futurismo, questa raccolta di poesie è testimonianza della sua capacità di fondere immagini ricche e dettagliate con una lirica meditativa. L’opera affascina per l’uso immaginifico e visionario delle parole, capaci di evocare mondi fantastici e incantati, in cui trovano spazio sia la meraviglia dell’infanzia sia le riflessioni sulla maturità e sul tempo che passa. Govoni riesce a creare un linguaggio poeticoIMG_5232_clipped_rev_1 unico, in cui la semplicità apparente delle forme si carica di profondità emotiva e simbolica. Nei suoi versi, l’autore esplora temi universali come il sogno, il mistero e la ricerca del sé, rendendo“Aladino” un’opera aperta a molteplici livelli di interpretazione. La capacità di parlare sia alla sensibilità del poeta che alla logica del lettore fa di Govoni una voce distintiva e affascinante nel panorama della poesia italiana. Questa raccolta, dunque, non è solo una testimonianza dell’evoluzione stilistica dell’autore, ma anche un invito a lasciarsi trasportare dalla magia della parola, riscoprendo la bellezza nascosta nel quotidiano. Scrive Riccardo D’Anna nella voce dedicata a Corroda Govoni nel Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 58 (Treccani 2002). ” [G.] Scrive In una lettera datata 1° sett. 1943, indirizzata all’amico Papini (cit. in Portelli, pp. 272 s., 422), al quale era legato dai tempi della Voce, il G. riconosceva apertamente l’errore di aver creduto, per un certo periodo, in B. Mussolini, e di avergli reso “poetici omaggi” (ci si riferisce, in particolare, a Saluto a Mussolini, Roma 1932, e al Poema di Mussolini, ibid. 1937). Occorre altresì rilevare quanti scrittori, anche maggiori, avevano usufruito di simili espedienti durante il Ventennio: e con particolare rilievo nel caso del G., un po’ sbrigativamente bollato come “poeta fascista” (Portelli, p. 273), sempre sospeso fra una “fortuna” e un riconoscimento della propria opera, costantemente negatigli (e che solo in parte gli avrebbero tardivamente arriso), e il disincanto e l’orgoglio di chi corre solo e non vuol far parte di alcuna cordata. A prescindere dall’ambigua posizione politica assunta dal G., dovettero, comunque, esserci non poche discordanze con il primogenito Aladino, militante della Resistenza romana, che, nel 1944, trovò la morte nell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Una commossa addolorata rievocazione dell’episodio si ha in La fossa carnaia ardeatina IMG_5233_clipped_rev_1(Roma 1944) e in Aladino. Lamento per mio figlio morto (Milano 1946). Certo è che, biograficamente, per il G. la morte del figlio rappresentò “il culmine tragico di una vicenda di delusioni e sconfitte” sia sul piano pubblico, sia sul piano della tragedia privata. Il G. si abbandona a un’invettiva che nulla risparmia, a un odio smisurato che sembra esser la sola cosa che lo tiene in vita: ma ne escono anche i versi più drammatici e dolorosi dell’intera sua vicenda poetica, conchiusi come esperienza a sé, anche letterariamente, nel dramma esistenziale che li aveva generati. Considerevole, per mole, fu anche la produzione teatrale e narrativa del Govoni. In chiave teatrale (cfr. l’edizione integrale del Teatro, a cura di M. Verdone, Roma 1984) si dovrà notare, parimenti, dello scrittore, il contrasto fra l’alchimista verbale e l’incontinenza inquieta, resa nello iato che distanzia la “logorrea sublime dei personaggi” dal “declassamento piccolo-borghese delle situazioni” (Baldacci). La scrittura teatrale partecipa dunque alle peculiarità del poeta, “traducendole però in una cifra di ingenuità che se è ammissibile nella dimensione del lirico, rischia di scoprirsi in modo imperdonabile nella dimensione scenica, quand’essa, com’è fatale, si combina con la valenza ideologica” (ibid.).”. Prima edizione, in ottime condizioni di conservazione ed arricchito dalla dedica autografa di Govoni ad eminente personaggio, il foglietto con la pubblicità editoriale, quello con “Agli amici lettori” e la cartolina editoriale Mondadori. Rif. Bibl.: Portelli, L’ordine è già stato eseguito: Roma, le Fosse Ardeatine, la memoria (2012), cap. 2.; ICCU IT\ICCU\VIA\0017084.

200 euro

16) ORNITOLOGIA STORIA NATURALE AUTOGRAFI ORNITHOLOGIE HISTOIRE NATURELLE AUTOGRAPHES ORNITHOLOGY NATURAL HISTORY AUTOGRAPHS

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IMG_5237_clipped_rev_1Miscellanea a carattere ornitologico di 6 opere Jean François Lescuyer. Legatura coeva in piena tela amaranto con titolo e filetti in oro al dorso etripla cornice a secco ai piatti. Dedica autografa di Lescuyer alla prima carta bianca del primo volume.

Lescuyer Jean François,

  1. Les oiseaux dans les harmonies de la nature, Deyxieme editon, considerablement augumente. Paris,Saint-Dizier, Bailliere, Marchand, 1878. 218 pp. Seconda edizione aumentata.

  2. Introduction à l’étude des oiseaux de la Marne. Paris,Saint-Dizier, Bailliere, Marchand, 1878. 23, (1) pp. Prima edizione.

  3. Etude sur les oiseaux. Architecture des nids. Deuxième édition, revue et augmentée. Paris,Saint-Dizier, Bailliere, Marchand, 1878. 222, (1) pp. Seconda edizione aumentata.

  4. Oiseaux de passage et tendues, Memoires de 1874 et de 1876. Paris,Saint-Dizier, Bailliere, Marchand, 1876. (8), 116 pp. Seconda edizione aumentata.

  5. La Heronniere D’Ecury Et Le Heron Gris, Nouvelle Edition Considerablment Agumentée, Paris,Saint-Dizier, Bailliere, Marchand, 1876. (6), 118, (2) pp. Seconda edizione notevolmente aumentata.

  6. La Heronniere D’Ecury Et Le Heron Gris, Paris,Saint-Dizier, Bailliere, Marchand, 1878. 134, (2) pp. Prima edizione.

In 8° grande. Esemplare in ottime condizioni di conservazione. Raro insieme di scritti ornitologici del celebre ornitologo e naturalista francese, Jean-François Lescuyer. Nato il 7 gennaio 1820 a Charmont, nella regione della Marna, Lescuyer dedicò la sua vita allo studio del mondo naturale, concentrandosi in particolare sugli uccelli. Durante un periodo di grandi scoperte scientifiche, Lescuyer si distinse per il suo approccio scrupoloso eIMG_5239_clipped_rev_1 la sua passione inesauribile per l’ornitologia. L’ornitologia nel XIX secolo stava attraversando un periodo di crescente professionalizzazione eLescuyer divenne una figura di riferimento grazie ai suoi approfonditi studi sul comportamento, l’habitat e la classificazione degli uccelli. Egli lavorò diligentemente per documentare specie poco conosciute, contribuendo a un più ampio apprezzamento della biodiversità avicola dell’epoca. Le sue ricerche furono caratterizzate da un meticoloso lavoro sul campo e da una profonda attenzione ai dettagli, testimoniando una dedizione totale alla scienza. Tra i suoi contributi più significativi vi è la descrizione accuratadi specie locali che fino a quel momento erano state poco considerate dalla comunità scientifica internazionale. Lescuyer comprese e documentò come le variazioni climatiche e ambientali influenzassero le abitudini migratorie degli uccelli, apportando nuove comprensioni sugli adattamenti naturso pubblicazioni su riviste accademiche, dove il suo rigore e la sua chiarezza espositiva vennero ampiamente riconosciuti. Lescuyer giocò un ruolo cruciale nel sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della conservazione degli habitat naturali, un tema che iniziava a emergere con urgenza. La sua passione per l’insegnamento e la divulgazione avvicinò un vasto pubblico al fascino e alla complessità del mondo avifaunistico, ispirando una nuova generazione di naturalisti. Jean-François Lescuyer morì il 15 settembre 1887 a Saint-Dizier, nella Haute-Marne, lasciando dietro di sé un’importante eredità scientifica e culturale.

290 euro

17) EFFEMERIDE ASTRONOMIA BOLOGNA STORIA LOCALE PIANETI ASTRI ASTRONOMY

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Università di Bologna,

EphemerideIMG_5221_clipped_rev_1s motuum caelestium Ex Anno 1787 in Annum 1798 Ad Meridianum Bonomiae Supputatae ad usum Instituti.

Bononiae, Ex Typographia Instituti Scientiarum, 1786

In 4° grande; IV, 336 pp. e una c. di tav. più volte ripiegata e un’antiporta illustrata. Legatura originale in cartoncino d’attesa. Magnifico esemplare dagli ampli margini ed ancora in barbe. Bellissima l’antiporta illustrata realizzata da Zanotti e Picart. La tavola furoi testo è una tavola a carattere geografico. Celebre pubblicazione astronomica che ripercorre la posizione degli astri sul meridiano bolognese dal 1787 al 1798. Non comune a reperirsi ancora in barbe. Rif. Bibl.: Canterzani, pag. 339: “… Corso di dodici anni… continua gli anni pubblicati da Eustachio Zanotti”.

550 euro

18) BIOGRAFIE FEMMINILI PRIME EDIZIONI RARITA’ BIBLIOGRAFICHE SWISS SVIZZERA ZURICH ZURIGO FLUNTERN NAPOLENE ESERCITO NAPOLEONICO NAPOLEONICA AMAZZONI DONNE IN UNIFORME

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IMG_5254_clipped_rev_1Regula Engel-Egli,

Lebensbeschreibung der Wittwe des Obrist Florian Engel von Langwies, in Bündten, geborner Egli von Fluntern, bey Zürich: enthaltend: die Geschichte ihres Herkommens, Jugendschicksale, Verheurathung, und weitläufigen Reisen im Gefolge der französischen Armeen durch ganz Frankreich, die Niederlande, Italien, Spanien, Portugall, die Oesterreichischen und Preussischen Staaten, Deutschland, und besonders auch der Expedition in Egypten, und einer spätern Reise nach Amerika.

Zurich, S. stampatore, 1821

In 8°; 174 pp. ed una grande c. di tav. più volte ripiegata. First edition. Prima Edizione. Legatura ceova in cartoncino rigido foderato con bella carta marmorizzata coeva. Nome dell’autrice e filetti in oro al dorso su fascetta in pelle. Ex-libris nobiliare ottocentesco al recto del piatto anteriore. Qualche strofinatura ai piatti, qualche leggerissima brunitura e nel complesso esemplare in buone condizioni di conservazione. Rarissima prima edizione di una delle più importanti e curiose biografie femminili mai scritte. Regula Engel-Egli (nata 5 marzo 1761 a Fluntern quartiere di Zurigo; morta 25 giugno 1853 a Zurigo). Regula Engel-Egli fu una scrittrice e viaggiatrice svizzera, il cui nome è associato alla sensibilità e all’introspezione dell’epoca romantica. Suo padre, ex ufficiale dell’esercito prussiano, si separò dalla moglie tre anni dopo la nascita della figlia. Cresciuta in un ambiente intellettualmente stimolante, Regula sviluppò presto una passione per la letteratura. La sua vita prese una direzione avventurosa quando nel 1778 IMG_5256_clipped_rev_1sposò l’ufficiale prussiano Florian Engel, un ufficiale mercenario grigionese in un reggimento svizzero dell’esercito napoleonico che la portò a viaggiare con le truppe napoleoniche. Durante la sua vita divenne madre di 21 figli e combatté più volte, sui campi di battaglia portando un’uniforme. Suo marito e due dei suoi figli morirono nel 1815 nella battaglia di Waterloo. La stessa Regula prese parte a questa celebre battaglia sopravvivendo nonostante le numerose e ferite riportate negli scontri. I suoi lunghi viaggi in buona parte al seguito dell’esercito napoleonico che la portarono ad attraversare la Francia, i Paesi Bassi, l’Italia, la Spagna, il Portogallo, lo stato austriaco e quello prussiano, la Germania, fino all’Egitto ed in seguito anche, in America, offrirono a Regula un’opportunità unica di osservare culture diverse e situazioni storiche significative. Le esperienze vissute durante questi spostamenti influenzarono profondamente la sua scrittura, fornendo spunti per riflessioni sulla guerra, la vita militare e la condizione umana. Regula documentò queste esperienze nei suoi diari e lettere, creando così un’importante testimonianza storica delle vicissitudini delle truppe napoleoniche, finendo col creare una delle più curiose ed importanti biografie femminili mai scritte. Nonostante la figura di Regula Engel-Egli non sia. Ripresasi dalle ferite, Regula ritornò in Svizzera. Qui si trovò ben presto in restritezze economiche tanto che decise di scrivere la biografia della sua vita, che verrà pubblicata per la prima volta nel 1821 (opera che qui presentiamo), opera che ottenne notevole successo. L’opera era la trascrizione diretta delle sue memorie annotate da un parente anziano (almeno da quello che ci viene riportato all’interno della prima edizione della sua biografia). Nel 1827 l’autrice scrisse una seconda parte, che fu pubblicata l’anno successivo. Nonostante i buoni risultati di vendita, anche di questa seconda edizione, trascorse la pensione in notevoli ristrettezze finanziarie. Engel-Egli morì il 25 giugno 1853, in condizioni di completa povertà, in un ospedale di Zurigo, alla veneranda età di 92 anni. Oggi la vita dell’amazzone in uniforme o l’amazzone di Napoleone, come erano soliti chiamarla, non è molto conosciuta al di fuori della Svizzera ma all’epoca, riscosse notevole interesse in tutta Europa tanto che questa sua biografia fu tradotta in diverse lingue. Recentemente la sua figura è stata recuperata e le sue memorie sono state nuovamente ripubblicate in diverse lingue. Questa prima edizione è rarissima. Rif. Bibl.: Austrian National Library, +Z103536103; Swiss National Library, A 2240 2. Ex.

900 euro

19) MEMORIE MILITARI NAPOLEONICA NAPOLEONE MEMORIE DI GUERRA

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IMG_5258_clipped_rev_1Henke Adolph Christian Heinrich,

Darstellung des Feldzuges der Verbündeten gegen Napoleon im Jahr 1813. Voran eine kurze Übersicht des Feldzuges Napoleons gegen Rußland im Jahr 1812.

Erlangen, Palm, 1815

In 8° grande; (4), 390 pp. Legatura coeva in cartoncino semi-floscio. Primo volume IMG_5260_clipped_rev_1della prima edizione di questo celebre resoconto delle campagne napoleoniche scritte dal medico Adolph Henke (1775-1843). In questo primo volume sono descritte le campagne della Grande Armata contro l’armata napoleonica nella Slesia ed in Francia. Adolph Henke, nato nel 1775, è stato un noto medico militare tedesco la cui carriera si è contrapposta agli eventi turbolenti dell’era napoleonica. Dopo aver completato gli studi di medicina, Henke si unì all’esercito prussiano dove si distinse per le sue competenze mediche e la dedizione al benessere dei soldati. Henke è principalmente ricordato per il suo contributo alla medicina militare, specialmente durante le campagne in cui il suo lavoro si è concentrato sulla cura e sul trattamento delle ferite in tempo di guerra. Le sue esperienze sul campo lo portarono a scrivere opere che riflettevano le sfide della medicina in situazioni estreme e le necessità di innovare le tecniche chirurgiche e le pratiche sanitarie. Nel corso della sua vita, Henke scrisse anche trattati scientifici e articoli che contribuirono a migliorare le conoscenze sulla medicina generale e la salute pubblica. Morì nel 1843, lasciando un’eredità duratura nel campo della medicina militare. Opera non comune. In buone condizioni di conservazione.

120 euro

20) VIAGGI TRAVEL AFRICA NUBIA NUBIEN KORDOFAN EGITTO EGYPT FIRST EDITION PRIME EDIZIONI STORIA NATURALE NATUR HISTORY

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Rüppell EdIMG_5251_clipped_rev_1uard,

Reisen in Nubien, Kordofan und dem peträischen Arabien vorzüglich in geographisch-statistischer Hinsicht. Mit acht Kupfern und vier Karten.

Frankfurt [am Main], bei Friedrich Wilmans, 1829.

In 8° grande; XXVI, 388, (2) e 12 c. di tav. fuori testo più volte ripiegate (8 tavole con reperti archeologici e grandi vedute e 4 carte geografiche più volte ripiegate). Legatura coeva in mezza pelle verde con titolo e autore in oro su fascetta rossa al dorso. Ricchi fregi in oro ai tasselli ed ai nervi. Dorso a 4 nervi. Fregio in oro ai piatti che si presentano foderato da carta marmorizzata coeva. All’interno della legatura sono stati conservati i piatti originali d’attesa in carta azzurra. Unghie dei piatti in pelle. Nota di possesso privato, in tedesco, all’interno del piatto in brossura. Qualche leggera brunitura, uno strappo senza perdita di carta ad una delle carte e nel complesso, esemplare in buone condizioni di conservazione, completo ed in bella legatura coeva. Prima edizione di questa interessante racconto di viaggio che rappresenta la prima testimonianza scritta di un europeo nel Kordofan. Wilhelm Peter Eduard Simon Rüppell, nato a Francoforte sul Meno il 20 novembre 1794, è stato un rinomato naturalista, zoologo ed esploratore tedesco, la cui carriera è stata caratterizzata da una profonda passione per la scoperta scientifica e l’esplorazione geografica. Dopo aver completato gli studi in medicina e storia naturale, Rüppell sviluppò un interesse particolare per la zoologia e l’ornitologia. Il viaggio più significativo della sua vita ebbe luogo tra il 1822 e il 1825, quando partì per un’accurata esplorazione della Nubia, un’area che comprende parte dell’attuale Sudan ed Egitto, arrivando a visitare, come primo europeo, il quasi leggendario Kordofan,. Durante questo viaggio, Rüppell raccolse esemplari di fauna e flora, documentando nuove specie e contribuendo in modo sostanziale alla conoscenza zoologica del tempo. La sua opera più importante, “Reisen in Nubien, Kordofan und dem peträischen Arabien vorzüglich in geographisch-statistischer Hinsicht”, pubblicata nel 1829, descrive in dettaglio le sue osservazioni e scoperte, la flora, la fauna, nonché la cultura e le popolazioni locali. Rüppell è noto anche per il suo lavoro sulla classificazione di uccelli e mammiferi, e per aver descritto diverse specie che portano oggi il suo nome, come il fenicottero di Rüppell. Morì a Francoforte sul Meno il 10 dicembre 1884, lasciando un’importante eredità scientifica. La sua dedizione all’esplorazione e alla scienza ha ispirato future generazioni di naturalisti e zoologi, contribuendo significativamente allo sviluppo della tassonomia e della biogeografia nel XIX secolo. Prima edizione, completa ed in bella legatura coeva. Rif. Bibl.: Graesse VI/1.188; Henze IV.706; Brunet IV.1462; Kainbacher³ 355: `Sehr selten`; Gay 117; Embacher 255: Rüppell “nel 1822-28 viaggiò in Egitto, in Nubia e, come primo europeo, nel quasi leggendario Kordofan, che era stato appena conquistato da Mehemed […]”.

700 euro

21) LETTERATURA VENEZIA ALDINA ALDO MANUZIO IL GIOVANE UMANESIMO ESTETICA

IMG_5219_clipped_rev_1Manuzio Aldo il Giovane,

Eleganze scielte da Aldo Manutio con copia toscana e latina accresciute sotto i loro Capi dal M.R.P.F. Girolamo Capugnano; E da noi in questa nostra Impressione da molti errori espurgate. Aggiuntoui un breve discorso intorno gli stati della smarrita Lingua Latina, e come si possa con la Copia de’ Sinonimi, & uso delle Figure con leggiadria, & eleganza variando la elocutione, di nuovo scaturite il suo antico splendore. Con la Tavola de’ Capi nel fine.

In Venetia, appresso li Prodotti, 1700

In 12°; 72, 504, (24) pp. le ultime tre pagine bianche. Legatura coeva in piena pergamena molle. Titolo manoscritto da mano coeva al dorso. Un piccolo forellino al dorso, qualche pagina con leggere fioriture dovute alla qualità della carta e nel complesso esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Piccolo fregio xilografico al frontespizio. Finalini xilografici. Aldo Manuzio il Giovane, nato il 13 febbraio 1547 e morto il 28 ottobre 1597, è stato un significativo editore e scrittore italiano e “Le Eleganze”, pubblicata per la prima volta nel 1556 dallo stesso Paolo, sono una delle sue opere di maggior successo editoriale. Questa opera ha avuto un’importanza particolare nel contesto della tipografia e della letteratura del Rinascimento, poiché rappresenta un tentativo di coniugare l’approccio umanista con le esigenze estetiche e stilistiche della lingua italiana. “Le Eleganze” si distingue per la sua attenzione alla corretta espressione linguistica e per le regole stilistiche proposte, che miravano a elevare la qualità della scrittura. Manuzio il Giovane, discendente di Aldo Manuzio, fondatore della celebre casa editrice aldina, si impegnò a mantenere viva la tradizione del nonno producendo testi di alta qualità e promuovendo la cultura classica. Attraverso “Le Eleganze”, egli cercò di offrire ai lettori strumenti pratici per migliorare la loro scrittura e per comprendere meglio le sfide dell’italiano. Il suo lavoro riflette una continua ricerca di bellezza e precisione, evidenziando l’importanza della lingua come veicolo di IMG_5220_clipped_rev_1cultura. Scrive Emilio Russo nella voce dedicata ad Aldo il Giovane nel Dizionario Biografico degli Italiani (Treccani, Volume 69, 2007): “[…] Per iniziativa del padre ottenne alcune rendite ecclesiastiche e fu posto a studiare sotto la guida di diversi precettori: undicenne, in visita a Padova, impressionò un erudito del calibro di Marcantonio Mureto. Pochi mesi dopo continuò da solo gli studi, cominciando a collaborare con il padre nelle attività della stamperia e nella fittissima corrispondenza con i letterati del tempo. Già nel 1556 uscì, per le edizioni di Paolo, la raccolta delle Eleganze, insieme con la copia, della lingua toscana e latina, scielte da Aldo Manutio, utilissime al comporre nell’una e l’altra lingua. La dedica, del 30 giugno, era indirizzata a L. Beccadelli e l’opera, che aveva l’obiettivo di accompagnare le “propie figure toscane con le propie latine” (c. *2v), avrebbe incontrato larghissima fortuna editoriale, più volte ristampata e incrementata dal Manuzio. Dopo la partecipazione, nel 1559, alla correzione delle epistole ciceroniane nell’edizione curata dal padre, nel gennaio 1561 il M. pubblicò l’Orthographiae ratio, ab Aldo Manutio, Pauli f. collecta, con una lettera di dedica a Francesco Morando, nella quale le prime parole sono spese a ricordare il nome fatto illustre dagli avi con l’eccellenza negli studi umanistici, e il proprio impegno a perpetuarne la fama. […]”. Bell’esemplare. Rif. Bibl.: ICCU IT\ICCU\URBE\027644.

140 euro

22) MECCANICA CHIMICA ELETTRICITA’ FISICA GALVANISMO PRIME EDIZIONI SCIENZE ESPERIMENTI SCHWABACH PARAFULMINI MECHANIK CHEMIE ELEKTRIZITÄT PHYSIK GALVANISMUS ERSTE AUSGABEN WISSENSCHAFTEN EXPERIMENTE SCHWABACH BLITZABLEITER MECHANICS CHEMISTRY ELECTRICITY PHYSICS GALVANISM FIRST EDITIONS SCIENCES EXPERIMENTS SCHWABACH LIGHTNING RODS

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IMG_5216_clipped_rev_1Johann Konrad Gütle,

Sammlung neuer physikalischer, chemischer und mechanischer Instrumente und Spielwerke,

Nürnberg, Seidel, 1805.

In 8° grande; XVI, 304 pp. e 10 c. di tav. più volte ripiegate. Legatura coeva in mezza-pelle chiara con ricchi fregi in oro al dorso. Piatti foderati in carta marmorizzata coeva. Tagli spruzzati in azzurro. Le pagine di testo si presentano uniformemente e leggermente brunite. Le 10 tavole presentano delle leggere fioriture a causa della qualità della carta utilizzata per la stampa. Nel complesso esemplare in buone condizioni di conservazione. Prima edizione rara. Vignettacon alchimista al lavoro al frontespizio. Johann Konrad Gütle, nato il 25 marzo 1747 a Schwabach, è stato un poli-strumentista, inventore e fisico tedesco il cui impatto sulla scienza e sulla tecnologia del XVIII e XIX secolo è stato significativo. Gütle ha iniziato la sua carriera come legatore di libri e produttore di fodere per cappelli, ma la sua curiosità innata lo ha portato a diventare un autodidatta nel campo della fisica e della matematica. A partire dal 1780, si consacrò come esperto viaggiatore intrattenendo il pubblico mentre vendeva e riparava macchine per elettrizzare, oltre a trattare malattie attraverso l’elettrificazione. Gütle si guadagnò una reputazione piuttosto controversa. Ad esempio, laddove a IMG_5217_clipped_rev_1Heilbronn era considerato un truffatore, a Regensburg era descritto come un “mechanicus” di alto livello. In effetti, un “mechanicus” all’epoca indicava un artigiano altamente abile e ingegnoso, capace di lavorare vari materiali. Gütle si stabilì a Norimberga nel 1788, dove divenne noto come produttore di elettrizzatori e come precursore nel campo della protezione contro i fulmini, installando i primi parafulmini in vari luoghi della Franconia e guadagnandosi un’eccellente reputazione. Nel 1805, pubblicò la sua opera fondamentale, “Sammlung neuer physikalischer, chemischer und mechanischer Instrumente und Spielwerke”. In questo lavoro, Gütle presentava un’ampia raccolta di strumenti e dispositivi scientifici, evidenziando le sue invenzioni innovative e le sue applicazioni pratiche nella fisica e nella chimica. La sua “lampada elettrica”, che utilizzava un elettroforo per accendere una lampada a gas, è diventata famosa nella letteratura internazionale. Oltre alla produzione di macchine e strumenti, Gütle si dedicò anche alla creazione di prodotti cosmetici e per la cura dei capelli, guadagnando persino il riconoscimento da parte del poeta Jean Paul, che menzionò una sua tintura per i capelli. Morì a Norimberga il 10 dicembre 1827, lasciando un’eredità duratura come innovatore nel campo della fisica, della chimica e della tecnologia del suo tempo. La sua vita e le sue opere testimoniano il suo spirito intraprendente e il suo impegno nel progresso scientifico. Prima edizione rara. Very rare first edition. Rif. Bibl.: Digital.deutsches-museum.de/item/BV001522479.

400 euro

23) ECONOMIA ECONOMY PRIME EDIZIONI FIRT EDITION LIVORNO

IMG_5215_clipped_rev_1Mugnai Alessandro,

In dimostrazione che gl’Italiani sono stati i primi cultori, ed i promotori insieme della moderna scienza di pubblica economia memoria dell’avvocato Alessandro Mugnai letta all’Accademia labronica di Scienzelettere ed arti li 28. dicembre 1824.

S. Luogo (ma prob. Livorno), S. stampatore, S. data (ma 1824)IMG_5214_clipped_rev_1

In 4° piccolo; 62, (2) pp. Brossura editoriale coeva. Nota di possesso privato al margine alto della brossura. Interessante scritto dell’avvocato livornese, Alessandro Mugnai nel quale l’autore cerca di dimostrare come l’Italia sia la patria delle scienze economiche a partire da Bernardo Davanzati nato nel 1529, Francesco Paganini Volterrano, Gaspero Scaruffi, Antonio Serra, Marco Antonio De Santis, Geminiano Montanari modenese, Carlo Antonio Broggia napoletano, il senese Arcidiacono Sallustio Bandini (del quale vengono esposte le opinioni economiche in maniera più estesa rispetto agli altri personaggi chiamati in causa), il Presidente Pompeo Neri, fino a Girolamo Belloni che pubblicò nel 1750 una dissertazione sul commercio che anticipa di 5 anni i saggi economici di Quesney. Opera non comune, genuina ed in buone-ottime condizioni di conservazione.

100 euro

24) ROMANZI D’APPENDICE AVVENTURA CLASSICI DELLA LETTERATURA LETTERATURA FRANCESE PRIME EDIZIONI ITALIANE

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IMG_5201_clipped_rev_1Alessandro Dumas,

Lo Spettro di Montecristo, romanzo che fa seguito al Conte di Montecristo per Alessandro Dumas,

Milano, G. Bestetti Tipografo-Editore, 1871

In 4°; 1056 pp. Legatura coeva in mezza-pelle chiara con dorso a cinque nervi. Titolo e autore in oro su fascette in pelle verde e marrone al dorso. Eleganti fregi in oro ai tasselli. Piatti foderati in percallina nera. Antiporta illustrata. Numerosissime illustrazioni a piena pagina nel testo disegnate da Pavesi. Testo entro cornice in doppio filetto. Pagine uniformemente e leggermente brunite a causa della qualità della carta, come in tutti gli esemplari. Tagli delicatamente spruzzati. Esemplare in ottime condizioni di conservazione. PRIMA EDIZIONE ITALIANA di questa seconda parte di uno dei romanzi più di successo dell’ottocento e di uno dei romanzipiù celebri della storia, Il Conte di Montecristo. La seconda parte del romanzo “Il Conte di Montecristo” di Alexandre Dumas (1802-1870), pubblicata sotto il titolo italiano “Lo spettro di Montecristo”, continua l’avvincente storia di vendetta e giustizia del protagonista IMG_5202_clipped_rev_1Edmond Dantès. Dopo la pubblicazione della prima parte nel 1844, Dumas, spinto dall’enorme successo dell’opera, decise di proseguire la narrazione, approfondendo il destino dei personaggi e le conseguenze delle loro azioni. “Lo spettro di Montecristo” si concentra sulla vita di Dantès dopo il suo ritorno a Parigi, mostrando come egli utilizzi la sua nuova identità e le sue ricchezze accumulate per attuare la sua vendetta contro coloro che lo hanno tradito. Dantès, ora un uomo potente e temuto, si muove abilmente tra le classi sociali, tessendo un intricato piano che lo porta a confrontarsi con i suoi nemici, tra cui Fernand, Danglars e Villefort. Nei capitoli di questa sezione, Dumas esplora temi di redenzione, giustizia e la natura dell’odio, mostrando come la vendetta possa consumare un uomo. “Lo spettro di Montecristo” affronta anche la questione della moralità, mettendo in discussione se la vendetta sia giustificata o se porti solo a ulteriori sofferenze. Questo episodio del romanzo non solo consolida il posto di Dumas nella letteratura francese, ma continua a intrattenere e sorprendere lettori di ogni generazione, rendendo “Il Conte di Montecristo” un classico intramontabile della narrativa avventurosa. PRIMA EDIZIONE ITALIANA in ottime condizioni di conservazione. Rif. Bibl.: IT\ICCU\LIG\0026560.

240 euro

25) DIRITTO CIVILE NAPOLI GIURISTI NAPOLETANI STORIA DEL DIRITTO DIRITTO DI PRIMOGENITURA

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IMG_5205_clipped_rev_1D’Afflitto Matteo,

Tractatus celeberrimus de jure protomiseos, sive de jure congrui d. Matthaei de Afflictis Patricii, et Regis Olim Consiliarii Neapolitani Clarissimi, postrema hac editione a nonnullis mendis exactissime purgatus: et eximiis additionibus, seu potius obseruationibus Francisci Rummi J. C. neapolitani abunde auctus. Opus Supremum Inclyti Reagni Neap. Curiarum Decisionibus egregie refertum, omnibusque Jurisconsultis perutile, ac pernecessarium. Cui Locupletissimum index accessit. Editio Novissima. Ad Illustrissimum Marchionem Marchionem D. Carolum Danza, Patricium Tranensem, Sacri R. Consolii Praesidem Sapientissimum.

Neapoli, Ex Typographia Abbatiana, 1744

Infolio; (12), 194, (36) pp. Legatura coeva in piena pergamena. Titolo manoscritto da mano coeva al dorso. Ex-libris settecentesco privato alla prima e seconda carta. Un tunnel di tarlo al margine basso, sempre nella parte bianca e mai nel testo, non fastidioso, delle prime 40 carte, ininfluente. Un forellino di tarlo nel margine basso bianco che solo in 4 carte tocca una lettera, anche questo ininfluente. Tagli leggermente spruzzati. Marca xilografica al frontespizio con leone con uno scudo tra le zampe anteriori. Bell’edizione, rivista, corretta ed aumentata rispetto alle precedenti, stampata a Napoli dal celebre stampatore Stefano Abbate (anche Abate). Questa edizione si avvale del commento del Giurista napoletano, Francesco Rummo. Matteo d’Afflitto, noto in latino come Matthaeus de Afflictis, è stato un illustre giurista napoletano, nato nel 1447 circa e morto a Napoli nel 1523. La sua vita e il suo lavoro si snodano in un periodo di grande fermento culturale e giuridico, caratterizzato dalla transizione tra il Medioevo e il Rinascimento. D’Afflitto studiò legge all’Università di Napoli, dove sviluppò un’interesse profondo per il diritto civile e canonico, che lo portò a diventare uno dei più rispettati esperti del suo tempo. La sua opera più significativa è rappresentata dai “Commentarii in codicem”, un’opera che analizza il Digesto di Giustiniano e fornisce importanti riflessioni sulla giurisprudenza romanistica. Attraverso il suo approccio critico e analitico, d’Afflitto riuscì a coniugare il pensiero medievale con le nuove idee umanistiche del Rinascimento, influenzando profondamente la formazione giuridica dell’epoca. I suoi scritti riflettono la sua competenza e la sua abilità nell’interpretare e applicare il diritto in un contesto in continua evoluzione. Oltre alla sua attività di scrittore, Matteo d’Afflitto ricoprì diverse cariche pubbliche, diventando un punto di riferimento per i giovani giuristi e gli studenti di diritto. La sua eredità è evidente non solo nell’influenza esercitata sulla pratica giuridica dell’epoca, ma anche nel suo approccio rigoroso e metodologico che ha fatto scuola nelle generazioni successive. Matteo d’Afflitto morì nel 1523 a Napoli, ma il suo lavoro rimane una testimonianza importante del pensiero giuridico rinascimentale, contribuendo a consolidare la tradizione giuridica napoletana e la cultura legale italiana nel complesso panorama europeo. Edizione non comune.

130 euro

26) DIRITTO CRIMINALE PENALE NAPOLI GIURISTI STORIA DEL DIRITTO STAMPATORI NAPOLETANI

IMG_5199_clipped_rev_1Carlantonio de Rosa marchese di Villarosa, Riccio Leonardo,

Criminalis decretorum praxis cum pluribus decisionibus, per regia tribunalia prolatis; propriis formulis dictorum decretorum, aliarumque notabilium rerum, ac utilibus animadversionibus, brevi, & eleganti methodo composita. In tres libros distributa, quorum tertius criminales resolutiones M.C.V. complectitur; multum ad ejusdem praxim pertinentes , & conformes. Auctore d. Carolo Antonio de Rosa, sive de Rosis … Cum additionibus, & observationibus ad singulas partes ejusdem praxis suis locis appositis Leonardi Riccii u.j.d. In hac postrema editione quatuor indices, qui fuerunt in antea excusis, in unum accuratissimum, ac locupletissimum, redacti sunt.

Neapoli, sumptibus Nicolai & Vincentii Rispoli, 1747.

In folio; (4), 263, (29) pp. Legatura originale in cartoncino d’attesa con titolo manoscritto da mano coeva al dorso. Marcaxilografica al frontespizio. Ex-libris settecentesco privato al frontespizio e all’ultima carta. Tagli leggermente spruzzati. Esemplare leggermente ed uniformemente brunito a causa della qualità della carta come tipico della stampa napoletana dell’epoca. Un piccolo tunnel di tarlo al margine interno bianco delle ultime 26 carte, ininfluente. Nota manoscritta coeva al recto del piatto posteriore con appunto domestico. Questa edizione, stampata a Napoli dagli stampatori Nicola e Vincenzo Rispoli, si avvale del commento del giurista napoletanoLeonardo Riccio. Edizione non comune di questa celebre opera di Carlo Antonio De Rosa, nato a Napoli nel 1638 e morto nella stessa città nel 1712 nella sua casa che era stata, secoli prima, di Jacopo Sannazzaro. De Rosa è stato un eminente giurista italiano, noto per il suo contributo al diritto penale e alla pratica giuridica. Cresciuto in un contesto familiare legato al diritto, De Rosa si distinse presto per le sue eccezionali capacità analitiche e la sua profonda comprensione delle normative. Fra le sue opere principali si può citare, appunto, la “Criminalis Decretorum Praxis”, pubblicata nel 1700 che rappresenta un lavoro fondamentale nel campo del diritto penale. In questo testo, De Rosa analizza le procedure giuridiche relative ai crimini e offre una guida dettagliata per l’applicazione delle leggi nel contesto napoletano. “Criminalis Decretorum Praxis” si distingue per la sua struttura sistematica e la chiarezza espositiva, rendendolo un riferimento prezioso per avvocati e studiosi del diritto. De Rosaaffronta questioni di diritto sostanziale e processuale, proponendo un’interpretazione delle leggi penali che combina rigorosità giuridica e una profonda comprensione delle problematiche sociali dell’epoca. La sua opera non solo analizza i principi giuridici, ma offre anche casi pratici, dimostrando l’importanza dell’esperienza nella pratica legale. Oltre alla sua opera principale, De Rosa contribuì anche a vari trattati e commentari, consolidando la sua reputazione come esperto del diritto penale. Il suo lavoro ha influenzato la tradizione giuridica napoletana, lasciando un’impronta duratura sulla formazione e sull’evoluzione del diritto in Italia. Carlo Antonio De Rosa è ricordato come un giurista innovativo, la cui eredità è ancora riconosciuta e studiata nei circoli giuridici IMG_5200_clipped_rev_1contemporanei, rendendolo una figura chiave nella storia del diritto penale in Europa. La sua dedizione alla legge e alla giustizia ne fanno un modello per le generazioni future di giuristi. Scrive Pierluigi Rovito nella voce dedicata a De Rosa nel “Dizionario Biografico degli Italiani” (Treccani, Volume 39, 1991): “La sua fu dunque una carriera abbastanza faticosa, cui non dovette essere estraneo, almeno agli inizi, un cugino più anziano, Giuseppe De Rosa, magistrato nel Sacro Regio Consiglio, docente di diritto feudale, nonché appassionato cultore di matematica e di astronomia. I due cugini erano molto legati, anche perché avevano sposato due sorelle, Margherita e Caterina de Fusco, nobili di Ravello.Giuseppe, morto senza figli nel 1671, istituì il D. suo erede universale: un gesto che assunse il significato di un’investitura a perpetuare e ad accrescere le recenti fortune della famiglia. E tale mandato il D. assolse ben volentieri. Pubblicò a sue spese alcuni inediti del cugino, che anzi nella praefatio alla sua opera maggiore (Decretorum M. C. praxis criminalis cum pluribus decisionibus per regia tribunalia prolatis, Neapoli 1680) ricordò come fratello “germanus”. Ed aggiunse che le sue riflessioni in materia penale rappresentavano il completamento dell’opera di Giuseppe De Rosa: come questi aveva trattato dei premi da conferirsi ai meritevoli, egli si occupava dei castighi da infliggersi ai colpevoli, “cum utraque ad Reipublicae bonum pertineant”. L’opera ebbe grande risonanza e successo. Non altrettanta fortuna ebbe la Civilis decretorum praxis plurimis ac recentissimis S. C. decisionibus illustrata, pubblicata a Napoli nel 1678, per la prima volta e, ancora nel 1707 a Napoli, (Giustiniani, durante il viceregno di Giov. Ema nuele Pacheco, al quale fu dedicata. Invero gli interessi del D. erano prevalentemente rivolti al diritto penale, dove profuse talento ed energie. Nel 1707 sempre a Napoli, pubblicava le Resolutiones criminales, inserite dagli editori successivi come appendice alla ben più consistente Decretorum M. C. praxis. Dedicate all’avvocato fiscale Luigi Petronio, esse raccoglievano ed esplicavano quarantuno sentenze rese dalla Vicaria tra il 1675 ed il 1695.”. Rif. Bibl.: IT\ICCU\UBOE\055214.

240 euro

27) INVENZIONI AREOSTATI FERROVIE TRENI FOTOGRAFIA MICROSCOPIO ELETTRICITA’

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IMG_5194_clipped_rev_1Besso Beniamino,

Legrandi invenzioni antiche e modere, opera compilata da B. Besso. Quarta edizione con numerose aggiunte. Volume Primo – Secondo – Terzo (Completo)

Milano, E. Treves & C., 1869 – 1871

In quarto grande; VIII, 263, (1) pp., (4), 300 pp., (4), 330, (2) pp. Bellissima legatura coeva in mezza pelle blu notte. Autore, titolo, numero di volumi ericchissimi fregi in oro al dorso. Éoatti foderati con percallina blu a motivi in rilievo. Esemplare in ottime condizioni di conservazione. Quarta edizione, notevolmente aumentata e corretta di questa celebre opere divulgativa dedicata alle invenzioni principali dell’umanità con particolare riferimento alle moderne invenzioni.IMG_5198_clipped_rev_1 L’opera scritta dal noto ingegnere triestino, direttore delle Ferrovie Sarde e autore di numerose pubblicazioni tecniche, Beniamino Besso, contiene un imponente apparato di incisioni che illustrano, inuzioasamente le invenzioni trattate. Tra i capitoli: La stampa, La carta, La polvere da sparo, Il termometro, Le macchine pneumatiche, Gli aerostati, Il Vetro, L’arte Ceramica, Il Microscopio, Il Cannocchiale, Il Telescopio, I fari, I segnali Marittimi, Le macchine a Vapore, Le macchine a Gas ed aria calda, Le strade Ferrate, La lamapda di sicurezza, La Fotografia, Lo Stereoscopio, Le macchine elettriche, Il Parafulmine, Pila di Volta, Apparati elettro magnetici, Il telegrafo, La telegrafia sottomarina, La Galvanoplastica, Gli Orologi, I pozzi modonesi, Vari mezzi d’illuminazione ecc. Esemplare in splendida legatura artiginale coeva. Completo, Rif. Bibl.: IT\ICCU\TO0\1074269.

60 euro

28) AGIOGRAFIE CUPRAMONTANA MARCHE MASACCIO ANCONA PRIME EDIZIONI STORIA LOCALE

IMG_5192_clipped_rev_1Menicucci Francesco,

Memorie istoriche de’ beati Giovanni e Matteo da Cupra-montana eremiti camaldolesi.

In Cesena, Per Gli Eredi Biasini All’Insegna di Pallade, 1790

In 4° grande; 40, (VI), (2 b.) pp. Legatura coeva in cartoncino molle d’attesa. Ex-libris privato “Emilio Pittaluga” applicato all’interno del piatto anteriore. Esemplare ancora in barbe ed in ottime condizioni di conservazione. Alla fine del volume sono presenti le 8 pagine di “Giunta”. Non comune prima ed unica edizione di questa agiografia dei Beati Giovanni Maris e Matteo Sabbatini del Masaccio (come era conosciuta Cupramontana fino al 1862) che furono due figure emblematiche che scavarono le prime grotte, direttamente nella ripida parete di arenaria,alla fine del 1200 nella zona che ho oggi è conosciuta come l’Eremo dei Frati Bianchi a Cupramontana. Una nuova grotta, più grande, venne scavata nel 1515 da padre Antonio da Recanati. L’aspetto attuale risale alla ricostruzione eseguita nel 1792. I due eremiti, Giovanni e Mattia rappresentano un esempio tangibile del fervore religioso e della ricerca spirituale che caratterizzarono il Medioevo. Il monastero dei Frati Bianchi, noto per la sua architettura semplice ma suggestiva, divenne un centro di vita contemplativa, dove i membri della comunità si dedicavano alla preghiera, alla IMG_5193_clipped_rev_1meditazione e al servizio dei bisognosi. Giovanni Maris e Matteo Sabbatini, immersi in questo ambiente monastico, abbracciarono una vita di austerità e rinuncia, cercando di avvicinarsi al divino attraverso la pratica eremitica. La loro esperienza spirituale si distinse per la profonda connessione con la natura circostante, che consideravano una manifestazione della presenza di Dio. La vita di questi eremiti era caratterizzata da una rigorosa disciplina, che includeva preghiere quotidiane, digiuni e studi religiosi. Uno degli aspetti più significativi della loro vita fu l’insegnamento che impartirono agli altri membri della comunità e ai pellegrini che visitavano l’eremo. Maris e Sabbatini diventarono guide spirituali per molti, condividendo la loro saggezza e le loro esperienze. La fama del loro operato si diffuse nel tempo, attirando l’attenzione su Cupramontana come un luogo di spiritualità e riflessione. Molti contemporanei furono ispirati dai loro insegnamenti e scelsero di seguire una vita più semplice e dedicata alla ricerca religiosa. La loro eredità, purtroppo, non è stata ampiamente documentata, ma le testimonianze e le tradizioni locali parlano del loro ruolo centrale nella comunità. Il ricordo di Giovanni Maris e Matteo Sabbatini vive ancora oggi, non solo attraverso la storia dell’eremo dei Frati Bianchi, ma anche nel culto dei santi e nella tradizione spirituale delle Marche. Il loro impegno nella vita eremitica è un esempio di dedizione e ricerca di verità, che continua a ispirare le generazioni future. Esemplare genuino, ancora in barbe ed in buone-ottime condizioni di conservazione. Rif. Bibl.: IT\ICCU\UM1E\012752.

200 euro

29) LUNARI ISRAELITI EBREI CULTURA EBRAICA EBREI VENEZIA

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Bassi Giuseppe,

Lunario Ebraico per l’anno bisestile 5657, (Sabati 55), (Giorni 384), e dell’Era Cristiana 1897. Compilato dal Maestro Giuseppe Bassi secondo il tempo medio di Roma. In quest’anno tutte le Parasciod sono divise, eccettuate Matod e Masgné.

Venezia, Tipografia Eredi Tondelli fu Lorenzo Editori, 1897

In 12°; 29, (3) pp. Brossura muta coeva rosa. Un alone scuro al margine esterno bianco e per il resto in buone condizioni di conservazione. Raro lunario ebraico. Tutti i lunari ebraici sono molto rari. Feste degli israeliti con i digiuni (Tevet, Scevat, Nissan, Hiar, Sivan, Tamuz, Ellul, Hezvan, Chisleu, ecc.). Molto raro.

100 euro

30) LUNARI ISRAELITI EBREI CULTURA EBRAICA EBREI VENEZIA

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Bassi Giuseppe,

Lunario Ebraico per l’anno bisestile 5659, (Sabati 51), (Giorni 353), e dell’Era Cristiana 1899. Compilato dal Maestro Giuseppe Bassi. In quest’anno tutte le Parasciod sono unite eccettuate Hacud e Balach, Nizzavim e Vaieleh.

Venezia, Tipografia Eredi Tondelli fu Lorenzo Editori, 1897

In 12°; 29, (3) pp. Brossura editoriale viola con all’interno del piatto pubblicità del “Restaurant Cantoni, Venezia, S. Marco, Ponte delle Pignatte N. 4688”. Piccola mancanza all’angolo basso esterno del piatto anteriore, piccolo alone scuro al margine esterno bianco delle prime 20 carte, ininfluente e per il resto in buone condizioni di conservazione. Raro lunario ebraico. Tutti i lunari ebraici sono molto rari. Feste degli israeliti con i digiuni (Tevet, Scevat, Nissan, Hiar, Sivan, Tamuz, Ellul, Hezvan, Chisleu, ecc.). Molto raro.

100 euro

31) LUNARI ISRAELITI EBREI CULTURA EBRAICA EBREI VENEZIA

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Franco Giuseppe,

Lunario Ebraico per l’anno bisestile 5656, (Sabati 51), (Giorni 355), e dell’Era Cristiana 1896 bisestile. Compilato da Giuseppe Franco secondo il Tempo medio di Roma. In quest’anno le Parasciod sono unite eccettuate Vaiachel e Pecudì; Hucad e Balach; Nizzavim e Vaieleh.

Venezia, Tipografia Eredi Tondelli fu Lorenzo Editori, 1896

In 12°; 29, (3) pp. Brossura coeva muta gialla. In buone condizioni di conservazione. Raro lunario ebraico. Tutti i lunari ebraici sono molto rari. Feste degli israeliti con i digiuni (Tevet, Scevat, Nissan, Hiar, Sivan, Tamuz, Ellul, Hezvan, Chisleu, ecc.). Molto raro.

100 euro

32) LUNARI ISRAELITI EBREI CULTURA EBRAICA EBREI VENEZIA

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Bassi Giuseppe,

Lunario Ebraico per l’anno bisestile 5658, (Sabati 50), (Giorni 355), e dell’Era Cristiana 1898. Compilato dal Maestro Giuseppe Bassi. In quest’anno tutte le Parasciod sono unite.

Venezia, Tipografia Eredi Tondelli fu Lorenzo Editori, 1898

In 12°; 29, (3) pp. Brossura coeva muta arancione. In buone condizioni di conservazione. Raro lunario ebraico. Tutti i lunari ebraici sono molto rari. Feste degli israeliti con i digiuni (Tevet, Scevat, Nissan, Hiar, Sivan, Tamuz, Ellul, Hezvan, Chisleu, ecc.). Molto raro.

100 euro

33) LUNARI ISRAELITI EBREI CULTURA EBRAICA EBREI VENEZIA

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Bassi Giuseppe,

Lunario Ebraico per l’anno bisestile 5660, (Sabati 55), (Giorni 384), e dell’Era Cristiana 1900. Compilato dal Maestro Giuseppe Bassi. In quest’anno tutte le Parasciod sono divise eccettuate Matod e Masgné.

Venezia, Tipografia Eredi Tondelli fu Lorenzo Editori, 1900

In 12°; 29, (3) pp. Brossura coeva muta arancione. In buone condizioni di conservazione. Raro lunario ebraico. Tutti i lunari ebraici sono molto rari. Feste degli israeliti con i digiuni (Tevet, Scevat, Nissan, Hiar, Sivan, Tamuz, Ellul, Hezvan, Chisleu, ecc.). Molto raro.

100 euro

33 bis) ISRAELITI EBREI CULTURA RELIGIONE EBRAICA EBREI LIVORNO LINGUA EBRAICA

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IMG_5579_clipped_rev_1Ulman G., 

Catechismo di religione e di morale per gl’israeliti diviso in due parti ad uso dell’infanzia e dell’adolescenza. Versione dal francese corretta e migliorata, Fatta espressamente per gli Allievi delle Pie Scuole Israelitiche di Livorno. Parte Prima– Parte Seconda.

Livorno, Presso Palagi e Belforte, 1846IMG_5581_clipped_rev_1

In 8°; due parti in un volume: 27, (1) pp. e 134 pp. Legatura coeva in mezza pelle muta. Piatti foderati con carta marmorizzata coeva. Alcune prove calligrafiche con parole ebraiche e italiane alla prima e all’ultima carta bianca. Esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Prima edizione italiana di quest’opera che ebbe un discreto successo e diverse edizioni fino alla seconda metà del XIX° secolo. interessante catechismo per gli israeliti tradotto dal francese. Non comune. Rif. Bibl.: IT\ICCU\TO0\1222017.

170 euro

34) BAR MITZVAH ISRAELITI EBREI CULTURA RELIGIONE EBRAICA EBREI VENEZIA

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Anonimo,

Esame e Professione di Fede per la celebrazione della Maggiorità Religiosa ad uso della Gioventù Israelitica di sesso maschile.

Firenze, Tipografia Soliani, 1861

In 8° piccolo; (4), 24 pp. Brossura editoriale verde chiaro con il titolo impresso in nero al piatto anteriore. Prima ed unica rarissima edizione di quest’opera che ripercorre il testo in italiano ed ebraico, di tutta la liturgia del Bar Mitzvah ebraico, cerimonia che segna l’ingesso dei giovani nella maggiorità religiosa. In buone condizioni di conservazione. Opera rarissima, un solo esemplare censito in ICCU. Stampato a Firenze da Soliani. Rif. Bibl.: IT\ICCU\CFI\0889706.

190 euro

34) ISRAELITI EBREI CULTURA RELIGIONE EBRAICA EBREI LIVORNO SALMI DAVIDE LINGUA EBRAICA

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IMG_5585_clipped_rev_1Gentlomo Sanson,

I Salmi di Davide, Nuova Traduzione dall’Ebraico con note ed illustrazioni per cura di Sanson Gentlomo. Seder Tehillim meturgam Iṭalqit.

Livorno, Presso l’Editore – Traduttore, 1838

In 8°; XVI, 368 pp. Legatura coeva in mezza pelle. Piatti foderati da carta marmorizzata coeva. Testo ebraico con l’italiano a fronte. Doppio frontespizio uno in italiano ed uno ebraico. Qualche segno del tempo alla legatura, qualche leggero foxing all’interno ma nel complesso, esemplare in buone condizioni di conservazione. Prima ed unica non comune edizione di questa traduzione dei salmi di Davide.  Secondo la tradizione più accreditata dalla maggior parte degli studiosi i Salmi di Davide sono un’opera composta, raccogliendo diversi testi di varia origine, in Giudea sul finire del III° secolo a. C. L’opera è composta da 150 capitoli con un salmo o inno, ognuno finito in sé. Vi sono salmi di lode, altri di supplica ed altri ancora che contengono meditazioni sapienziali. Il Libro dei Salmi è, infatti, incluso fra i libri detti “Sapienziali” ed è anche conosciuto come Lode o Salteri. Questa rara edizione venne stampata a Livorno dallo stesso editore e traduttore che fu attivo aLivorno nella prima metà del XIX° secolo (a volte compare con il nome Gentilomo Sansoni, Gentilomo Sanson ecc.). il lavoro del quale venne interrotto precocemente per la sua tragicaIMG_5588_clipped_rev_1 morte a 25 anni. “In 1818, I.S. Reggio met a precocious eighteen-year old S.D. Luzzatto. Their prolific fraternal learned correspondence filled the first volumes of Luzzatto’s collected Hebrew and Italian letters and a volume of Reggio’s Hebrew letters to Luzzatto. However, following an intense flurry 1838-1840, such correspondence ended, never renewed. Those letters, mostly published in I.M. Jost’s Annalen in German translation, marked the crystallization of Luzzatto’s controversial theological thought pitting “Abrahamism” of Hazal and Rashi against “Atticism” of the philosophers and kabbalists. Luzzatto rejected Reggio’s rationalist responses. When discussion was diverted, Jost abridged it, angering Luzzatto, who announced a monumental letter. In his response to it, Reggio’s “cavalièrement” disrespecting Rashi and his school infuriated Luzzatto further and he asked Jost to immediately desist and cancel his own letter, blaming Jost in his closure letter IMG_5587_clipped_rev_1to Reggio. Several months later, a note published in Julius Fürst’s Der Orient attacked “Gentilomo”, a printer of Talmud and Kabballah in Livorno associated with Luzzatto’s Collegio Rabbinicum (founded by Reggio) where he learned to oppose the “great men”, Ibn Ezra and Maimonides. Luzzatto responded emotionally to Jost, who published a toned-down version in Annalen, with an editorial note. Luzzatto’s disciple, Sanson Gentilomo, who had tragically died the previous year at age 25, had been grossly slandered! In the next issue of Der Orient, Fürst castigated Luzzatto and Jost, defending the veracity of the note and its “prestigious” author,despite errors in details. In the context of contemporaneous disputes in their Wissenschaft circle: Fürst’s publication of Modena’s Ari Nohem (which plagiarized Reggio), poor reception of Luzzatto’s Prolegomena, Luzzatto’s public rift with Rapoport, and other evidence, Reggio emerges as the author indicated by Fürst. Whether or not it was Reggio, the incident contributed to the long, silent schism with Luzzatto, known to them alone, Fürst, and possibly Jost.” Leor Jacobi, Defending a Dead Disciple, Heidelberg, 2019. Esemplare in buone condizioni di conservazione, non comune. Rif.Bibl.: IT\ICCU\RMS\0086317.

180 euro

35) ROMA FAMIGLIE NOBILI TEATRO CASALINGO RARITA’ BIBLIOGRAFICA FIABE PANTOMIMA BELLA ADDORMENTATA PANTOMIMA DANZA CANTO

IMG_5717_clipped_rev_1Anonimo,

La bella addormentata nel bosco : pantomima in quattro atti : rappresentata a cura del Comitato Soccorso e Lavoro in casa della contessa Taverna Palazzo di Monte Giordano il 19 aprile 1893 alle ore quattro pomeridiane.

In Roma, Coi tipi della Stamperia del Senato, 1893

In 8°; 19, (1) pp. Brossura muta coeva. Esemplare in ottime condizioni di conservazioned ed ancora in barbe. Opera stampata su carta di forte di ottima qualità. Prima ed unica edizione. Opera rarissima. Piccolo fregio al frontespizio. Un solo esemplare censito in ICCU. Classica pubblicazione edita nel circuito nobiliare romano per l’intrattenimento con il teatro domestico con il testo di una pantomima ispirata alla celebre fiaba della bella addormentata nel bosco. Pagina tre e quattro contengono i nomi di tutti i personaggi con le personalità che interpreteranno i ruoli. Fra gli interpreti Ludovico Taverna, Vittoria Colonna, Isabella Colonna, Emma Marignoli, Manuela Marescalchi, Anna Grazioli, Leopolda Marignoli, Gladys Verschoyle, Beryl Verschoyle, Margherita Soulier, Maria Podewils, Flaminia Odescalchi, Paola Odescalchi, Maria Berardi, Vittoria Santasilia, Maria Santasilia, Adele Radziwill, Gwendolyn Story, Rosalinda Costa, Teresa Torlonia, Bianca Santasilia, Elsa Grant, Edwige Radziwill, Adelina Potter, Costanza Taverna, Paola Taverna, Giorgio Franklin-Martin, Giovanni Potenziani, Francesco Radziwill, Guido Pasolini, Federico Carnevali, Guido Suardi, Giuseppe Berardi, Allen E. Charles, Riccardo Grazioli. Opera parte in canto, parte in pantomima. Rarissimo. Rif. Bibl.: IT\ICCU\MUS\0000542.

150 euro

36) GUIDE STORIA LOCALE LAGO MAGGIORE COMO LUGANO SAN GOTTARDO LECCO BELLAGIO VALLASSINA CADENABBIABARADELLO LOCARNO BAVENO OLEGGIO

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IMG_5609_clipped_rev_1IMG_5608_clipped_rev_1 IMG_5607_clipped_rev_1 IMG_5607_clipped_rev_1 (1) IMG_5606_clipped_rev_1 IMG_5611_clipped_rev_1

Boniforti Luigi,

Per laghi e Monti Nuovissima Guida, Laghi Maggiori, di Como e Lugano,. S. Gottardo, e Gite Diverse.

Milano, Presso i Fratelli Dumolard, S. data ( ma 1883)

In 8° piccolo; (8), 226, (76) pp. e una carta geografica a doppia pagina posta in fine al volume. 15 c. di tav. fuori testo, la maggior parte a doppia pagina (una più volte ripiegata con un bel panorama di Como). Le 76 pagine finali sono stampate su carta di diversi colori e contengono belle pubblicità, molte illustrate, di hotel, ristoranti ed attività commerciali attive nella zona del lago Maggiore, del lago di Como e di Lugano, fino al territorio del San Gottardo. Brossura editoriale illustrata con qualche difetto. Al piatto anteriore immagine di veduta lacustre a colori e al piatto posteriore, cartina dei territori del lago. All’interno in buone condizioni di conservazione. Bella guida del territorio dei laghi Maggiore, di Lugano, Como con gite fino al San Gottardo riccamente illustrata. N on comune e ancor più rara, completa della sua brossura editoriale. Rif. Bibl.: IT\ICCU\VEA\0129437.

180 euro

37) ARREDAMENTO MOBILI ARTE CAMPIONARI CAMPIONARIO ART DECO’

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IMG_5599_clipped_rev_1 IMG_5601_clipped_rev_1 IMG_5602_clipped_rev_1 IMG_5603_clipped_rev_1 IMG_5604_clipped_rev_1

Ditta 900,

900, 100 Tavole, Camere Letto, Sale Pranzo, Salotti Studi, Cucine ecc., Serie 1941

S. luogo, S. stampatore, S. data (ma 1941)

In oblungo; 100 cc. Legatura editoriale in cartoncino azzurro con immagine e titolo in oro al piatto anteriore. Bel campionario di arredo d’interni della ditta 900 con 100 tavole che ricostruiscono stanze secondo la moda degli anni 40′. Molto raro.

140 euro

38) STORIA LOCALE BOLOGNA EMILA ROMAGNA ESPOSIZIONI INDUSTRIALI ARTE INVENZIONI

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IMG_5612_clipped_rev_1A.A. VV.,

L’Esposizione illustrata delle provincie dell’Emilia in Bologna 1888. Periodico ufficiale per gli atti dei comitati dell’Esposizione e dell’VIII centenario dello Studio Bolognese,

Bologna, Premiato Stabilimento Tipografico Succ- Monti, 1888

In folio piccolo; (4), 340 pp. e due grandi tavole più volte ripiegate, una con grande veduta di Bologna el’altra con pianta dell’Esposizione. Legatura editoriale in mezza tela con titolo impresso in nero entro ricca cornice rossa, azzurra e arancione. I piatti su carta azzurra. Manca l’angolo inferiore esterno del piatto anteriore. Tracce del tempo al piatto anteriore e per il resto in buone condizioni di conservazione e completo. Prima ed unica edizione di questo album dedicato ad illustrare le scoperte, le arti, i prodotti ed i padiglioni che caratterizzarono la celebre Esposizione delle Province dell’Emilia che si tenne a Bologna nel 1888. L’Esposizione dell’Emilia, tenutasi a Bologna nel 1888, rappresenta un momento significativo per la storia culturale ed economica della regione. Questa manifestazione non solo celebrò le eccellenze produttive e artistiche dell’Emilia-Romagna, ma contribuì anche a consolidare l’identità regionale in un periodo di forte rinnovamento e modernizzazione. L’evento sIMG_5613_clipped_rev_1i svolse all’interno di un’area espositiva appositamente allestita all’interno dei celebri Giardini Margherita, inaugurati nel 1879. Qui furono presentati i migliori prodotti dell’industria, dell’agricoltura e dell’artigianato emiliano. Alcuni degli interventi lasciarono un segno nella città che ancora oggi è visibile come ad esempio, anche se ricollocate, le bellissime sculture di Diego Sarti che oggi adornano la Montagnola. Oltre alle esposizioni di oggetti e beni, l’evento evidenziò anche il fermento culturale di quel tempo, con la partecipazione di artisti, musicisti e intellettuali che arricchirono l’atmosfera con conferenze, concerti e performance. L’ingresso principale era stato realizzato all’altezza di Porta Santo Stefano. La zone della fiera erano suddivise secondo le quattro principali arti rappresentate musica, industria, agricoltura e belle arti ed i padiglioni e le opere, si sviluppavano all’interno e nei dintorni del bellissimo spazio dei Giardini Margherita tanto di creare un luogo che più per gli affari, era adatto per passeggiate rilassanti immerse nel verde. Uno degli aspetti più rilevanti dell’Esposizione fu la promozione dell’innovazione. In un periodo in cui l’industria stava iniziando a trasformare profondamente l’economia locale, molte aziende e artigiani mostrarono le loro nuove tecnologie e metodi produttivi. Questo scambio di idee e tecnologie contribuì a creare un ambiente fertile per lo sviluppo economico della regione. Inoltre, l’Esposizione rappresentò un’importante opportunità di networking per gli imprenditori locali. Molti di loro riuscirono a stabilire contatti commerciali che avrebbero avuto un impatto duraturo sulle loro attività. L’evento attirò visitatori da tutto il paese, fungendo così da vetrina per il potenziale economico dell’Emilia-Romagna e rafforzando l’immagine di Bologna come centro dinamico e innovativo. Un pezzo di storia di Bologna.

70 euro

39) MEDICINA FARMACOLOGIA FARMACIA CHIRURGIA

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IMG_5619_clipped_rev_1De Gorter Johannes,

Chirurgia repurgata. accessit materies medica Chirurgiae repurgatae accomodata. Editio Tertia ItalicaAccuratissima.

Patavii, Typis Seminarii, Apud Joannem Manfrè, 1765

In 4°; (8), 285, (3) pp. Legatura coeva in piena pergamena rigida con titolo impresso in oro su fascetta in pelle al dorso. Un piccolo tunnel di tarlo al margine esterno bianco delle prime 21 carte, ininfluente. Tagli spruzzati. Grande marca xilografica tipografica di Manfrè al frontespizio con la tipica fenice che risorge dalle fiamme. De Gorter Johannes (1689-1762) è stato un illustre medico olandese, noto per il suo contributo alla medicina e alla scienza nel XVIII secolo. Nacque in Olanda nel 1689 e si formò in un’epoca in cui la medicina stava rapidamente evolvendo, influenzata da nuove scoperte e dall’avanzamento del metodo scientifico. Dopo aver completato i suoi studi, De Gorter intraprese la carriera accademica e divenne professore di medicina IMG_5620_clipped_rev_1all’Università di Harderwijk, un’importante istituzione educativa dell’epoca. In questo ruolo, contribuì alla formazione di una nuova generazione di medici, influenzando il pensiero medico attraverso le sue lezioni e i suoi scritti. La carriera di De Gorter subì una svolta significativa quando entrò al servizio dell’Imperatrice Caterina di Russia che lo scelse come suo medico personale. Questo evento lo portò a trasferirsi in Russia, dove servì a stretto contatto con la sovrana, fornendo assistenza medica e consulenze su questioni sanitarie. La sua competenza e la sua dedizione alla salute dell’Imperatrice, gli valsero un posto di rilievo alla corte russa, dove poté discutere e contribuire a importanti questioni legate alla medicina e alla salute pubblica. In Russia restò per quattro anni. Oltre al suo lavoro come medico, De Gorter si interessò anche alla botanica e alla farmacologia (materie delle quali ebbe anche cattedra universitaria), studiando le piante medicinali locali e contribuendo al miglioramento delle pratiche mediche attraverso l’uso di rimedi naturali. La sua esperienza in Russia e l’esposizione a diverse tradizioni mediche arricchirono ulteriormente il suo bagaglio culturale e scientifico. Rif. Bibl.: Benvenuti III, 138; Lesky 255; Blake 180 (altre edizioni).

110 euro

40) MEDICINA CHIMICA FISICA BOTANICA FARMACIA SCIENZE NATURALI NAPOLI


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IMG_5624_clipped_rev_1Friedrich Hoffmann,

Friderici Hoffmanni consiliarii mediici et Professoris Regii, Scoietatis Regiae Britannicae Sodalis, Observationum physico-chymicarum selectiorum libri III, in quibus multa curiosa experimenta, et lectissimae virtutis Medicamenta exhibentur, Ac solidem, et rationalem chymiam stabiliendum praemissi. Quibus accedunt Dissertationes Physico-Chymicae Tres.

Neapoli, Typographia Benedicti Gessari, 1755

In 4°; (12), 288 (i. e. 188 in quanto le pagine 177-188 sono erroneamente numerate 277-288), 44 pp. Legatura coeva in piena pergamena con titolo manoscritta al dorso da mano coeva. Marca xilografica di Manfrè al frontespizio con la tipica fenice sopra le fiamme rivolta verso il sole, sopra il monogramma dell’editore e la scritta semper eadem, in cornice figurata ed il motto “Vulgo caeca vocor video sed acutius ipso”. Un leggerissimo alone all’angolo alto esterno bianco della prima metà del volume, assolutamente ininfluente e per il resto in buone-ottime condizioni di conservazione. Friedrich Hoffmann, nato a Halle il 19 febbraio 1660 e deceduto nella stessa città il 12 novembre 1742, è stato un medico e chimico tedesco di grande importanza nel IMG_5625_clipped_rev_1panorama scientifico del XVIII secolo. Autore di numerosissime opere, indagò tutti campi della medicina e delle scienze a lei collegate. La sua opera “Observationum Physico-Chymicarum”, rappresenta un contributo significativo alla comprensione delle scienze naturali, un campo in rapida evoluzione all’epoca. Hoffmann si distinse per il suo approccio innovativo alla medicina, combinando elementi di fisica e chimica per formulare una visione integrata della salute umana. Nella sua opera, analizzò diversi processi fisiologici e patologici, cercando di spiegare i fenomeni biologici attraverso principi chimici e fisici. Questo approccio interdisciplinare era pionieristico per il suo tempo e contribuì a posizionarlo come una figura chiave nel movimento verso una medicina più scientifica e basata sulle evidenze. Il suo lavoro non si limitò a teorie astratte; Hoffmann era anche noto per le sue osservazioni cliniche e sperimentazioni, che cercavano di collegare la teoria alla pratica. Le “Observationum Physico-Chymicarum” contengono anche dettagli su varie malattie, trattamenti e rimedi, integrando la farmacologia emergente dell’epoca con la pratica medica. In aggiunta, Hoffmann svolse un ruolo fondamentale nella formazione di medici e scienziati, influenzando le generazioni future attraverso il suo insegnamento all’Università di Halle. La sua capacità di coniugare la pratica clinica con la ricerca scientifica ha fatto sì che il suo lavoro fosse riconosciuto come un ponte tra la medicina tradizionale e quella moderna. Esemplare genuino ed in buone-ottime condizioni di conservazione. Rif. Bibl.: IT\ICCU\PUVE\004613.

150 euro

41) BASSANO REMONDINI CACCIA AL LUPO VENATIONES HUNTING WOLF

DSC_0681_clipped_rev_1Caccia al lupo, stampa remondiniana

Senza data (ma fine XVII sec. inizio del XVIII sec.), S. stampatore ma Remondini.

28×20 cm alla battuta. In cornice moderna. Ottimo stato di conservazione. Fine coloritura coeva. Non comune tiratura remondiniana della “Caccia al lupo” delle “Venationes”  di Johannes Stradanus (Jan van der Straet) edite per la prima volta intorno al 1570. Questa tiratura remondiniana che presenta la firma di F. Valeggio (Francesco Valeggio), rappresenta la “caccia al lupo”. Nella parte bassa della stampa la scritta “Sic ovis occise lupus extis fallitur arctu, Aut loqueo aut tectis frondoso vimine fossis”. Il foglio è in controparte rispetto all’originale cinquecentesco. Bellissima la coloritura coeva dove le vesti dei cacciatori sono rifiniti in oro.

130 euro

42) EDIZIONI ILLUSTRATE MOLIERE TEATRO CLASSICI FRANCESI

Jean Baptiste Poquelin de Moliere

Les Oeuvres de Monsieur Moliere, Reveues, corrigees & augmentees Enrichies de figures en Taille-douce. Tome I-VIII. [Completo]

Paris: Thierry, Barbin et Trabouillet, 1697

125In 12° grande (16,5×9,5 cm); 8 tomi: (22), 309, (3) pp. (con 4 c. di tav. nella numerazione); 419, (1) pp. e (con 5 c. di tav. nella numerazione); 310, (2) pp. (con 5 c. di tav. nella numerazione); 298, (2) pp. (con 3 c. di tav. nella numerazione); 335, (1) pp. (con 3 c. di tav. nella numerazione); 287, (1) pp. (con 3 c. di tav. nella numerazione); 261, (3) pp. (con 4 c. di tav. nella numerazione); 308, (4) pp. (con 3 c. di tav. nella numerazione). Completo delle 30 belle tavole a piena pagina. Belle legature coeve in vitello con dorsi a 5 nervi e titolo, numero del volume e ricchissimi fregi in oro al dorso. Qualche lieve segno del tempo e strofinatura. Tagli spruzzati in rosso. Testatine e finalini126 ornati. Molto belle le 30 tavole a piena pagina. Esemplare in buone condizioni di conservazione. Questa edizione è la terza edizione illustrata delle opere di Molière, la seconda pubblicata da Thierry, Barbin e Trabouillet, pubblicata per la prima volta nel 1682. Include tutti i testi e le incisioni, modernizzando l’ortografia e modificando la tipografia, ed è considerata, insieme all’edizione del 1682, l’edizione più completa e corretta delle opere di Molière stampata nel XVII secolo. I primi 6 tomi contengono le opere già edite 127prima della morte di Moliere,  oltre alla vita dello stesso, mentre gli ultimi due volumi le opere postume. La prefazione del primo volume è scritta da un contemporaneo di Moliere e probabilmente anche suo amico, l’attore teatrale Lagrange (1639-1692). Scrive A.-J. Guibert a proposito di questa edizione «Les variantes imposées par la Censure au “Don Juan” du tome VII et celles découvertes dans la “Comtesse d’Escarbagnas” au tome VIII, lui confèrent un remarquable intérêt littéraire et bibliophilique». Mentre J128ules Le Petit definisce questa edizione “C’est le texte qui a le plus souvent servi de modèle pour les nombreuses éditions données jusqu’à nos jours». Alla fine del Volume VIII vi è un’opera di William Marcoureau Brécourt (1638-1685) dal titolo “L’ombra del Molière”. Questo pezzo che venne ufficialmente portato in scena una sola volta marzo 1674 presso l’Hotel de Bourgogne è una commedia curiosa in uno stile abbastanza diffuso nel XVII secolo. Raro ed in buone condizioni di conservazione. A good copy. Rif. Bibl.: Lacroix, “Bibliographie Moliéresque”, n°287; Guibert, “Bibliographie des Oeuvres de Molière publiées au XVIIe”, Tome II, pp. 629 a 658; Tchemerzine, IV, 826-827.

900 Euro

43) VIAGGI TRAVELS GRECIA TURCHIA LEVANTE LEVANT COSTANTINOPLI CRETA ISTANBUL GRECEE CICLADI GEORGIA ARMENIA


dsc_0367_clipped_rev_1Tournefort Joseph Pitton de,

Relation d’un voyage du Levant, … Contenant l’histoire ancienne & moderne du plusieurs isles de l’Archipel, de Constantinople, des cotes de la Mer Noire, de l’Armenie, de la Georgie, des frontieres de Perse & de l’Asie Mineur. Avec les plans des villes & des lieux considerables, le genie, les moeurs, le commerce … Enrichie de descriptions & de figures d’un grand nombre de plantes rares, de divers animaux… Tome premier (- troisieme). Completo

Lyon, Chez Anisson et Posuel, 1717dsc_0368_clipped_rev_1

In 8° (19×12 cm); tre tomi: (22), 379, (3) pp. e 51 c. di tav. delle quali tre più volte ripiegate, (6), 448, (2) pp. e 40 c. di tav. delle quali due più volte ripiegate, (6), 404, (62) pp. e 62 c. di tav. delle quali una più volte ripiegata per un totale di 153 tavv. f.t., varie ripiegate e raffiguranti vedute, carte geografiche, dsc_0373_clipped_rev_1costumi ecc. Completo. Belle legature coeve in tutta pelle marmorizzata con dorso a 5 nervi. Titolo e ricchi fregi ai tasselli. Pecette di antica collocazione privata al margine basso dei dorsi. Piccoli difetti ai margini dei dorsi di due volumi. Tagli rossi. A pagina 3 del terzo volume un piccolissimo forellino dovuto ad un difetto della carta tocca due lettere. A differenza degli altri esemplari che si presentano fortemente bruniti e con notevole foxing a causa della qualità della carta lionese, l’esemplare qui presentato, ha solo una leggerissima brunitura ininfluente ed è praticamente scevro di bruniture, in buone-ottime condizioni di conservazione. Good cop. Seconda edizione pubblicata lo stesso anno della prima francese di questo celeberrimo viaggio in Levante, opera del grande botanico e viaggiatore  originario di Aix-en-Provence, Joseph Pitton de Tournefort. Il volume raccoglie le esperienze di viaggio dell’autore attraverso Grecia, dsc_0371_clipped_rev_1Turchia, Armenia e Georgia passando per Creta e le Cicladi, Costantinopoli, la costa meridionale del Mar Nero, l’Armenia, la Georgia e rientrandodsc_0372_clipped_rev_1 poi dall’Asia Minore. Durante il viaggio, accompagnato dal botanico tedesco Andreas von Gundelsheimer (1668-1715), raccolse numerose specie di piante allora sconosciute. Destinato a diventare prete studiò presso i Gesuiti. Ma la morte di suo padre lo lasciò libero di seguire i suoi interessi personali, particolarmente nel campo della botanica alla quale si era appassionato fin da giovane. Si fece conoscere costruendo un erbario in Savoia e nel Delfinato (oggi proprietà del Museo nazionale di storia naturale di Francia con sede a Parigi). Intraprese gli studi di medicina a Montpellier e strinse amicizia con Pierre Magnol (1638-1715). Nel 1681, trascorse un anno nei Pirenei per studiarvi la flora. Un periodo difficile, si dice che dovesse nascondere i suoi soldi nel pane per sfuggire ai ladri. L’erbario che vi costituì era così ricco che Guy-Crescent Fagon (1638-1718) lo chiamò a Parigi per affidargli la sua cattedra di botanica al Jardin des Plantes (1683). I suoi corsi erano celebri e attiravano numerosi spettatori, anche dall’estero. Nel 1698 fece conoscere dsc_0370_clipped_rev_1la flora parigina pubblicando il libro dal titolo Histoire des plantes qui naissent aux environs de Paris (Storia delle piante che nascono nei dintorni di Parigi). Su ordine del Re, partì alla ricerca di erbe nei Pirenei dove raccolse numerose specie. Tra il 1700 e il 1702, Tournefort viaggiò nelle isole greche: Creta e Cicladi. Visitò in seguito Costantinopoli, le coste del mar Nero, l’Armenia e la Georgia. Raccolse piante e annotò numerose osservazioni. In Grecia, tentò di ritrovare le piante descritte da Dioscoride ma ne riconobbe solo 400 circa. Durante il suo viaggio, fu accompagnato dal botanico tedesco Andreas von Gundelsheimer (1668-1715) e dal pittore Claude Aubriet (1651-1743). Il racconto del suo viaggio, Relation d’un voyage au Levant, fu pubblicato dopo la sua morte. Entrò nel 1691 all’Accademia delle scienze. Solo nel 1694 fece pubblicare la sua prima opera di botanica, Éléments de botanique (Elementi di botanica), con 435 disegni di Aubriet. La sua principale opera botanica è Institutiones rei herbariae dsc_0374_clipped_rev_1(1700), traduzione della precedente in latino ad opera dello stesso Tournefort, dove egli classifica le piante seguendo la forma delle loro corolle, ma, più importante ancora, fa una chiara distinzione tra genere e specie, preparando così il terreno a Carl von Linné. Morì a Parigi a 52 anni, in piena salute, vittima di un banale incidente, nella via che porta oggi il suo nome: rue Tournefort (nel V arrondissement). Merita una citazione anche il De optima methodo instituenda in re herbaria (1697) e la sua Histoire des plantes qui naissent aux environs de Paris(1698), la cui traduzione in inglese fu pubblicata nel 1732. Lasciò i suoi manoscritti al suo allievo e amico, Michel Louis Renaume de la Garance (1676-1739). Carl von Linné gli dedicò un genere della famiglia delle Boraginaceae: Tournefortia. Buon esemplare comleto. Non comune. Good copy. Bibl.: Brunet V,903 – Chadenat 709 – Quérard IX, 518 – Nissen ZBI, 4154 non cita questa edizione lionese – Blackmer, 1318.

700 euro

44) BIBLIOGRAFIA STORIA DELLA BIBLIOGRAFIA COLLEZIONISMO PRIME EDIZIONI OPERE ENCICLOPEDICHE

 IMG_5127_clipped_rev_1IMG_5126_clipped_rev_1IMG_5128_clipped_rev_1IMG_5125_clipped_rev_1König Georg Matthias,

Bibliotheca Vetus et Nova, in qua Hebraeorum, Chaldaeorum, Syrorum, Arabum, Persarum, Aegyptiorum, Graecorum & Latinorum per Universum terrarum orbem Scriptorum, Theologorum, JCtorum, Medicorum. Philosophorum, Historicorum, Geographorum, Philologorum, Oratorum, Poetarum, &c. Patria, Aetas, Nomia, Libri, Saepius etiam Eruditorum de iis Elogia, Testimonia et Judaica, Summa fide atq; diligentia ex quotidiana Autorum Lectione depromta à prima Mundi origine ad Annum usq; MDCLXXIIX. Ordine Alhabetico digesta gratissima brevitate recensentur & exibentur à Georgio Matthia Konigio Graec. Lingv. & Poes. in Acad. Altdorfina Prof. Publ. nec non Bibliothecario.

Altdorfi, Impressis  Wolfagnagi Mauritii & Haeredum Johannis Andreae Endterorum, Bibliopol. Norimb. Typis Henrici Meyeri, Typographi Acad. 1678

In folio (28×18,5 cm); (10), 888 pp. Bella legatura coeva in piena pergamena con titolo manoscritto da abile mano coeva al dorso in chiara grafia. Leggero foxing ed alcuni fogli leggermente brunitiIMG_5124_clipped_rev_1 (marcatamente brunita l’ultima carta che presenta uno stratto in corrispondenza di una piega, senza però perdita di carta). Nel complesso esemplare in buone condizioni di conservazione. A causa della qualità della carta utilizzata e tipico di tutti gli esemplari. Prima edizione di questa celebre opera del noto storico, biografo e professore tedesco, Georg Matthias König (1616-1699). Professore di poesia e lingua greca all’Università di Altdorf, fu anche, a  lungo, bibliotecario della grande dell’università cittadina. L’opera qui presentata è la sua più celebre ed è considerata come uno dei primissimi tentativi di costruire una bibliografia generale mondiale con citazioni di opere latine, greche, ebraiche, arabe, siriane, caldaiche ed egizie.  Essa rappresenta un notevole tentativo di creare una bibliografia universale con lo scopo chiaro di migliorare la “Bibliotheca Universalis” di Gesner. Il volume contiene circa 35.000 titoli, di circa 15.000 autori disposti in ordine alfabetico, con numerose citazioni bibliografiche e annotazioni che si riferiscono a varie precedenti opere storiche e letterarie. La sua Bibliotheca, come osserva James Darling col.1749, è un “more useful book than many of greater pretensions”. Ebert # 11497 osserva che “This lexicon of learned men, with all its faults, has matter peculiar to itself “. Petzholdt p.73 scrisse che un manoscritto contenente un tentativo di supplemento a König datato 1730 in 1003 colonne era stato trovato ad Amburgo ma non venne mai pubblicato. Firs edition, good copy. Rif. Bibl.: Besterman Besterman, The Beginnings of Systematic Bibliography, p.48 col # 804; Jocher col 2137; H.P. Catalogo Kraus 190; Catalogus Catalogorum, n. 525.

600 euro

45) FORMAGGI CULINARIA GELSICOLTURA ENOLOGIA GASTRONOMIA FORMAGGI INDUSTRIA CASEARIA ENOLOGIA VITICOLTURA VINI  AGRIOCOLTURA PRIME EDIZIONI SETA


dsc_0887_clipped_rev_1AA. VV. a cura di V. Niccoli,
 

Trattato di Agricoltura diretto dal Professor ingegnere V. Niccoli con la collaborazione dei Professori Bracci F. – Fascetti G. – Niccoli G. – Passerini N. – Pestellini T. – Pucci C. – Tamaro D. – Zago F. 5 vol.: Vol. I – II -III – IV (I° e II° parte). Completo. 

Milano, Casa Editrice Dottor Francesco Vallardi, 1916 -1924

In 8°; 5 volumi: (16), XI, (1), 495, (1) pp., XX, 454, (2) pp., XXIII, (1), 590, (2) pp., (XX), 393, (3) pp., XXVIII, 680, (2) pp. Brossure editoriali (piatto anteriore, posteriore e dorso) mantenuti entro belle ed eleganti legature coeve in mezza-pelle verde con titolo, numero dei volumi e fregi in oro al dorso, qualche strofinatura. All’interno in perfette condizioni di conservazione. Primadsc_0890_clipped_rev_1 edizione rara, ancor più rara a trovarsi completa di questo celeberrimo trattato di agricoltura particolarmente ricercato per il volume dedicato alla viticoltura e produzione del vino e per quello dedicato alla produzione dei formaggi. L’opera uscì in cinque volumi nel corso di quasi dieci anni e fu considerata di grande valore ed importanza per le innovazioni tecnologiche in essa esposte. Centinaia di foto ed incisioni nel testo. I volumi sono così suddivisi. I volume. Agronomia del dott. Pestellini con 208 illustrazioni (Fitotecnica, Aereologia, Geognosia, dsc_0888_clipped_rev_1-1Agrologia); II volume. Culture Erbacee del Prof. Passerini con 128 illustrazioni (Cereali invernali fra le altre coltura grande spazio a quella del riso, Leguminose da granella, Piante da foglie e da radice, Trifogli con un capitolo intero dedicato al Tabacco, Piante da tuberi, Piante da bulbi, Piante da fiori con un capitolo dedicato ai carciofi e uno allo Zafferano, Piante da frutto, Piante da Turioni dedicato allo Sparagio, Piante da tiglio con capitoli dedicati alla canapa e uno al lino); III volume con 304 illustrazioni: Colture legnose e industrie derivate diviso in tre parti: I° Prof D. Tamaro, Gelsicoltura e Bachicoltura. II° Prof. Bracci Olivicoltura e Oleificio. III° Prof. Zago, Frutticoltura. IV prima parte. Diviso in Viticoltura del prof. C. Odifredi e Enologia del Prof. Carpentieri con capitoli suddivisi fra vini da pasto comuni, superiori, vini di lusso (Barolo, Grignolino, Capri rosso, Vermentino, Vesuvio bianco, Corvò di Casteldaccia,dsc_0889_clipped_rev_1 Chianti, Zucco, Lachrima Christi, Albanello di Siracusa, Malaga, Moscati, Vermut, Champagne, Spumanti italiani ecc. ecc.). Seconda Parte divisa in due parti la prima con la Zootecnica dei prof. Pucci e Censi-Manicia e la seconda del prof Fascetti che contiene la parte riguardante il Caseificio con le tecniche ed i macchinari di produzione ed i diversi tipi di formaggi (Robiolini, Crescenza, Brie, Cacio Fiore, formaggi molli di lusso, Provoloni, Gouda, Grana Reggiano, Pecorino, Montasio, Asiago, Bitto, Emmenthal, Friburgo, Pecorino crotonese, Fontina ecc. ecc.). Opera rara e completa. Completa delle brossure originali ed in ottime condizioni di conservazione. Prima edizione, non comune.

330 euro

46) CINEMA PRIME EDIZIONI GENOVA LIGURIA CAMPOMARONE PITTALUGA PRODUZIONE CINEMATOGRAFICA BOLOGNA HEPBURN LENI RIEFENSTHAL FRITZ LANG POLA NEGRI ALFRED HITCHCOCK FROLICH SERGIO TOFANO DE FILIPPO  JHON BARRYMORE

 DSC_0937_clipped_rev_1DSC_0934_clipped_rev_1DSC_0950_clipped_rev_1DSC_0938_clipped_rev_1 DSC_0941_clipped_rev_1DSC_0940_clipped_rev_1 DSC_0939_clipped_rev_1DSC_0942_clipped_rev_1DSC_0943_clipped_rev_1DSC_0945_clipped_rev_1DSC_0946_clipped_rev_1DSC_0948_clipped_rev_1DSC_0949_clipped_rev_1DSC_0947_clipped_rev_1Stefano Pittaluga,

La Società Anonima Stefano Pittaluga presenta la Produzione 1934 – 35 – XIII

Milano, Industrie Grafiche Nicola Moneta, 1934

32,5×23,5 cm; (76) pp. Legatura editoriale in piena tela con titolo impresso in amaranto su fascetta al piatto anteriore (un leggero alone di polvere). All’interno esemplare in ottime condizioni di conservazione. Timbro ed autografo del direttore del Cinema Imperiale di Bologna (storico cinema bolognese che sorgeva nella centralissima Via Indipendenza) recentemente chiuso e smantellato. Prima ed unica rarissima edizione di questo catalogo dei film presentati dalla Società Anonima Stefano Pittaluga per la stagione 1934-1935. Magnifiche le tavole a colori che presentano i film, alcune anche a doppia pagina. Si dice nell’introduzione “La produzione che la S. A. Stefano Pittaluga presenta per la stagione 1934-35 anno XIII reca il segno della più alta distinzione: le Coppe Mussolini per i due migliori film, italiano e straniero, premio ambitissimo che tutte le Case del mondo si contesero alla Mostra Internazionale della II Biennale di Venezia. Le pagine della nostra odierna raccolta recano pure il segno di un’altra vittoria: la produzione europea dall’Inghilterra alla Francia, dalla Cecoslovacchia all’Italia, ha ormai superato, per qualità di soggetti e per virtù di tecnici, per autorità d’artisti e per abilità di fotografi, tutto quanto la grande America ha potuto presentare quest’anno …”. La Società Anonima Stefano Pittaluga fu costituita su iniziativa di Stefano Pittaluga a Torino il 19 marzo del 1919. Stefano Pittaluga (Campomorone, in provincia di Genova, 2 febbraio 1887 – Roma, 5 aprile 1931) eraDSC_0935_clipped_rev_1 figlio di un imprenditore genovese attivo nell’esercizio di sale cinematografiche. Personaggio dalla grande intuizione commerciale fu tra i sostenitori del cinema sonoro e arrivando a suggerire un piano nazionale per il sostegno e lo sviluppo dell’industria cinematografia italiana attraverso l’elargizione di sostegno statale. Già dal 1911 è noleggiatore di film, ottenendo l’esclusiva di alcune pellicole americane per il territorio della Liguria. Deciso ad allargare il suo giro d’affari decide di fondare la Società Anonima che già sul finire del 1919 si espande su tutto il territorio nazionale arrivando a contare 200 sale ad essa collegate. Dal 1924 iniziò anche la produzione di alcune pellicole, rilevando diversi stabilimenti di ditte fallite, come la Fert, la Rodolfi Film, l’Itala Film e la Cines e costituendo due nuove società denominate Fert-Pittaluga e Cines-Pittaluga. Nel 1926 aveva già sbaragliato tutti i concorrenti nella distribuzione sul territorio nazionale acquisendo l’ultimo di questi, la celebre Unione Cinematografica Italiana. Nel 1932 muore Stefano e la Società passa sotto la direzione di Mario Scolza e inizia un lento ma inesorabile declino che la portò, nel 1936 allo scioglimento. L’opera presenta diversi celebri titoli come: La signora di tutti di Max Ophuls con Isa Miranda, La vita amorosa di Casanova di René Barberis con Ivan Mosjoukine, Melodramma di Fritz Lang con Elsa Merlini, Seconda B di Goffredo Alessandrini con Sergio Tofano, Volga in fiamme di Venceslao Tourjanski, L’ebreo errante di DSC_0936_clipped_rev_1Maurice Elevey con Conrad Veidt, Amore imperiale di Gaston Ravel con Pola Negri, Signora Paradiso di Enrico Guazzoni con Memo Benassi, Suss l’ebreo di Lothar Mendes con Conrad Veidt, La marcia di Rakorji di Gustav Frölich,Stefan Szekely, Paraninfo di Amleto Palermi con Angelo Musco, Il figlio del Carnevale di Alexander Wolkoff con Ivan Mosjoukine, La bella maledetta di e con Leni Riefenstahl, Notti moscovite di Alexis Granowski, Paradiso in fiore di Victor Saville, Vienna di Strauss di Alfred Hitchcock con Jessie Mattews, Il cappello a tre punte di Mario Camerini con Edoardo e Peppino De Filippo, Fedora di Louis Grasnier, L’uragano di V.Petroff, Febbre di vivere di George Cukor con Katharine Hepburn, John Barrymore, Chu Chin Chow di Walter Forde, Celiuskin – documentario U.R.S.S., Bella donna di Robert Milton con Conrad Veidt, Il figlio di Kong con Robert Armstrong, Notti di Pietroburgo di G.Rochal e V.Stroyeva, Dick Turpin,brigante gentiluomo di John Stafford con Victor McLaglen, Estasi con Hevy Keyssler, La bella addormentata di Karl Lamac con Anny Ondra, La figlia del reggimento di Karl Lamac con Anny Ondra, Lot in Sodoma di Sibley Watson e Melville Webber, Ritorno alla felicità di Carl Boese con Luise Ullrich, La vita di Virginia Winters di Alfred Santell con Ann Harding, Piccole donne di Georges Cukor con Katharine Hepburn, Paganini con Ivan Petrovich, Il tenente degli Honved di e con Gustav Fröhlich, L’eredità dello zio buonanima di Amleto Palermi con Angelo Musco, ecc. ecc. Opera rarissima e importante per la storia del cinema italiano. Esemplare in ottime condizioni di conservazione.

350 euro

47) RUSSIA MOSCA CHIESA ORTODOSSA CULTO STORIA DELLA RUSSIA

85

Russkaia Pravoslavnaia Tserkov,

The Russian Catechism, Compos’d and Publish’d by Order of the Czar: To wich is Annex’d a short account of the Churc-Government and Cerimonies of the Moscovites, Adorn’d with Cuts, The Second Edition.

London, W. Meadows at the Angel, in the Cornhill, 1725

In 8° (17,2×10 cm); XII, 96 pp. e 5 c. di tav. fuori testo (delle quali due più volte ripiegate (compresa antiporta86). Legatura coeva in piena pelle e cornice in doppio filetto a secco ai piatti. Dorso rifatto nell’ottocento a cinque nervi, con titolo impresso a secco. Filetti a secco ai tasselli. Qualche difetto e piccole spellature agli angoli. All’interno una leggerissima brunitura al margine 88esterno bianco delle prime ed ultime due carte, ininfluente, qualche lievissima macchiolina di foxing alle tavole dovute alla qualità della carta e nel complesso esemplare in buone condizioni di conservazione. Testatine, finalini ed iniziali xilografici. Non comune seconda edizione, la più estesa, di questo studio che descrive la storia, i rituali, le caratteristiche e l’importanza della Chiesa Ortodossa nella storia della Russia e di Mosca. Tre delle tavole rappresentano lo svolgimento di alcune cerimonie basilari del rito ortodosso, una presenta l’alfabeto cirillico, l’antiporta il patriarca Wolodimirus e Sant’Elena, considerata la prima fondatrice della chiesa ortodossa moscovita e una, alcune figure grottesche legate alla tradizione ortodossa moscovita. Non comune.

450 euro

48) STORIA NATURALE BOTANICA USI E COSTUMI VIAGGI LEGATURA CLASSICI ANTICHI CURIOSITA’ STRANEZZE MITI LEGGENDE

DSC_0353_clipped_rev_1DSC_0355_clipped_rev_1

DSC_0350_clipped_rev_1Saumaise Claude De (conosciuto anche come Claudius Salmasius),

Plinianae exercitationes in Caii Julii Solini polyhistora. Item C.Jul.Solini Polyhistor ex veteribus libris emendatus. Acc.huic ieditoni de hoonuymis hyles iatricae exercitationes antehac ineditae nec non de manna et saccharo. Tomus I – IIDSC_0349_clipped_rev_1 e III volume contenente “Exercitationes de Homonymis Hyles Iatricae nunquam antheac editae utet De Manna et Saccharo.

Trajecti ad Rhenum, Apud Johannem vande Water, Johannem Ribbium, Franciscum Halma, & Gullielmum vende
Water, Bibliop., 1689

In folio (39,5×23 cm); (25), 63, (1), 625, (1) pp., (3), 627-943, (1), 16, 157, (1) pp. e (10), 27, (3), 259, (1), 20, (4 b.) pp. Bellissima legatura coeva in stile blaviano in piena pergamena con titolo e autore impressi in oro ad un tassello. Dorso a 7 nervi. Cornice e medaglione centrale con ricchi fregi ai piatti. Uno strappetto senza perdita di carta a pagina 45 del primo volume, qualche pagina leggermente ed uniformemente brunita a causa della qualità della carta e nel complesso esemplare in buone-ottime condizioni di
conservazione. Seconda edizione ma praticamente prima per le numerosissime aggiunte (il terzo DSC_0347_clipped_rev_1volume, recuperato fra i manoscritti inediti di Saumaise, compare qui per la prima volta), di quest’opera del celebre antiquario, umanista e filologo francese Claudius Salmasius, forma latinizzata di Claude Saumaise, (Semur-en-Auxois, 15 aprile 1588 – Spa, 3 settembre 1653). L’autore studiò legge a Heidelberg studiando sotto il giurista Denis Godefroy e rimanendo influenzato, nella lettura dei classici, dal bibliotecario Jan Gruter. A lui si deve il ritrovamento dell’unico manoscritto conosciuto della Biblioteca Palatina. Rifiutò cattedre a Oxford, Padova e Bologna per accettare poi, nel 1631, la cattedra già occupata da Joseph Scaliger a Leida. E’ considerato tra gli antesignani delle teorie capitalistiche. Uomo di grande cultura e dai diversi interessi, scrisse diverse opere di carattere filologico, politico e teologico. Parlava diverse lingue fra le quali l’ebraico, l’arabo ed il persiano. Fu un sostenitore degli Stuart per i quali scrisse l’opera Defensio regia pro Carlo I (1649). Le “Pliniane exercitationes” sono la sua opera più famosa nel quale DSC_0351_clipped_rev_1l’autore, attraverso il commento dell’opera di Solinus Polyhistor, conosciuta con il titolo di “Collectanea rerum memorabilium”, ne studia la derivazione dall’Historia Naturalis di Plinio il Vecchio. Solino, riprendendo le opere di Plinio, Pomponio Mela, Svetonio e Terenzio Varrone descrive le cose più strane e meravigliose inerenti a popoli, usanze, animali e piante illustrandole all’interno di una cornice geografica. Mommsen ha teorizzato che l’opera di Solino può averci trasmesso passi di autori latini a noi del tutto sconosciuti. L’opera di Solino, oltre alla storia romana contiene la descrizione di parte dell’Africa, dell’Asia Minore, dell’Arabia, dell’India e dell’Impero dei Parti. Il commento di Saumaise è considerato il più importante commento della “Collectanea rerum memorabilium”. Il terzo volume, dal titolo “Exercitationes de Homonymis Hyles Iatricae”, si occupa della nomenclatura botanica delle piante medicinali, con un saggio dedicato all’individuazione e all’etimologia della manna e saccarum. Rif. Bibl.: Brunet V 92-93 (“Ouvrage estimé.”); Clark VI 38; Pritzel 2. ed. n. 8045; Haller v.1 p.444.

450 euro

49) GIOCHI OTTICI OPTICAL GAMES JEUX OPTIQUES JUEGOS ÓPTICOS INCISIONI ENGRAVINGS

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Dubry (?),

La timidite, Le Sourir, Le Repentir

S. luogo (Parigi ?), S. stampatore, S. data ma 1850 circa

In 2°; bella e curiosa stampa con gioco ottico che presenta tre stampe in una in base al punto nel quale la stampa viene guardata. Il gioco ottico è inserito entro una cornice nera coeva. Opera in ottime condizioni di conservazione. Le tre immagini presentano un cartiglio nel margine basso che descrivano le tre immagini di caratteri femminili “La timidite, Le Sourir, Le Repentir”. Elegante gioco ottico, nella sua cornice coeva ed in ottime condizioni di conservazione.

600 euro

50) GNADENKAPELLE ALTOTTING SANTUARI MARIANI MIRACOLI INCISIONI SU PERGAMENA MARIAN SHRINES MIRACLES ENGRAVINGS ON PARCHMENT INCISORI FIAMMINGHI FLEMISH ENGRAVERS

IMG_4409_clipped_rev_1Ave Virgo Templum SS. Trinitatis Alten Oetting

S. luogo, S. data (ma 1600 circa)

In 16°; incisione su pergamena. Un leggero strato di sporco su uno dei margini esterni e nel complesso esemplare in ottime condizioni di conservazione stampato su pergamena. Rarissima immagine votiva dedicata alla celebre Madonna Nera di Altotting in Baviera. L’opera è firmata nella parte bassa “C. Galle”. L’opera è incisa dall’incisore fiammingo Cornelis Galle il Vecchio, nato ad Anversa nel 1576 e morto nel marzo del 1650. Appartenente a una famiglia di prestigiosi incisori, Cornelis ha giocato un ruolo significativo nell’arte fiamminga del XVII secolo. Ha iniziato la sua formazione sotto la guida di suo padre, Philip Galle, un noto incisore e editore di Anversa. Nel corso della sua carriera, Cornelis ha prodotto una vasta gamma di incisioni, caratterizzate da un alto livello di dettaglio e raffinatezza. Ha lavorato su molteplici soggetti, tra cui scene religiose, ritratti e illustrazioni di libri. Tra le sue opere più celebri, le illustrazioni per le edizioni bibliche e i ritratti di personaggi eminenti del suo tempo si distinguono per la maestria tecnica e la profondità espressiva. Galle ha avuto una lunga collaborazione con i principali editori del tempo, contribuendo alla diffusione della cultura e dell’arte fiamminga in tutta Europa. Le sue incisioni sono state fondamentali per la promozione delle opere dei pittori suoi contemporanei, come Pieter Paul Rubens, di cui Cornelis ha riprodotto diversi lavori. L’opera rappresenta l’immagine venerata della Madonna di Oettling che sovrasta il santuario Intorno all’immagine il motto “Ave Virgo Mater Filii Dei. Ave Virgo Filia Dei Patris. Ave Virgo Sponsa Spiritus S. Ave Virgo Templum SS. Trinitatis Alten Oetting”. La Madonna Nera di Altötting è una delle immagini più venerate in Germania, custodita nella Cappella delle Grazie situata nella cittadina bavarese di Altötting. Questa piccola città, spesso considerata il cuore spirituale della Baviera, è da oltre 500 anni una delle principali mete di pellegrinaggio per i cattolici. La storia della Cappella delle Grazie ha origine nel IX secolo, anche se la sua fama come luogo di culto mariano inizia realmente nel XV secolo. Secondo la tradizione, nel 1489 avvenne un fatto straordinario che segnò l’inizio della devozione mariana nella regione: un bambino annegato fu portato davanti all’immagine della Madonna e, miracolosamente, tornò in vita. Questo evento miracoloso attirò immediatamente l’attenzione dei fedeli, dando inizio a numerosi pellegrinaggi che continuano ancora oggi. L’immagine della Madonna Nera è una scultura di legno di tiglio, alta circa 65 centimetri, che rappresenta la Madonna con il Bambino. Caratterizzata da un colore scuro, attribuito probabilmente all’annerimento del legno o all’influenza del fumo delle candele nel corso dei secoli, l’immagine è adornata con ricchi abiti e gioielli, frutto delle numerose donazioni dei devoti. L’edificio che custodisce la Madonna Nera, noto come “Gnadenkapelle” o Cappella delle Grazie, è una struttura ottagonale di origine carolingia. Nonostante le sue dimensioni modeste, la cappella è il cuore pulsante del pellegrinaggio, circondata da una serie di basiliche e chiese che testimoniano l’importanza del sito nel tempo. I padri Redentoristi, invitati qui nel 1838, vi istituirono una struttura scolastica ad esempio del vecchio collegio dei Gesuiti eretto nel 1773 e chiuso poi con la soppressione dell’ordine. In passato in questo luogo sorgeva una villa reale e diversi re vi avevano tenuto le loro corti. Il luogo era una delle mete preferite per dei pellegrinaggi dei principi tedeschi dal seicento all’ottocento tanto che sono diverse le cappelle nobiliari inserite nella struttura. Fra queste va citata la tomba del conte Tilly, chiamata Cappella di Tilly, che è dalla sua fondazione, tenuta in grande venerazione. Lo stesso imperatore Massimiliano I e numerosi altri membri della famiglia reale bavarese vi hanno seppellito i loro cuori. La fama della Madonna di Altötting non si limita alla Bavaria o alla Germania. Numerosi pellegrini provenienti da tutto il mondo visitano il santuario ogni anno, specialmente durante le principali festività mariane. Giovanni Paolo II, durante il suo pontificato, visitò il santuario nel 1980, sottolineando l’importanza di Altötting nel panorama della devozione mariana a livello globale. VERY RARE.

380 euro

51) CARICATURE CARICATURISTI BOLOGNA INVITI NUZIALI NUPTALIA SATIRA RARITA’

Senza titolo-226Majani Augusto (Nasica), Processo Lugaresi-Majani (Invito di Nozze di Nasica agli amici), 

Bologna, Zanichelli e Albertazzi, S. d. (ma 1905). 

Foglio volante (32,5×21,5 cm) ; un leggero segno di piegatura al centro del foglio e per il resto in buone-ottime condizioni di conservazione. Il bellissimo foglio satirico di Augusto Majani fu l’invito di nozze fu stampato ed inviato agli amici in occasione del proprio matrimonio con Olga Lugaresi originaria di Budrio. Il foglio volante presenta i due imputati, come già condannati “all’Ergastolo Matrimoniale”. Majani si sposò nell’aprile del 1905 con testimoni di Stecchetti e Testoni. Il matrimonio avvenne sempre nell’ordine della goliardia. Stecchetti accompagnava la sposa mentre Testoni accompagnava lo sposo confortandolo come se lo stesse portando al patibolo. Il testo che accompagna il testo riporta: “Dopo 12 anni di carcere preventivo si presentano entrambi nel giorno 22 corrente al Tribunale di Bologna per essere condannati all’Ergastolo matrimoniale. Io sottoscritto, più che amico, fratello fin dalla nascita dell’infelice artista, mi rivolgo alla S. V. Ill.ma perché entro il giorno 21 corr. Voglia per far pervenire (presso la redazione del “Carlino” – Piazza Calderini, 6) al povero recluso un oggetto di necessario uso domestico, come sarebbe una graticola, la corda del pozzo, una pentola, una scopa, ecc. oggetti tutti indispensabili ora a lui che sta per metter su casa. È consuetudine in simili circostanze rendere meno grave la condanna dei rei con doni e pubblicazioni di valore. L’amico mio abbia invece in oggetti modesti e casalinghi il ricordo continuo della stima sincera e dell’affetto dei numerosissimi (speriamo) amici. Esclusa così l’idea del volfare scrocco, io ringrazio anticipatamente la S. V. Ill.ma e mi professo, dev.mo, Nasica. N. B. – Sarebbe desiderabile che tutti si mettessero d’accordo per evitare duplicati; perché riuscirebbero inutili al Majani, ad esempio: 2 letti doppi, 20 credenze, 50 corde per il pozzo, ecc.”. Molto raro ed in buone-ottime condizioni di conservazione.

250 euro

52) MAGIA PRESTIDIGITAZIONE PRESTIDIGITATION WHIST MANUALS CARDS GIOCHI DI CARTE CARD TRICKS

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IMG_4548_clipped_rev_1F. v. H. (F. von Hoppe),

Der Whist – und Boston – Spieler, wie er seyn soll, oder, Gründliche Anweisung das Whist- und Boston-Spiel : nebst dessen Abarten, nach den besten Regeln und allgemein geltenden Gesetzen spielen zu lernen, nebst 26 belustigenden Kartenkunststücken.

Quedlinburg; Leipzig : Im Verlage der Ernst’schen Buchhandlung, S. data (1830 circa)

In 8° piccolo; 72, (2), 49, (3) pp. 3 carte, delle quali una più volte ripiegata inserite in numerazione nel testo. Brossura muta coeva in percallina azzurra. Primissima assai rara edizione tedesca, ne seguirono almeno altre tre nella prima metà dell’ottocento) di questo manuale per il giocatore del Boston-whist, conosciuto anche come Bostogné o Boston, celebre gioco di carte del XVIII secolo giocato in tutto ilIMG_4547_clipped_rev_1 mondo occidentale tranne che in Gran Bretagna, che forma un collegamento evolutivo tra Hombre e Solo Whist. Il gioco, apparentemente prende il nome da un luogo chiave nella Guerra d’Indipendenza americana, masi crede sia stato ideato in francia intorno al 1770 combinando il mazzo da 52 carte e il sistema di classificazione logica del Whist in partnership con una gamma di giochi da solista e offerte di alleanza prese in prestito da Quadrille. Interessantissima la seconda parte dell’opera con frontespizio proprio che contiene 26 giochi di prestidigitazione con le carte tanto che quest’opera, in questa edizione, era presente anche nella celebre collezione di volumi di magia di Harry Houdini oggi conservata nella Library of Congress. Qualche leggero foxing, pagine con leggera ed uniforma brunitura e nel complesso, esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Rif. Bibl.: Harry Houdini Collection (Library of Congress), GV1277 .H75 1830, 30033212.

450 euro

53) GIOCHI INDOVINELLI INDOVINI DIVINAZIONE GIUOCHI MANOSCRITTI CUTROFIANO LECCE

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IMG_4433_clipped_rev_1Mayro Giuseppe,

Libretto curioso per tenere allegra una conversazione,

Cutrofiano (Lecce), 1871

In 4° piccolo; 103, (1) pp. Brossura coeva con applicato al piatto anteriore il titolo dell’opera, manoscritto su carta coeva. Qualche traccia di sporco al piatto anteriore e per il resto, esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Testo manoscritto in bella e leggibile scrittura coeva in rosso e blu. L’opera venne scritta a Cutrofiano in provincia di Lecce bel 1871 e contiene un gioco per i salotti della società dell’epoca fatto di risposte multiple legate ai segni zodiacali e a vari personaggi mitologici, probabilmente, sullo stile dei giochi indovini con i dadi, tanto in voga nel seicento con una serie di domande, poste alla fine del primo gioco e le risposte presenti, decise per segni zodiacali, personaggi mitologici, pianeti e personaggi fantastici presenti nella prima parte. Alla fine del volume, da pagina, 79 sono presenti numerosi enigmi. Interessante e curioso manoscritto inedito di giochi e indovinelli. Curioso manoscritto sui giochi e gli indovinelli.

280 euro

54) AVANGUARDIE ARTE CONTEMPORANEA ARTE CONCETTUALE ARTE POVERA POESIA VISIVA

IMG_5560_clipped_rev_1Parmiggiani Claudio,

Geometria Reformata. 10 Zeichnun gen 1977-1978,

Zurich, Annemarie Verna, 1979

In 4° (34×24 cm); (28) pp. Brossura editoriale con titolo stampato in rosso al piatto anteriore. Esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Edizione limitata tirata in 300 esemplari numerati, il nostro esemplare è il n. 190, di questo libro d’artista con i 10 disegni, uno su doppia pagina, realizzato dal celebre artista italiano, Claudio Parmiggiani (Luzzara, 1943). Studente all’Istituto di Belle Arti di Modena, frequentò fin da giovane lo studio di Giorgio Morandi a Bologna, città dove nel 1965, espone per la prima IMG_5559_clipped_rev_1volta le sue opere presso la Libreria Feltrinelli di Bologna. Nel 1970 inizia le prime Delocazioni, opere e ambienti di ombre e impronte realizzate attraverso l’uso della polvere, del fuoco e del fumo che ne sanciscono il successo nazionale ed internazionale. Artista difficilmente classificabile Parmiggiani si muove fra l’arte povera e quella concettuale senza mai appartenere a nessuna delle due. E’ autore anche di diversi scritti anche questi di notevole successo, basti citare “Stella Sangue Spirito” (Actes Sud, 2000), “Una fede in niente ma totale” (Le Lettere, 2010). Della sua opera si sono occupati i maggiori critici e pensatori contemporanei: Jean Clair, Jean-Luc Nancy, Georges Didi-Huberman, ecc. Prima non comune edizione in buone-ottime condizioni di conservazione.

150 euro

55) ILLUMINISMO CONTRAFFAZIONI CURIOSITA’ BIBLIOGRAFICHE FALSI FILOSOFIA ROMANZI

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IMG_4417_clipped_rev_1Diderot Denis,

Jacques le Fataliste et son maître,

A Paris, Chez Buisson, An cinquième de la République, S. data (ma 1796)

In 8° grande; due tomi: (4), XXII, 23-286 pp. e (4), 320 pp. Legature coeve in mezza pelle chiara con titolo, numero dei volumi, fregi e filetti in oro al dorso. Il titolo su fascetta in pelle scura. Piatti foderati con carta marmorizzata coeva. Rarissima contraffazione, edita lo stesso anno della prima edizione, di una delle opere più importanti e celebri del grande illuminista francese, Denis Diderot. Questa rara contraffazione di distingue dall’originale da alcune piccole differenze. Prima di tutto nel titolo del primo volume è presente un clamoroso refuso “Jacques la fataliste”. Poi il “Decret concernant les Contrefacteurs” è presente al recto del frontespizio e non dell’occhietto come nell’edizione originale. Sempre nel “Decret” l’ultima parola, prima della firma di Buisson e cioè la parola “indivisible” è come spezzata in due parti con le lettere di “isible” poste leggermente più in basso rispetto alle lettere che si trovano prima. Altra caratteristica evidente è che la prima pagina dello scritto “A la Memoire de Diderot” finisce con “Diderot ne” invece che con “Diderot ne fit”. Nella contraffazione, “fit” è all’inizio della seconda pagina. L’opera qui presentata, per la sua rarità, rappresenta una vera e proprio curiosità bibliografica. Opera in buone-ottime condizioni di conservazione. Diderot pensò a questo romanzo già aIMG_4418_clipped_rev_1 partire dal 1765 ma lo scritto apparve a puntate solo apparve a puntate solo tra 1778 ed il 1780. La versione che venne però pubblicata a puntate non era quella definitiva poiché Diderot lavorò più volte sull’opera fino alla sua morte. Basti ricordare che l’opera che, nel 1771, contava 125 pagine, raggiunse i 200 nel 1778, 208 nel 1780, ed i 287 nel 1783. Tuttavia l’opera, ben prima della sua pubblicazione francese, era già conosciuta in Germania grazie ad una traduzione che ne aveva fatto Schiller nel 1787 nella sua rivista Thalia. E’ solo nel 1792 che però, la Germania scopre il testo completo grazie ad una nuova traduzione, di Mylius. Finalmente nel 1796 l’opera venne pubblicata, anche, in Francia nella sua versione definitiva, sulla base di una copia probabilmente fornita da Grimm o Goethe. Il romanzo è di per se un testo difficilmente classificabile in quanto tende a liberarsi dalle nascenti regole romantiche creando una romanzo di viaggio in stile picaresco che rappresenta, però, anche un viaggio interiore del suo protagonista libro. Come ammesso dallo stesso Diderot “Jacques” trae la sua trama da un libro che lasciò una profonda impressione in Diderot e cioè “Vita e opinioni di Tristram Shandy” di Sterne. « La publication de Jacques le fataliste s’effectua d’après un manuscrit d’origine inconnue (mais probablement sorti de la bibliothèque de Grimm), au moment même où le prince Henri de Prusse communiquait à l’Institut national de France un autre manuscrit du roman. Buisson profita de cette circonstance pour faire accroire au public que ce manuscrit d’appartenance princière avait servi de base à son édition » (Adams, II, p. 179). Molto raro ed in ottime buone-ottime condizioni di conervazione.

450 euro

56) FORMIGGINI CLASSICI DEL RIDERE TIRATURA LIMITATA IN PELLE DE CAROLIS LEGATURA RELIURE

IMG_4432_clipped_rev_1Agnolo Fiorenzuola,

Novelle, a cura di Giuseppe Lipparini, disegni di Giustin da Budiara,

Roma, A. F. Formiggini Editore in Roma, 1923

In 8°; XV, (1), 142, (2) pp. Legatura in piena pelle impressa a secco riccamente illustrata dal celebre pittore, restauratore, decoratore, incisore, illustratore e xilografo, Adolfo De Carolis o De Karolis (Montefiore dell’Aso in provincia di Ascoli Piceno nelle Marche, 6 gennaio 1874 – Roma, 7 febbraio 1928) al piatto posteriore e da Giustin da Budria al piatto anteriore. Terza edizione di questa celebre pubblicazione del grande editore modenese. Sono pochissimi i volumi tirati nella legatura di lusso in piena pelle come quello qui presentato. L’esemplare qui presentato si trova in ottime condizioni di conservazione. Il piatto interni sono foderati con la bellissima carta delle edizioni Formiggini che riportano lo stemma della Casa Editrice. L’opera raccoglie le celeberrime novelle del grande letterato toscano Agnolo Firenzuola (o Fiorenzuola), ovvero Michelangelo Gerolamo Giovannini da Firenzuola (Firenze, 28 settembre 1493 – Prato, 27 giugno 1543). Fiorenzuola fu un’importante figura della letteratura e della poesia rinascimentale italiana. Originario di Firenze, Fiorenzuola si distinse non solo come poeta, ma anche per la sua erudizione e le sue composizioni poetiche. Le sue opere, scritte in italiano e latino, riflettono le influenze della tradizione petrarchesca, ma anche un innovativo uso della lingua vernacolare che prefigura le evoluzioni linguistiche future. La sua raccolta più nota, “Rime”, ha avuto un’influenza significativa sulla poesia amorosa del periodo. Fiorenzuola affronta temi quali l’amore, la natura e la bellezza, evidenziando la sua abilità nel combinare elementi di lirismo e musicalità. Oltre alla poesia, fu anche un esponente della musica, contribuendo alla diffusione di forme di canto e composizioni sonore dell’epoca. La sua opera rispecchia un periodo di transizione nella letteratura italiana, segnando il passaggio dal medioevo al Rinascimento. Sebbene non sia conosciuto come altri contemporanei, il suo contributo rimane fondamentale per comprendere l’evoluzione della poesia e della cultura musicale italiana del XV secolo, testimoniando un rinnovato interesse per l’arte e la bellezza. Rarissima edizione nella legatura di lusso in piena pelle.

180 euro

57) POESIA AREZZO ARCADIA ACCADEMIA DELL’ARCADIA POESIA CLASSICA ODISEA OMERICA OMERO PRIME EDIZIONI TOSCANA

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IMG_4327_clipped_rev_1Redi Gregorio,

Opere varie di Monsignor Balì Gregorio Redi Aretino, Divise in Quattro Tomi e Consacrate al Signolar Merito di Monsignor Enriquesz Nuncio Appostolico Nelle Spagne, Tomo Primo – Secondo – Terzo – Quarto.

In Venezia, Presso Gio: Battista Recurti, 1751

In 8°; in 4 tomi: LVI, 540 pp. e una c. di tav. fuori testo in antiporta con ritratto di Redi realizzato da Cipriani e Faucci, (4), 554 pp., 496 pp. 607, (1) pp. Belle legature coeve in piena pergamena con dorso a 4 nervi e autore, titolo e numero dei volumi chiosati a mano in bella grafia coeva ai tasselli. Antica firma di appartenenza privata ottocentesca al margine alto della prima carta bianca, mentre con la stessa calligrafia, all’ultima carta bianca è stato scritto l’anno ed il luogo dove venne acquistata l’opera “Gio. 16 settembre in Firenze, Via de’ Pucci, di Firenze a Palazzo Riccardi”. Antica firma di appartenenza ai frontespizi “De la Morcelle”. Piccolo forellino al margine esterno bianco delle prime 4 carte del primo volume. Tagli spruzzati in rosso. Per il resto esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Prima rara edizione, rarissima da reperirsi completa del ritratto ripiegato di questa raccolta di opere del celeberrimo poeta aretino Gregorio Redi (Arezzo, 1676 – Arezzo, 13 aprile 1748), noto anche come Balì Gregorio Redi, noto anche con il nome da arcade di Autone Manturese. Dedicatoria a Monsignor Enrico Enriquez De’ Principi di Squinzano, Arcivescovo di Nazianzo e della Santa Sede Apostolica Nunzio presso la Reale Corte Cattolica delle Spagne. Il volume contiene: L’Orazione Funebre in morte dell’Autore; Elogi Latini per la stessa occasione; L’Odissea di Omero trasportata in istile Eroicomico in Ottava Rima; E Varie Composizioni in occasione della morte dell’Autore stesso; Q. Orazio Flacco tradotto in varj metri Toscani; Il Rudente Plauto con Testo latino accanto; L’Andromaca di M. Racine tradotta dal Francese; Sonetti Eroici; Sonetti Piacevoli; Sonetti Platonici; Poesie Liriche; Epistole e Diversi; L’Uomo Contento, o la Guida del Savio che insegna l’Arte di Ben Vivere; Dissertazione sopra gli Dei Aderenti; I Salmi di David esposti in Versi Toscani nel senso Letterale. Gregorio Redi, conosciuto anche come Balì Gregorio Redi o con il nome arcadico di Autone Manturese, fu una figura di spicco nella scena culturale italiana del tardo XVII e inizio XVIII secolo. Nato nel 1676 ad Arezzo, Redi visse in un’epoca di grande fermento culturale, dominata dalla rinascita degli studi classici e da un ricco dialogo fra le arti. Redi aderì all’Accademia dell’Arcadia, un celebre circolo di intellettuali fondato a Roma nel 1690, che si proponeva di promuovere un ritorno alla semplicità e purezza della poesia classica, in contrapposizione agli eccessi del Barocco. Sotto lo pseudonimo di Autone Manturese, Redi si distinse per la sua produzione poetica, attraverso la quale cercava di catturare e celebrare la bellezza della natura e dell’esperienza umana in versi chiari e armoniosi. La sua opera non si limitò alla poesia; come molti altri membri dell’Arcadia, Redi era coinvolto attivamente nel dibattito culturale del suo tempo, contribuendo anche con scritti su vari argomenti, dall’estetica alla filosofia morale. Questo impegno a tutto tondo ne fece una figura rispettata e influente nel panorama intellettuale italiano. Balì Gregorio Redi morì ad Arezzo il 13 aprile 1748, ma la sua eredità letteraria continua a essere un importante riferimento nel contesto degli studi arcadici e della letteratura italiana dell’epoca. La sua vita e le sue opere restano un vivace esempio dell’impegno per la riscoperta dei valori classici e della continua ricerca della bellezza attraverso l’arte della parola. Prima edizione completa del ritratto quasi sempre assente. Rif. Bibl.: Gamba, 2410; Graesse, VI, 58′ e Brunet descrivono l’opera senza il ritratto qui presente.

500 euro

58) SVIZZERA SWISS ZURICH ZURIGO ECONOMIA COMMERCIO ECONOMY TRADE FIRST EDITION

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IMG_4551_clipped_rev_1Anonimo,

Verzeichniss der Handelshäuser und Fabriken des Kantons Zürich: mit Beifügung der solidaren Antheilhaber und Commanditärs, sowie der Klassensteueranlagen. Nach den officiallen Registern bearbeitet.

Zurich, bei Drell, Fussli und Compagnie, 1837

In 8°; (2), 100, (2) pp. Brossura editoriale con titolo, luogo di stampa e stampatore, impressi in nero al piatto anteriore entro cornice in doppio filetto. Al piatto posteriore vignetta entro cornice. Importante fonte storica per ricostruire l’economia ed il commercio del cantone svizzero di Zurigo nella prima metà dell’ottocento. L’opera contiene, divisi per città, gli elenchi dei nomi e delle attività commerciali presenti sul territorio, nel 1837. Qualche lieve fioritura dovuta alla qualità della carta e nel complesso, esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Molto raro. Very Rare.

150 euro

59) MEDICINA IDROTERAPIA MEDICINE NAPOLI VERONA STORIA DELLA MEDICINA MEDICINA ALTERNATIVA

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Crescenzo Niccolò,

Ragionamenti intorno alla nuova medicina dell’acqua, e come la prima volta introdotta ella fosse, difesa, e sostenuta in Napoli; ed intorno al vero fluido della Medicina, e a una più sicura maniera di medicare. Coll’aggiunta di un breve Metodo di praticarsi l’acqua anche da coloro che non sono medici.

In Verona, Presso Dionisio Ramanzini, 1746

In 4° piccolo; (2), 332 pp. Brossura rosa d’attesa. Qualche difetto e lievi mancanze. Antica nota di possesso o privato al frontespizio. Qualche lieve fixing e per il resto in buone condizioni e stampato su carta di ottima qualità. Antica pecetta settecentesca applicata all’interno del piatto anteriore dell’antico libraio che vendette il libro, lo storico libraio Giuseppe Gamba di Torino. Seconda edizioneIMG_4528_clipped_rev_1, molto più rara della prima, di questa celebre opere sull’idroterapia. La prima edizione uscì nel 1727. Nicolò Crescenzo fu mediconapoletano, dottore di Morale nella prima cattedra di Filosofia nell’Università di Napoli. Crescenzo fu anche autore di alcune tragedie. Non comune opera della nascente medicina idropatica moderna che nel settecento, vide Napoli, come uno dei centri europei di quest’arte. Rif. Bibl:De Renzi,IV, p. 416 – Biographie Universelle, X, p. 254: “Niccolò Crescenzo publia au commencement du 18 siècle deux ouvrages qui influèrent très avantageusement sur l exercice de la médecine: 1° Tractatus physico-medicus. potissimum febrium., 1711 – 2° Ragionamenti intorno alla nuova medicina dell acqua., 1727. L art de guérir était infecté par la ridicule théorie chimique et la pratique incendiaire de van Helmunt et de Sylvius de le Boe. Crescenzo démontra les dangers des remèdes échauffants qu on prodi- guait de la manière la plus abusive dans le traitement des fièvres, il leur substitua, avec le plus éclatant succès, l emploi des rafraichissants en général et plus spécialement encore de l eau froide et glacée. Il indiqua les règles à suivre dans l usage de ces moyens efficaces, et les précautions qu ils exigent. Ses recherches ont éclairci plusieurs points de physiologie, et surtout le mouvement en quelque sorte péristaltique des vaisseaux sanguins artériels.”.

170 euro

60) ZURIGO DEMOGRAFIA STORIA LOCALE SVIZZERA ZURICH

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IMG_4558_clipped_rev_1Homeister Heinrich,

Verzeichniß der Stadt-Bürgerschaft von Zürich auf das Neujahr 1827. Herausgegeben vonHeinrich Hofmeister – Stadtschreiber. Unito a: Wezeichniss der IMG_4557_clipped_rev_1Unfassen in der Stadt Zurich auf das Neujahr 1827. Herausgegeben von Heinrich Hofmeister – Stadtschreiber.

Zurich, gebrudt den Davis Burtli, S. data (ma 1827)

In 8°; VII, (1), 247, (1) pp. e 108 pp. Legatura coeva in cartoncino rigido foderato con carta coeva marmorizzata. Tagli spruzzati in rosso. Opera stampata su carta di ottima qualità. Esemplare in ottime condizioni di conservazione. Due opere in un volume. Prima edizione di questa importante fonte per la storia demografica di Zurigo che contiene i nomi e gli impieghi dei cittadini della città elvetica al 1827. Fra i nomi anche quelli di librai antiquari. L’opera è di Heinrich Homeister che fu Stadtschreiber di Zurigo.

130 euro

61) MEDICINA VENEZIA STAMPATORI VALGRISI FILOSOFIA DELLA MEDICINA CLASSICI GRECI

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IMG_6019_clipped_rev_1Hippocrates,

Hippocratis Coi medicorum omnium longé principis, opera, quae ad nos extant, omnia: per Ianum Cornarium Medicum physicum latina lingua conscripta: Nuperrimé, post omneis omnium editiones, summa cura emendata; plurimisq; mendis, incuria praetermissis, expurgata. Index rerum ad calcem operis universi annexus est foecundissimus,

Venetiis, Ex Officina Erasmiana; Apud Vincentium Valgrisium, 1546

In 4° (21×16,5 cm); (16), 691, (33), (4 b.) pp. Legatura della prima metà del settecento in piena pergamena con titolo impresso in oro su fascetta in pelle al dorso. Qulache spellatura della pergamena. Tagli spruzzati in rosso. Antica firma di appartenenza al recto del piatto anteriore “Mastini”. Un antico rinforzo in carta al margine interno bianco, al recto della carta, in tre carte, ininfluente e nel complesso, esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Esemplare arricchito di numerosissime note manoscritte coeva chiosate in chiara grafia al margine esterno bianco. Diverse sottolineature antiche e manine. Marca tipografica di Valgrisi al piatto anteriore. Non comune edizione veneziana, edita da Vincenzo Valgrisi di uno dei testi più classici della storia della medicina, attribuito al grande medico, aforista e geografo greco, Ippocrate di Coo (o Cos, o Kos) (in grecoIMG_6024_clipped_rev_1 antico: Ἱπποκράτης, Hippokrátēs; Coo, 460 a.C. circa – Larissa, 377 a.C. terminus post quem), considerato il padre della medicina scientifica. Ippocrate diede dignità all’arte medica distaccandola dalla filosofia e dalla teurgia. Il grande merito di Ippocrate fu quello di raccogliere e selezionare le diverse conoscenze medico-scientifiche antiche, selezionando come degne di esser tramandate, solo quelle con una base, per quanto approssimativa, scientifica ed epurando quelle legate alla sola superstizione, andando a creare quello che fu per secoli conosciuto come base della medicina, il “Corpus Hippocraticum”. Ippocrate fu un grande viaggiatore e visitò l’Egitto, considerato all’epoca il paese con il più alto grado di conoscenze medico-scientifiche ma anche in quelle aritmetiche e geometriche. Una visita in Egitto era una consuetudine per i medici del tempo, per apprendere direttamente il loco le più innovative conoscenze e tecniche mediche. Viaggio a lungo anche in Grecia. In Libia entrò in contatto con gli antichi segreti custoditi dai sacerdoti libici. Nonostante l’aspetto scientifico e sperimentale del suo metodo, la dottrina di Ippocrate rimase legata ad un concetto esoterico di conoscenza e trasmissione, tramandata solo a coloro che fossero in grado di comprenderne il significato. Questa edizione veneziana, fra le meno comuni, è simile a quella stampata lo stesso anno da Froben a Basilea e si avvale della celeberrima traduzione latina delle conoscenze di Ippocrate ad opera del celebre umanista Janus Cornarius (ca. 1500 – March 16, 1558), traduzione apprezzatissima ed elogiata dall’amico Erasmo da Rotterdam. L’amore per i classici greci e la grande conoscenza della lingua greca antica, portò Cornarius a specializzarsi in traduzioni di scrittori medici greci, interessandosi, in particolare, alla farmacologia botanica e agli effetti dell’ambiente sulla malattia e sul corpo. Vincenzo Valgrisi, o Valgrisio (nato Vincent Vaugris) (Charly, 1490 ca. – post 1572), fu uno dei tipografi “italiani” più celebri del cinquecento. Di origini francesi, fu attivo a Venezia dal 1540 al 1572. Lavorò sempre a Venezia a parte una breve parentesi romana dal 1549 al 1551. Le sue edizioni furono molto apprezzate per l’accuratezza filologica e per l’innovazione di alcune “trovate” stilistiche come il far precedere i canti dell’Orlando Furioso, non da una testatina con una scena animata ma da une vera e propria antiporta a tutta pagina che precedeva ogni canto e dell’inserimento, nel testo, di cartine geografiche che aiutavano il lettore a seguire gli spostamenti dei vari personaggi. Edizione non comune, in buone-ottime condizioni di conservazione, arricchito dalle numerose note coeve manoscritte di interesse medico che seguono e commentano il testo.IMG_6023_clipped_rev_1

62) VIAGGI STORIA LOCALE GARDA ROVIGO LOMBARDIA VENETO MILANO PAVIA COMO VENEZIA BELLUNO BRESCIA CREMONA LODI PADOVA VICENZA VALETELLINA MANTOVA BERGAMO CREMA UDINE TREVISO


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Cantù’ Cesare, Gualtieri Luigi e altri autori.

Grande illustrazione del Lombardo-Veneto, ossia Storia della Città, dei Borghi, Comuni, Castelli ecc., fino ai tempi moderni per cura di letterati italiani compilata da L. Gualtieri conte di Brenna e diretta da Cesare Cantù. [Completo]

Milano, Per la Società Editrice A. Tranquillo Ronchi, 1857 – 1861

In 4°; 6 tomi: (2 frontespizio inciso), 839, (9) pp. e una pianta di Milano a doppia pagina, una c. di tav. più volte ripiegata, una c. di tav. fuori testo con dedicatoria al Professore Pietro Carpanelli; 830 pp. (frontespizio inciso in antiporta), 9 c. di tav. fuori testo con ritratti (Federico Borromeo, Canova, Carlo Goldoni, Tiziano, S. Carlo Borromeo, Torquato Tasso, Cesare Beccaria, Alessandro Volta, Bernardino Luino), una carta a doppia pagina con veduta di Venezia, 4 c. di tav. (altra veduta a volo d’uccello a doppia pagina di Venezia, Candelabro di Andrea d’Alessandro bresciano, Monumento del Tiziano), 1 c. di tav. con dedicatoria a Tommaso Catullo; 1244 pp.; 1014, (2) pp. (ma 1042 pp., frontespizio architettonico incluso e errore di numerazione con numerazione da 296 a 304 ripetuteDSC_0404_clipped_rev_1 due volte e altre 7 pagine non numerate fra le quali dedicatoria a Aleardo Aleardi, cioè 304, (7), 296-1014) e 4 c. di tav. fuori testo con ritratti (Plinio Secondo, Girolamo Tiraboschi, Scipione Maffei, Andrea Palladio), pianta della città di Padova a doppia pagina; 1091, (1) pp. frontespizio inciso incluso e 5 c. di tav. con ritratti (Eugenio di  Savoja, Antonio Zanon, Antonio Rosmini, Giuseppe de Maistre, Andrea Mantegna), una pianta a doppia pagina della Città di Mantova;  791, (1) pp. e 2 c. di tav. con ritratti (Giorgio Trissino, Alessandro Vittoria).  Nell’opera sono presenti 6 front. allegorici incisi, 7 tavv. f.t., di cui 5 topografiche, 977 illustrazioni nel testo, alcune anche a piena pagina con vedute, scene di vita, costumi e fregi ornamentali. Prima non comune edizione completa della più importante opera storico geografica ottocentesca dedicata al territorio ed alla storia del Lombardo-Veneto. Belle legature coeve in mezza pelle scura con titolo, numero dei volumi con loro contenuto, filetti e fregi in oro e a secco al dorso. Piatti foderatati con carta coeva. Piccolo ed ininfluente tunnel di tarlo al margine basso bianco (solo nel primo frontespizio architettonico DSC_0412_clipped_rev_1tocca la cornice) delle prime 5 carte del primo tomo che poi diventa un forellino piccolissimo fino a pagina 64 del tutto ininfluente. Esemplare ad ampi margini, in parte a fogli chiusi ed in barbe. L’opera si presenta solitamente brunita e con fioriture diffuse mentre in quest’esemplare sono presenti solo poche pagine leggermente ed uniformemente brunite, sempre ininfluenti e nessuna fioritura. Nel complesso l’opera è in ottime condizioni di conservazione. Il primo volume contiene la descrizione del territorio di Milano e Pavia, il secondo di Venezia e Belluno, il terzo di Brescia, Cremona e Como, il quarto di Padova, Verona e Vicenza, il primo volume del quinto tomo di  Valtellina, Mantova, Lodi, Bergamo e Crema, il secondo volume del quinto tomo di Rovigo, Udine e Treviso. Ampio spazio è dedicato alle località di villeggiatura dei grandi laghi che si trovano in questo territorio come il lago di Como ed il Lago di Garda. Ottimo esemplare. Cfr. Cremonini 164 che cita solo 17 ritratti fuori testo invece dei 20 qui presenti. Catalogo Hoepli, 593: “Opera delle più interessanti e compiute per quel tempo, che illustra le regioni del Lombardo-Veneto sotto tutti gli aspetti, storico, artistico, culturale, economico, ecc”.

650 euro

63) AGRICOLTURA ORTICOLTURA PIANTE OFFICINALI GASTRONOMIA AGRONOMIA PIANTE DA FRUTTA PRIME EDIZIONI

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IMG_4518_clipped_rev_1Re Filippo,

L’ortolano dirozzato di Filippo Re Cavaliere dell’Ordine della Corona Ferrea, P. Professore di Agraria nella R. Università di Bologna ecc. ecc.

Milano, Presso Giovanni Silvestri, 1811

In 4°; 2 tomi: 423, (1) pp. e VI c. di tav. Brossure editoriali con titolo, numero dei volumi e prezzo indicato in nero, entro cornici xilografiche al piatto anteriore. Al recto dei piatti, sempre entro cornice xilografica, la pubblictà editoriale di altre opere di Filippo Re. Esemplare ancora in barbe ed in buone-ottime condizioni di conservazione. Prima edizione, non comune, di questa celebre opera delgrande economista, botanico e agronomo reggiano, Filippo Re (Reggio Emilia, 20 luglio 1763 – Reggio Emilia, 26 marzo 1817). Re, dopo gli studi condotti a Ravenna, ebbe la cattedra di Agraria dell’Università di Bologna: Qui istituì un orto agrario, per il quale ricevette nel 1806 da Napoleone l’Ordine della Corona di Ferro. Le opere di Re furono le opere di agronomia più lette nel corso della prima metà dell’ottocento. Nell’opera qui presentata, Re dopo aver scritto opere dedicate all’agricoltura in generale che ebbero un’enorme successo, in quest’opera ricostruisce, nei minimi particolari, i segreti della coltivazione di un orto con una descrizione di ogni tipo di pianta da frutto o officinale che può essere coltivata. Re, in quest’opera descrive anche il modo migliore di disporre le piante nell’orto oltre che indicare le siepi e gli alberi migliori che possono trovare spazio in un orto. Il primo volume è diviso in due parti e contiene oltre ad un “Abbozzo del dizionario dell’ortolano per servire d’Indice alcontenuto dell’opera”, anche la “Coltivazione generale degli orti”. Scrivono Gabriella Bonini e Rossano Pazzagli nella voce dedicata a Filippo Re nel Dizionario Biografico degli Italiani edito da Treccani (Volume 86, 2016): “Oltre ai cultori delle scienze agrarie, Re ha suscitato l’interesse degli studiosi di storia economica e della letteratura. Alberto Caracciolo (1973, p. 600) gli ha dedicato considerazioni significative nell’ampio affresco sulla storia economica italiana dal primo Settecento all’Unità, mentre Roberto Finzi (1992, IMG_4521_clipped_rev_1pp. 398 s.), affrontando il tema della mezzadria, ha ricordato l’attenzione dello studioso reggiano per la questione dei rapporti agrari e, soprattutto nei Nuovi elementi di agricoltura, per il giudizio negativo del ruolo dei braccianti giornalieri, contestuale a una valutazione positiva del rapporto mezzadrile. Ezio Raimondi (in Narrazione intorno a Filippo Re, 2006, pp. 25-35) ha visto in Re un grande sperimentatore, il continuatore, nella sfera agronomica, di Galileo Galilei, riconoscendogli un ruolo di primo piano nella storia della cultura italiana nel momento di passaggio dall’Ancien Régime all’età napoleonica e alla restaurazione. Diverso è il giudizio di Antonio Saltini, per il quale Re non fu tanto un modernizzatore del sapere agronomico, quanto il propugnatore di una dottrina agronomica che nessun progresso segnava rispetto a quella degli autori latini di agricoltura. Per Saltini, Re è il protagonista che vanta il titolo di precursore del ‘risorgimento agronomico’, ma è anche lo studioso che dell’agronomia italiana incarna la pluridecennale arretratezza (Saltini, in Narrazione intorno a Filippo Re, 2006, pp. 59-70)”. Prima edizione non comune a reperirsi nella sua legatura originale. Scrive Saltini nella sua Storia delle Scienze Agrarie, II, p. 653: “Convinto della necessita’ di una sempre maggior circolazione delle idee e delle esperienze in agricoltura e di una coordinazione degli studi agronomici, progetta un dizionario per “una lingua agraria nazionale”, cercando di attingere ai principali vocabolari dialettali”. Prima edizione completa, in buone-ottime condizioni di conservazione, rara a reperirsi completa delle sue brossure editoriali. Rif. Bibl.: IT\ICCU\LO1E\004126; Niccoli pag. 317.

350 euro

64) SVIZZERA COSTUMI POPOLARI PRIME EDIZIONI CANTONI SVIZZERI PINELLI SWISS ZURICH BERNA LUCERN

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IMG_6064_clipped_rev_1Pinelli Bartolomeo,

Raccolta di quindici costumi li più interessanti della Svizzera, Disegnati, ed incisi all’acquaforte dal Bartolomeo Pinelli Romano,

In Roma, Presso Luigi Fabri, Via Borgognana N° 66, S. data (ma 1813)

In 4° (27×20 cm); (1 b.), 16 cc. Brossura coeva muta. Qualche minimo ed ininfluente foxing (tipico di tutti gli esemplari conosciuti) e nel complesso esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Prima ed unica edizione di questa raccolta di costumi svizzeri, incisa dal celeberrimo incisore, ceramista e pittore Bartolomeo Pinelli (Roma, 20 novembre 1781 – Roma, 1º aprile 1835) celebre per le illustrazioni di costumi popolari italiani ed europei. A lui si devono anche le illustrazioni di numerosi classici della letteratura come opere di Dante, Virgilio, Ariosto, Tasso, Cervantes e Manzoni. La sua opera oltre all’indiscutibile valore artistico è considerata di enorme importanza per il suo valore etnografico ed antropologico per la ricchezza di particolari con la quale l’autore delineò le sue tavole di costumi. Riconosciuto maestro dell’illustrazione, fu anche insegnante di una generazione di illustratori fra i quali il celebre illustratore goriziano, Giuseppe Tomiz. In particolari i costumi romani e svizzeri sono considerati come una delle sue opere più importanti. Il suo stile neoclassico segnò l’arte italiana della prima metà dell’ottocento. Nato a Roma nel quartiere Trastevere il 20 novembre del 1781, era figlio di un nuovo modellatore di statue devozionali che lo introdusse all’arte della modellazione della ceramica anche se ben presto dimostrò la sua abilità nell’arte dell’incisione, del disegno e della pittura. Una volta appurata l’abilità di Pinelli, il giovane ragazzo venne iscritto all’Accademia di Belle Arti di Bologna in quanto al città si era qui trasferita nel 1792. Nel 1799 tornò a Roma e si iscrisse all’Accademia di San Luca a Roma. Fu proprio dal 1799 che iniziò una collaborazione con Franz Kaisermann dipingendo le figureIMG_6060_clipped_rev_1 delle sue celebri vedute. Questa esperienza lo segnò profondamente dandogli la possibilità di pensare ai personaggi inseriti inseriti in un contesto e non come semplici figure. A partire da questo anno iniziò a lavorare e raccogliere immagini di costumi raccolti dal vivo fra le campagne romane, realizzando quello che sarebbe, poi, diventato nel 1807, nell’Album di trentasei acquerelli di Scene e Costumi di Roma e del Lazio che ne sancì il successo. Nel 1809 pubblicò la sua prima serie di incisioni dal titolo “Raccolta di cinquanta costumi pittoreschi incisi all’acquaforte”. Nonostante il suo successo in vita ed il numero enorme di opere che realizzò, nel 1835, morì povero. L’opera qui presentata è una delle sue più celebri e presenta, oltre un frontespizio inciso, 15 magnifiche tavole di costumi ognuna con un cartiglio sottostante che li descrive. Fra le tavole: Costume del Paese di Zug, Donna del Cantone di Zug, Donna del Cantone di Lucerna, Costume del Cantiere di Berna, Donna del Cantone di Schwith, Costume del Cantone di Schaffhousen, Donna del cantone di Bade, Donna del Cantone di Fribourg, Donna del costume di Zurich. Opera non comune ed in buone-ottime condizioni di conservazione.

330 euro

65) ROMANZI MUSICA EROTICA EROTIC EROTISCH ROANCE RARITA’ BIBLIOGRAFICA OPERA

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IMG_4559_clipped_rev_1Heinse Johann Jakob Wilhelm,

Hildegard von Hohenthal. (3 Bde. Compl.).

Berlin, in der Vossischen Buchhandlung, 1804

In 12°; tre tomi: (4), 341, (1) pp. e una c. di tav. in antiporta, (2), 421, (1) pp., (4), 368 pp. Frontespizi incisi. Alcune incisioni nel testo a lastra singola. Due antiporte illustrate. Seconda edizione, rara quanto la prima edizione postuma, di questo celebre scritto di Wilhelm Johann Jakob Heinse (Langewiesen, 16 febbraio 1749 – Aschaffenburg, 22 giugno 1803). La primissima edizione uscì in tre volumi tra il 1795 ed il 1796. Heinse, nel 1766 si iscrisse all’Università di Jena per studiare legge materia che però non lo appassionò fin da subito passando agli studi letterari. Due anni dopo seguì il suo insegnante Friedrich Justus Riedel all’Università di Erfurt. Riedel sostenne Heinse durante i suoi studi, ma beneficiò anche del suo aiuto nella stesura dei suoi opuscoli. Heinse nel 1773, sempre grazie all’aiuto del suo maestro, ottenne la posizione di maestro di corte presso la famiglia von Massow. Nell’aprile 1774 Heinse fu incaricato dai fratelli Jacobi, dal poeta Johann Georg Jacobi e dal filosofo Friedrich Heinrich Jacobi, di dirigere la loro rivista femminile “Iris” a Düsseldorf. In questo periodo conobbe anche Johann Wolfgang von Goethe del quale era grande ammiratore. Heinse fu grande amico di Friedrich Maximilian Klinger, fra gli esponenti dello Sturm und Drang, apprezzandone enormemente la sua opera teatrale. Nel 1780 partì per un Grand Tour in Italia. A lui si deve un celebre romanzo sugli scacchi basato sugli studi del famoso maestro di scacchi italiano, Giambattista Lolli e sulle grandi conoscenze Heinse che fu anche un grande amante dell’opera. Nel 1795, Heinse, pur mantenendo centrale, la sua poetica e la centralità della musica nelle sue opere, compose, un’opera assai distante dalle precedenti “Hildegard von Hohenthal”. Quest’opera potrebbe essere definita come un romanzo musicale erotico ed ebbe un’enorme IMG_4561_clipped_rev_1influenza sulla poetica “Wechsel der Töne” di Hölderlin. Per capire la centralità della musica e del canto in quest’opera, basti citare il fatto che l’opera è illustrata da raffigurazioni dell’udito e degli organi vocali umani, realizzate dal suo amico Sömmering che ha anche fornito le tavole di note. Questa caratteristica, fa, probabilmente, del romanzo di Heinse, il primo e unico romanzo ad essere decorato con disegni anatomici. “Heinse versucht hier sein Ideal eines moralisch autarken Menschen zu zeichnen, der seine Kräfte unter Beachtung der ihn umgebenden Verhältnisse stets zur Erlangung maximalen Genusses einsetzt. Der philosophisch-ästhetische Versuch, die Musik als Beispiel der gelungenen Synthese von Emotionalität und Kalkül zu stilisieren und so auch als Vorbild für das sozial-ethische Verhalten einzuführen, stellt eine originäre ‘Vorstellungsart’ von Welt- und Ich-Verständnis eines zwischen Triebbeherrschung und geistiger Selbstbehauptung schwankenden Autors dar … Heinse übernahm für die Illustrierung von seinem Freund Sömmering verfertigte Darstellungen der menschlichen Hör- und Stimmorgane, die dieser auch mit Anmerkungen versah, womit der Roman wohl der erste und einzige ist, der mit anatomischen Zeichnungen geschmückt wurde” (Frankhäuser u. a. Wilhelm Heinse, Mainz 2003, S. 23). Rif. Bibl.: Goedeke IV, 887, 19. Schulte-Strathaus 10. Hayn-Gotendorf III, 129.

450 euro

66) ECONOMIA COMMERCIO FRANKFURT AM MAIN STORIA LOCALE FRANCOFORTE WIRTSCHAFT HANDEL ECONOMY TRADE

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IMG_4553_clipped_rev_1Anonimo,

Frankfurter Wek-Schema barin von den auf die wesse fommeuden fremden handelsleuten was sie fur Waaren fuhren, wo sie halten u. f. w. Nachricht gegeben wirb.

Frankfurt am Main, bei Johann Philipp Streng, 1824

In 8°; 88 pp. Brossura coeva azzurra. Prima ed unica rarissima edizione di questa importante fonte per la storia economica e commerciale della città di Francoforte sul Meno. L’opera contiene i nomi dei commercianti con le loro attività che portavano avanti nel 1824, a Francoforte sul Meno. First edition. Esemplare in ottime condizioni di conservazione.

180 euro

67) MEDICINA ARCHEOLOGIA ROMA AGRO PONTINO VETERINARIA CAVALLI PESTE PRIME EDIZIONIdsc_0383_clipped_rev_1

Ldsc_0378_clipped_rev_1ancisi Giovanni Maria,

Jo. Mariae Lancisii Intimi Cubicularii, Archiatri, Pontificii et in Romano Archilyceo primariam medicinae practicae Cathedram Moderantis Opera Varia in Unum Congesta, et in duos Tomos Distribuita. Tomus Primus – Secundus, 

Venetiis, Excudebat Sanctes Pecori, 1739

In 2° (34,4×22 cm); due tomi in un volume: XXXVI, 260 pp. e una carta geografica più volte ripiegata, XII, 265, (27), (3) pp. e 10 c. di tav. fuori testo più una carta geografica più volte ripiegata. Completo. Legatura coeva in piena pergamena molle. Qualche lieve foxing al margine esterno di poche pagine, ininfluenti e nel complesso esemplare in buone condizioni di conservazione. Xilografia ai frontespizi. Primo frontespizio stampato in rosso e nero. dsc_0379_clipped_rev_1Testane e finalini xilografici. Prima edizione dell’opera “varia” del grande medico romano Giovanni Maria Lancisi (Roma, 26 ottobre 1654 – Roma, 20 gennaio 1720). Anatomista, fisiologo, botanico, fu anche un valente studioso di letteratura e conoscitore di antiquariato. In campo anatomico descrisse per le strie longitudinali mediali del corpo calloso, i così detti “nervi di Lancisi”, al “segno di Lancisi”, ed un particolare tipo di pulsazione nel polso giugulare, presente in casi di attacco cardiaco. A lui si deve l’intuizione della trasmissione della malaria attraverso il morso delle zanzare ed il consiglio di bonificare le paludi dell’Agro Pontino. Intuì che la malaria era un vera e propria forma di “pestem”, un’infezione che veniva trasmessa attraverso il contagio, scontrandosi così con i fautori dell’antico umoralismo. Arrivò ad ipotizzare che gli insetti depositassero organismi nei cibi che poi venivano assunti dagli uomini o che gli insetti iniettassero direttamente nelle ferite la loro saliva che secondo Lancisi, conteeva un “dsc_0380_clipped_rev_1venifico liquido”.Tra le opere di medicina di Lancisi si ricordano il De subitaneis mortibus (1707), la Dissertatio de recta medicorum studiorum ratione instituenda (1715), e il postumo De motu cordis et aneurysmatibus (1728), con il quale contribuì allo sviluppo della fisiopatologia cardiocircolatoria. Fra le opere qui contenute: Dissertatio historica de Bovilla Peste; De recta studio rum Medicorum; De subitaneis morti bus; Dissertatio de nativis; De Noxiis Paludum Effluviis Libri (nella dsc_0382_clipped_rev_1quale si preoccupò di problemi legati alla salute pubblica); Humani Corporis Anatomica Synopsis; De humorum secretionibus in genere; An acidum ex sanguine extrahi; De triplici interstinorum Polypo; De Physiognomia; De ortu, vegetaztioneac textura fungo rum; De Plinianae Viallae Ruderibus; De motu cordis & aneurysmatibus. “Lancisi, great Italian clinician, was the first to describe cardiac syphilis; he was also notable as an epidemiologist, with a clear insight into the theory of contagion. He was physician to Pope Clement XI, who turned over to him the forgotten copper plates executed by Eustachius in 1552. Lancisi published these with his own notes in 1714. […] Lancisi’s posthumous De aneurysmatibus published in 1728 appears only in later collected editions” (Garrison Morton). Opera non comune da reperirsi completa, nella sua legatura coeva ed in buone condizioni di conservazione. Rif. Bibl.: Graesse,IV – 93.

700 euro

68) STORIA DELL’ARTE ARTE NEOCLASSICISMO NEOCLASSICO CANOVA SCULTURA STUDI CANOVIANI ESEMPALRI SU CARTA COLORATA GIALLA PRIME EDIZIONI ESEMPLARI DI PRESENTAZIONE POSSAGNO LUCIGNANO VAL DI CHIANA

IMG_4524_clipped_rev_1Rosini Giovanni,

Saggio sulla vita e sulle opere di Antonio Canova,

Pisa, presso Niccolo Capurro co’ caratteri di F. Didot, 1825

I n 4°: (8), 112, L pp. Alcuni esemplari censiti, presentano 6 c. di tav. ma la stragrande maggioranza sembrano non avere mai avuto le tavole. Brossura muta coeva. Esemplare di presentazione dell’opera, privo delle carte di tavole, mai aggiunte qua, ma stampato su carta gialla di altissima qualità. Esemplare ancora a fogli chiusi ed in barbe. Giovanni Rosini (Lucignano in Val di Chiana, 24 giugno 1776 – Pisa, 16 maggio 1855) è stato un importante storico dell’arte, critico, poeta e drammaturgo e scrittore italiano, noto per i suoi studi sull’opera di Antonio Canova (Possagno in provincia di Treviso, 1º novembre 1757 – Venezia, 13 ottobre 1822) uno degli scultori più celebri dell’epoca neoclassica. Rosini sviluppò, fin da giovane, una profonda passione per l’arte e la cultura, che lo portò a studiare presso le accademie artistiche locali. Grande collezionista d’arte, nel 1825, Rosini pubblicò il suo lavoro più prestigioso, “Saggio sulla Vita e sullIMG_4527_clipped_rev_1e Opere di Antonio Canova”, in cui analizzava con grande attenzione le opere del noto scultore, offrendo una prospettiva unica sul suo processo creativo e sulla sua ispirazione. Questo libro non solo contribuì a far conoscere Canova al grande pubblico, ma cementò anche la reputazione di Rosini come esperto di arte neoclassica. Oltre alla sua biografia su Canova, Rosini scrisse numerosi saggi e articoli critici, approfondendo vari aspetti della scultura e dell’arte del suo tempo. La sua capacità di coniugare erudizione e passione rende le sue opere ancora oggi fondamentali per gli studiosi dell’arte neoclassica. Giovanni Rosini fu anche un appassionato tipografo e pubblicò numerose opere utilizzando i celebri caratteri ideati a Parma dai Fratelli Amoretti insieme a Giovanni Battista Bodoni. In seguito ad una causa fra le due parti, tali caratteri vennero attribuiti ad esclusivo utilizzo al Bodoni nel Ducato di Parma ma fuori dal Ducato, gli Amoretti continuarono ad utilizzare il carattere, oggi conosciuto come bodoniano, stampando in diverse città italiane. Opera rarissima in questa versione di presentazione stampata su carta gialla. Rif. Bibl.: IT\ICCU\IEIE\004430.

200 euro

69) OMEOPATIA PRIME EDIZIONI ITALIANE ABRUZZO PESCARA CAPEGATTI LORETO APRUTINO RARITA’ BIBLIOGRAFICHE HOMEOPATHY

Guanciali Quintino,

L’Anemanno di Quintino Guanciali, voltato in italiano per Rafaele d’Ortenzio col testo latino a piedi

Napoli, Stamperia e Cartiere del Fiberno, 1844

In 8°; XV, (2), 18-344, (3) pp. Bella ed elegante legatura in mezza-pelle scura con titolo e ricchi fregi in oro al dorso dove sono presenti, anche, le iniziali dell’antico proprietario. Vignetta xilografica al frontespizio. L’opera è dedicata al Marchese di Pietracatella, Presidente al Collegio de’ Ministri di S. M. Siciliana, Giuseppe Ceva Grimaldi. Prima rarissima edizione, un solo esemplare censito in ICCU, della traduzione italiana del celeberrimo componimento considerato il testo basilare dell’omeopatia, “Hahnemannusseu De homoeopathianova medica scientia. Libri octo.” scritto dal latinista abruzzese, Quintino Guanciali (Loreto aprutino 23 novembre 1814 – Napoli 21 aprile 1883) opera che segnò l’ingresso in Italia della celebre medicina alternativa alle cure tradizionali, l’omeopatia. Dopo aver studiato nel Seminario di Penne, Guanciali si diede allo studio delle lettere classiche sperando di ottenere una cattedra per l’insegnamento, cosa che però non avvenne. Venuto a conoscenza delle recentissime teorie curative di Samuel Hahnemann se ne appassionò a tal punto che decise di comporre un’opera poetica in latino che le presentasse, appunto “Hahnemannusseu De homoeopathianova medica scientia. Libri octo”. Hahnemann arrivò alla sua intuizione fondamentale durante una traduzione dell’opera di Cullen, in cui notò che la chinina, un rimedio contro la malaria, causava sintomi simili alla malattia. Da questa osservazione nacque il principio “similia similibus curantur” (i simili curano i simili). Hahnemann formulò così l’omeopatia, utilizzando remedy altamente diluiti, convinto che potessero stimolare le difese naturali dell’organismo. Già nel 1806 pubblicò un’oper dal titolo italiano “La Medicina dell’Esperienza” che conteneva le base della futura omeopatia ma è nel 1810 che pubblicò la sua opera principale, “Organon der Heilkunst”, dove sistematizzò i principi dell’omeopatia, gettando le basi per una nuova era nella cura e nella medicina alternativa. Nell’opera qui presentata Guanciali descrive l’Omeopatia ed il suo approccio terapeutico basato su principi differenti rispetto alla medicina convenzionale dell’epoca. Questo testo, scritto in latino, rappresentava un tentativo di diffondere e sistematizzare le teorie omeopatiche di Samuel Hahnemann. L’opera si compone di otto libri che analizzano i principi fondamentali dell’omeopatia, presentando una critica alla medicina allopatica e proponendo un nuovo paradigma per la cura delle malattie. L’opera di Guanciali non solo contribuì a consolidare il pensiero omeopatico in Italia, ma rappresentò anche un’importante bussola per i medici e i ricercatori interessati a comprendere e applicare i principi omeopatici nella pratica clinica. Attraverso la sua scrittura, Guanciali si sforzò di legare la filosofia omeopatica alla scienza medica contemporanea, cercando di giustificare la validità dell’omeopatia attraverso argomentazioni razionali. Il suo impegno fu decisivo per la crescita del movimento omeopatico in Italia, dove influenzò le generazioni successive di medici. La sua opera rimane un capitolo importante nella storia della medicina alternativa, segnando un’epoca di transizione in cui la medicina scientifica iniziava a confrontarsi con nuove prospettive terapeutiche. Guanciali è ricordato non solo per le sue opere, ma anche per il suo ruolo pionieristico nel promuovere un approccio innovativo alla salute e al benessere. L’opera non solo ha avuto un impatto significativo sulla diffusione dell’omeopatia in Italia, ma ha anche contribuito al dibattito scientifico e culturale del XIX secolo intorno alle pratiche mediche alternative. Grazie al suo approccio sistematico e alla sua erudizione, Guanciali si è guadagnato un posto di rilievo nella storia della medicina alternativa, ponendo le basi per futuri studi omeopatici e per l’educazione degli omeopati in Italia e all’estero. Quella qui presentata è la prima rarissima edizione italiana di una delle più importanti opere del movimento omeopatico, presentata nella traduzione del celebre filosofo, scrittore, professore d’eloquenza, patriota e sacerdote abruzzese, Raffaele d’Ortensio (Capegatti in provincia di Pescara 1807-1881). Opera rara, in bella legatura coeva ed in buone-ottime condizioni di conservazione. Rif. Bil.: IT\ICCU\NAP\0869663, un solo esemplare censito in ICCU.

400 euro

70) TEORIE DARWINIANE DARWINISMO EVOLUZIONISMO PRIME EDIZIONE SCIENZE NATURALI DARWIN

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IMG_4676_clipped_rev_1Bianconi Giuseppe Giovanni, Charles Darwin,

La Theorie Darwinienne et la Creation dite independante, Lettre A. M. Ch. Darwin par J. Joseph Bianconi Ancien Professeur à l’Universite de Bologne,

Bologne, Chez Nicolas Zanichelli successeur de Marsigli et Rocchi, 1874

In 4°; (4), 343, (1) pp. e 21 c. di tav. fuori testo. Brossura editoriale azzurra con titolo, autore, luogo, stampatore e data impressi al piatto anteriore entro cornice xilografica. Un leggerissimo alone al margine esterno del volume, mai intenso e per il resto, nel complesso, esemplare in buonecondizioni di conservazione e completo della sua rara brossura originale. Prima edizione di questo scritto dedicato alla teoria darwiniana della creazione scritto dl celebre zoologo, botanico e geologo italiano, Giovanni Giuseppe Bianconi (Bologna, 31 luglio 1809 – 18 ottobre 1878). Giuseppe Giovanni Bianconi, nato nel 1809 a Bologna, fu un importante naturalista, zoologo e paleontologo italiano. La sua carriera si sviluppò in un periodo di fervente innovazione scientifica e sociale, coincidente con le pubblicazioni delle teorie darwiniane, in particolare l’opera magistrale “L’origine delle specie”, IMG_4677_clipped_rev_1pubblicata da Charles Darwin nel 1859. Bianconi, che morì nel 1878, si distinse per il suo approccio aperto e scientifico nei riguardi delle teorie evolutive, contribuendo a diffondere il pensiero darwiniano in Italia. Bianconi si dedicò allo studio della zoologia e della paleontologia, approfondendo le sue ricerche sull’evoluzione delle specie. I suoi studi su fossili e la loro classificazione in un contesto evolutivo furono tra i primi in Italia ad allinearsi con le idee di Darwin, proponendo una visione dinamica della vita terrestre. Egli sostenne che le specie non fossero entità fisse, ma che evolvevano e si adattavano nel tempo. Un aspetto significativo del lavoro di Bianconi fu la sua capacità di integrare osservazioni empiriche con la teoria evolutiva, ponendosi come un ponte tra la scienza naturalistica e la filosofi della natura. Il suo entusiasmo per le scoperte scientifiche dell’epoca e la sua posizione favorevole verso il darwinismo contribuirono a sollevare l’interesse per l’evoluzione nelle comunità scientifiche italiane. Grazie al suo impegno, Bianconi è ricordato come uno dei precursori della biologia evolutiva italiana, le cui idee hanno influenzato le generazioni successive di scienziati. La sua attitudine aperta verso le teorie emergenti, in un periodo di grande cambiamento, lo colloca tra i protagonisti dell’accettazione del pensiero darwiniano nel contesto scientifico italiano. Prima edizione completa rara a reperirsi completa della sua brossura originale. Rif. Bibl.: IT\ICCU\SBLV\042689.

220 euro

71) SCIENZE NATURALI PRIME EDIZIONI BOTANICA ZOONOMIA TEORIA EVOLUZIONISTICA BIOLOGIA

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IMG_4324_clipped_rev_1Darwin Erasmus,

Zoonomia ovvero Leggi della vita organica. Traduzione dall’inglese con aggiunte. Medico della Società Reale di Londra, autore del Giardino Botanico. Traduzione dall’Inglese con aggiunte: Vol. I. – II. – III. – IV. – V. – VI.

Milano, Presso Pirotta e Maspero Stampatori – Librai, 1803 – 1806

In 8°; 6 tomi: XXXVI, 338, (2 b.) e 3 c. di tav. a colori, 334 pp., 367, (1) pp. e una c. di tav. a colori, 474, (2) pp. e due tavole delle quali una più volte ripiegata, 336 pp., 344, (4) pp. Eleganti legature coeve in mezza-pergamena con piatti foderati con carta marmorizzata coeva. In un volume, al recto del piatto anteriore, è presente una nota coeva che indica dove venne acquistato il volume all’inizio dell’ottocento. Ai dorsi, autore, titolo, ricchi fregi e numero dei volumi impressi in oro su fascette in pelle rossa e nera. Esemplare stampato su carta di grande qualità. Esemplare a grandi margini. Traduzione di Giovanni Rasori, il cui nome compare in calce alla prefazione a carta 2/3r del vol. 1. Nei volumi 4 e 5 dopo il frontespizio segue occhietto con il titolo “Zoonomia ossia Leggi della vita organica Parte 2. comprendente un catalogo delle malattie distribuite in classi naturali secondo le loro cause prossime coi consecutivi ordini generi e specie e coi rispettivi metodi curativi”. Prima edizione italiana in ottime condizioni di conservazione. Una delle più celebri opere del famoso filosofo, poeta, medico e naturalista britannico, Erasmus Darwin (Elston, 12 dicembre 1731 – Breadsall, 18 aprile 1802) nonno del celeberrimo Charles. Erasmus Darwin è stato una figura poliedrica del XVIII secolo, il cui contributo spazia dalla medicina alla poesia, fino alla filosofia naturale. È noto soprattutto come nonno di Charles Darwin, ma egli stesso ha lasciato un’impronta duratura attraverso il suo lavoro “Zoonomia”, pubblicato a cavallo tra il 1794 e il 1796. Questo IMG_4325_clipped_rev_1trattato rappresenta uno dei tentativi più arditi di sintetizzare le conoscenze scientifiche dell’epoca e di proporre una teoria dell’evoluzione che precede di decenni le più celebri scoperte del nipote. “Zoonomia” è un’opera monumentale, in cui Erasmus Darwin esplora le leggi della vita e la complessità dei processi biologici. Si propone di classificare le malattie e di indagare la fisiologia umana e animale, proponendo diverse ipotesi innovative. In questo contesto, egli delinea un embrionale concetto di evoluzione, suggerendo che tutte le forme di vita potrebbero condividere un antenato comune e che la competizione per la sopravvivenza potrebbe guidare la variazione delle specie — idee che anticipano di mezzo secolo quelle che il nipote Charles avrebbe poi sviluppato ne “L’origine delle specie”. Darwin si distingue anche per il suo approccio umanistico alla scienza. Le sue opere sono intrise di poesia e filosofia, un tentativo di rendere la scienza accessibile a un pubblico più ampio. Era un sostenitore dell’istruzione femminile e dei diritti degli uomini comuni, riflettendo una mente aperta e progressista. Attraverso “Zoonomia”, Erasmus Darwin offre una visione del mondo in cui il progresso scientifico e morale sono interconnessi, una visione che invita alla continua esplorazione e comprensione del nostro posto nella natura. La sua opera benché sia stata a lungo trascurata è stata, recentemente, riscoperta l’importanza che ha avuto nella formazione della teoria dell’evoluzione. Prima edizione completa ed in ottime condizioni di conservazione. Rif. Bibl.: IT\ICCU\TO0E\010954.

350 euro

72) LETTERATURA ITALIANA CLASSICI PIRANDELLIANA RARITA’ BIBLIOGRAFICA

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IMG_9754_clipped_rev_1Pirandello Luigi,

Il fu Mattia Pascal romanzo di Luigi Pirandello (in due volumi) Volume I – II. Terzo Migliaio.

Milano, Fratelli Treves, 1910

In 8° (19,3×12,7 cm); due tomi: (4), 270 pp. e (4), 283, (11) pp. Brossure editoriali, spesso assenti. Un IMG_9753_clipped_rev_1leggerissimo alone alle ultime 10 pagine del secondo volume (comprese quelle di pubblicità editoriali) praticamente ininfluente e per il resto esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione ed ancora in barbe. Un antico ex-libris privato con collocazione al recto del piatto posteriore. Esemplare ancora in barbe. Seconda edizione riveduta, terzo migliaio, non citato dal Gambetti-Vezzosi, Edizioni Sylvestre Bonnard, 2007, pag. 687, che segnala nel 1910 la seconda edizione con un 2° migliaio nello stesso anno. La seconda edizione che presenta delle variazioni rispetto all’edizione precedente è rara e ancor più rara da trovarsi completa delle brossure editoriali. Uscito nella collana della Biblioteca Amena n° 776 e 777. Uno dei romanzi più celebri del grande scrittore, drammaturgo e scrittore agrigentino e uno dei romanzi più celebri del novecento. Il romanzo fu il primo grande successo di Pirandello anche se in un primo momento venne snobbato dalla critica. Non comune.

200 euro

73) FISICA SPERIMENTALE MAJORANA ELETTRICITA’ BIRIFRANGENZA MOTO VIBRATORIO ELETTRONI

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IMG_4655_clipped_rev_1Majorana Quirino,

Fisica sperimentale, Lezioni del Prof. Q. Majorana, Riassunte dal Dott. U. Magini, Seconda Edizione, 1918

Torino, Ditta Antonietti, 1918

In 4°; 672 pp. Legatura coeva in piena tela marrone con autore, titolo e filetti inoro al dorso. Antica firma di possesso privato al frontespizio. Alcune sottolineature a matita coeve e qualche appunto al margine esterno bianco. Seconda rarissima edizione di quest’opera che raccoglie le lezioni del celeberrimo fisico siciliano, Quirino Francesco Valentino Majorana (Catania, 28 ottobre 1871– Rieti, 31 luglio 1957). Quirino Francesco Valentino Majorana è stato un fisico italiano di spicco, noto per il suo contributo alla fisica teorica e per la sua eredità scientifica. Proveniente da una famiglia di intellettuali, Quirino ha sviluppato fin da giovane una profonda passione per le scienze fisiche. Dopo aver conseguito la laurea in fisica all’Università di Catania, intraprese una carriera accademica che lo portò a una crescente notorietà nel campo della fisica nucleare. Quirino è stato un fervente sostenitore delle teorie quantistiche e della meccanica ondulatoria, anticipando alcune discussioni che sarebbero diventate centrali nello sviluppo dellafisica nel XX secolo. I suoi interessi sperimentale furono molto ampi andando dalle telecomunicazioni all’energia gravitazionale, dalle birifrangenza magnetica all’elettrostatica, fino alla magneto-ottica e poi, come detto alle teorie quantistiche. Quirino fu una figura fondamentale per suo nipote Ettore Majorana, nato nel 1906, che divenne uno dei fisici più brillanti della sua generazione. Quirino e Ettore condivisero un forte legame, sia familiare che intellettuale. Quirino influenzò IMG_4656_clipped_rev_1profondamente Ettore, trasmettendogli passioni e conoscenze scientifiche, che avrebbero contribuito a formare il pensiero di Ettore sulla meccanica quantistica. Ettore, noto per i suoi studi innovativi su particelle elementari e per la misteriosa scomparsa nel 1938, trovò in Quirino una figura di riferimento e un mentore. La passione di Quirino per la fisica e la sua autorità accademica furono di fondamentale importanza per guidare il giovane Ettore nei primi anni della sua ricerca scientifica. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Quirino si ritirò dalla vita accademica, continuando a riflettere sul significato della scienza e sul suo impatto sulla società. Morì il 31 luglio 1957 a Rieti, lasciando un’eredità duratura nel panorama della fisica italiana e un ricordo indelebile del legame tra zio e nipote, che ha profondamente influenzato il corso della fisica moderna. Rarissima opera di notevole importanza per la storia della fisica sperimentale italiana. L’opera qui presentata in capitoli raccoglie esperienze e studi di meccanica, Propagazione del moto vibratorio armonico, Fisica molecolare, Energia Raggiante, Energia Elettrica, Campo magnetico costante, Campo magnetico variabile e diverse parti relative agli elettroni. Rarissima trascrizione delle lezioni di fisica sperimentale di Quirino Majorana.

260 euro

74) LETTERATURA INGLESE ESTETICA POETICA NEOCLASSICISMO PRIME EDIZIONI SLOVENIA KOPAR CAPODISTRIA

IMG_4515_clipped_rev_1Pope Alexander, Benini Giovanni Vincenzo,

I Principj del gusto ossia Saggio sulla Critica di Alessandro Pope, Recato all’italiana poesia e corredato d’un discorso critico e di note da Creofilo Sminteo P. A.

(Padova), Impresso nel Seminario di Padova, 1792

In 12°; XVI, 86, (2) pp. Legatura coeva in piena pergamena. Qualche difetto e piccola mancanza al margine esterno del piatto anteriore. Una traccia di sporco al piatto anteriore ed alle prime quattro e delle ultime 5 carte (compresa carta di sguardia), nel margine basso bianco, lontano dal testo. Per il resto esemplare in buone condizioni di conservazione, stampato su carta forte di ottima qualità. Testatine in ogni pagina e finalini xilografici alla fine di ogni capitolo. Bel ritratto di Pope al frontespizio. Prima non comune edizione di questa traduzione di questo importante scritto estetico del grande poeta inglese, Alexander Pope (Londra, 21 maggio 1688 – Twickenham, 30 maggio 1744), la primissima edizione italiana di quest’opera uscì nel 1758 e si avvaleva della traduzione di Gasparo Gozzi. L’autore della traduzione è il noto medico e poeta arcade originario di Capodistria in Slovenia, l’odierna Kopar, Giovanni Vincenzo Benini. Il “Saggio sulla Critica” di Alexander Pope, pubblicato nel 1711, è un’opera fondamentale della letteratura inglese che segna la transizione verso il neoclassicismo. Scritto in forma di epistola, il saggio offre riflessioni sulla natura della poesia e sul ruolo della critica letteraria. Attraverso un linguaggio elegante e incisivo, Pope esplora principi estetici e morali, sostenendo l’importanza dell’armonia tra forma e contenuto. L’opera è conosciuta per il celebre verso: “Il buon senso è il fondamento della poesia”, che riassume l’approccio razionale e misurato di Pope alla scrittura. Il saggio affronta anche la questione dell’imitazione, sottolineando che i grandi autori dovrebbero trarre ispirazione dai classici, piuttosto che seguirne ciecamente i modelli. Attraverso una serie di maximes e osservazioni acuminate, Pope guida i lettori in una riflessione critica sulla letteratura, affermando il suo posto come uno dei maggiori esponenti della poesia e della critica del suo tempo. L’eco delle sue idee continua a influenzare la critica letteraria fino ad oggi. Giovanni Vincenzo Benini, nato a Capodistria nel 1744, è noto sia come medico che come poeta, e si distinse nel panorama culturale del XVIII secolo. Laureatosi in medicina, Benini esercitò con passione la professione medica, guadagnandosi la reputazione di esperto e rispettato nella sua comunità. Oltre alla carriera scientifica, coltivò un profondo amore per la poesia, che lo portò a diventare un esponente della poesia arcadica, adottando lo pseudonimo di Creofilo Sminteo. Sotto questo nome, Benini scrisse varie opere poetiche caratterizzate da uno stile elegante e da tematiche classiche, spesso ispirandosi alla natura e agli ideali bucolici tipici dell’Arcadia. Le sue poesie riflettono una fusione tra erudizione e genuina sensibilità, facendo di lui una figura di spicco tra i poeti del suo tempo. Fu autore di diverse prime edizioni italiane di opere di Pope del quale fu un grande estimatore. Benini morì nel 1814. Rif. Bibl.: IT\ICCU\VIAE\002931.

220 euro

75) POESIE POESIA DE CAROLIS SAN MURO DI ROMAGNA PRIME EDIZIONI

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Pascoli Giovanni,

Poesie Varie di Giovanni Pascoli raccolte da Maria,

Bologna, Nicola Zanichelli, 1912

In 4°; XV, (1), 173, (3) pp. e una c. di tav. in antiporta con ritratto fotografico di Giovanni Pascoli. Brossura editoriale illustrata da De Carolis. Antica firma d’appartenenza di noto personaggio pugliese alla brossura ed al frontespizio della prima opera. Esemplare ancora in barbe. Prima edizione di questa celebre raccolta di poesie del grande poeta Giovanni Pascoli (San Mauro di Romagna in provincia di Forlì-Cesena, 31 dicembre 1855 – Bologna, 6 aprile 1912). Esemplare che presenta alcune leggere fioriture alle prime 8 carte ed in alcune carte all’interno, dovute alla qualità della carta utilizzata ma per il resto, esemplare in buone condizioni di conservazione. Prima edizione non comune.

120 euro

76) SCHIAVISMO ABOLIZIONISMO LETTERATURA AMERICANA SLAVERY ABOLITIONISM

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IMG_4512_clipped_rev_1Beecher Stowe Harriett,

La Capanna di Papà Tom, ovvero Vita de’ Negri in America di Enrichetta Beecher Stowe, Libera Versione dal Francese di Luigi Lo Gatto, Vol. I – II – III – IV

Napoli, Stabilimento Tipografico di G. Nobile, 1853

In 12°; 4 parti volumi in due tomi: 166, (2) pp., 155, (1) pp., 188 pp., 223, (9 con la lettera di George Sand sul libro, presente qui per la prima volta tradotta) pp. Legatura coeva in mezza-pelle con titolo, numero dei volumi e ricchi fregi in oro al dorso. Piatti foderati con carta marmorizzata. Edizione rara con soli 4 esemplari censiti in ICCU, rarissimo a trovarsi completo di tutti e quattro i volumi. Prima edizione nella traduzione di Luigi Lo Gatto, di questa basilare opera della letteratura americana scritta dalla grande Harriet Beecher Stowe, nata il 14 giugno 1811 a Litchfield, Connecticut. L’autrice è stata una scrittrice e attivista americana, nota principalmente per il suo romanzo “La Capanna dello Zio Tom” (1852). Figlia di un importante ministro e parte di una famiglia impegnata nel movimento abolizionista, Stowe sviluppò un forte senso della giustizia sociale e dei diritti umani. “La Capanna dello Zio Tom” racconta le sofferenze degli schiavi afroamericani negli Stati Uniti, seguendo la storia di Tom, un uomo schiavo che, nonostante le avversità, mantiene la sua dignità e fede. L’opera ebbe un impatto straordinario, contribuendo a sensibilizzare l’opinione pubblica contro la schiavitù. Stowe utilizzò la narrativa per evocare empatia e indignazione, trasformando il romanzo in un potente strumento di propaganda abolizionista. Alla sua pubblicazione, “La Capanna dello Zio Tom” vendette oltre 300.000 copie nei primi anni e fu tradotto in molte lingue, generando dibattiti accesi e diventando un bestseller dell’epoca. Stowe continuò a scrivere romanzi, saggi e opere teatrali, affrontando temi sociali e politici. Nel 1856, incontrò Abraham Lincoln, che le attribuì il merito di avere “iniziato la guerra civile”. Harriet Beecher Stowe morì il 1 luglio 1896, lasciando un’eredità duratura come pioniera della letteratura sociale e voce dell’abolizionismo. La sua opera continua a essere studiata e letta, testimoniando il potere della letteratura nel cambiare il mondo. Questa è la prima edizione nella traduzione di Luigi Lo Gatto che tradusse l’opera partendo dal testo francese. Proprio per questo, è qui presente, posta alla fine del volume, una celebre lettera sull’argomento, scritta da George Sand. Alcune note manoscritte a matita alle carte bianche all’inizio e alla fine del volume (ad esempio ripetuto il cognome Romanoff) e per il resto esemplare in buone-condizioni di conservazione. Rif. Bibl.: IT\ICCU\NAP\0275655.

100 euro

77) RIVOLUZIONE NAPOLETANA REPUBBLICA NAPOLETANA 1799 NAPOLEONE RIVOLUZIONE FRANCESE INEDITI NAPOLI MOLISE TAVENNA RARITA’ BIBLIOGRAFICA

IMG_4514_clipped_rev_1Drusco Pietrabondio ed altri,

Anarchia Popolare di Napoli dal 21 dicembre 1798 al 23 Gennajop 1799, Manoscritto inedito dell’Abate Pietrabondio Drusco ed i Monitori Repubblicani del 1799, corredati di note del medesimo autre per chiarire la verità dei fatti a cura del Cav. Michele Arcella.

Napoli, R. Stabilimento Tip. Del Comm. G. De Angelis e Figlio, 1844

In 8°; (4), 250 pp. Brossura editoriale rosa con titolo, luogo di stampa ed anno di stampa entro cornice in doppio filetto al piatto anteriore. Al recto del piatto anteriore applicato una pecetta a stampa con “Note Bibliografiche”. Qualche mancanza di brossura al dorso, leggermente lento e per il resto esemplare, in discrete-buone condizioni di conservazione. Prima assai rara edizione di quest’opera che ricostruisce attraverso diversi scritti inediti, i celebri fatti della Repubblica Napoletana del 1799. All’inizio il volume presenta una nota biografica di Pietrabondio Drusco nato a Tavenna nel Molise che fu testimone oculare dei fatti descrivendo gli avvenimenti in un manoscritto inedito che donò poi alla Bibl. Molisana del Museo Sannittico di Campobasso. L’opera contiene l’Anarchia Popolare nelle pagine 1-53 oltre vari documenti fra i quali si possono citare: Invito del pronc. di Moliterno al popolo napoletano; alcuni editti della Repubblica Napoletana; Monitore Napoletano n.1 (2 feb.1799) e varie continuazioni; Lettara della Comune di Trani (con risposta); Lettara della Comune di Barletta (con risposta); Articolo estratto dal Monitore di Roma 23 gennaio; Il Comitato di Legislazione, al Ministero della Giustizia, 11 germile (23 marzo) anno 7della liberta’; Lettera della sig. Eleonora Fonseca-Pimentel alla Commissione legislativa; Lettera di Gennaro Serra a Eleonora Pimentel; Commissione Legislativa; Lettera di Foggia in data 23 Germile (14 parile); La Commissione esecutiva al popolo napoletano; Lettera di G.Logoteta a Eleneora Pimentel; Lettera dalle Puglie; Lettere del gen. Macdonald; Festa per il bruciamento delle bandiere; Elezione dei nuovi Tribunali (con lunghi elenchi di nominativi); etc. Manca a Ghisalberti. Benedetto Croce, che studiò a lungo questo importante periodo della storia napoletana nel suo “La Rivoluzione Napoletana del 1799” a pagina 68 sostiene che l’opera sarebbe, almeno in parte, un plagio della “Memoria degli avvenimenti popolari seguiti in Napoli in Gennaio 1799” che venne pubblicato nel 1799 da Mazzola – Vocola. Sempre secondo Croce, parte delle notizie erano già comparse, anche se in formato minore, sul Monitore del 16 aprile, numero dal quale, poi, Dumas prese spunto per pubblicare alcune parti nel suo scritto su “I Borboni a Napoli”. Nonostante la precisione di Croce restano diversi dubbi sull’attribuzione dell’opera e sulla pubblicazione della stessa. . Il D’Ayala attribuisce la stessa a E. Palermo (cf. D’Ayala: Vite degli Italiani benemeriti…etc.: pag. 363, n1), mentre è indubbio che esiste un esemplare manoscritto in cui l’Autore si firma Cittadino Gaetano. Molto raro. Rif. Bibl.: Lotti, La Repubblica Napoletana del 1799 (Napoli, 1982) : pp. 69 – 70; Manca al Ghisalberti.

140 euro

78) MEDICINA ASTROLOGIA BOTANICA PESTE ALCHIMIA GEOLOGIA VELENI

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IMG_4354_clipped_rev_1Camerarius Johann Rudolph,

Sylloges memorabilium medicinæ et mirabilium naturæ arcanorum centuriæ 20. Studio et Labore Joannis Rudolphi Camerarii, Phil. & Medic. Doctoris om Imperiali Reitlinga Medici Ordinari. Editio altera, emendata, & quatuor centuriis postumis aucta. Ioann. Audoen. l. 3. Epigramm. 75. In Antiquarios et Novatores. Stulta haec invidia est, cui cuncta recentia fordent: Invidia stultia est, cui nova sola placent,

Tubingae, sumptibus Joh. Georg. Cottae, bibliop. typis Martini Rommeii, 1683

In 8° piccolo; due tomi: (2 b.), (20), 890 pp. e (4), 891-1662, (96) pp. Legatrura coeva in piena pergamena semi-floscia con titolo, autore e numero del volume impressi in oro al dorso. Frontespizio in rosso e nero. Ultima e definitiva edizione di questa celeberrima opera del famoso entomologo e botanico tedesco, Rudolf Jakob Camerarius. Johann Rudolph Camerarius, nato nel 1580 a Tubinga e morto nel 1635, è stato un botanico e medico tedesco di grande rilievo, noto per i suoi contributi allo studio delle piante e delle scienze naturali. Proveniente da una famiglia di intellettuali, Camerarius inizialmente si dedicò agli studi di medicina e filosofia, ottenendo una qualifica accademica che gli permise di intraprendere una carriera di successo nel campo della scienza. Una delle opere più significative di Camerarius è “Sylloges memorabilium medicinæ et mirabilium naturæ arcanorum”, pubblicata nel 1624. Quest’opera rappresenta una vasta raccolta di osservazioni scientifiche e curiosità naturalistiche, fondendo le conoscenze mediche del tempo con sorprendenti fatti della natura. Il libro si distingue per la sua sistematicità e il suo approccio critico, riflettendo il desiderio di Camerarius di classificare e raccogliere le informazioni scientifiche disponibili, contribuendo in tal modo all’avanzamento delle scienze naturali. Camerarius è noto non solo come botanico, ma anche per il suo lavoro nell’osservazione e classificazione delle piante. La sua opera ha avuto un impatto significativo sulla comprensione della botanica nella Germania del XVII secolo, gettando le basi per il futuro sviluppo della disciplina. Oltre alla botanica e alla medicina, Camerarius esercitò una lunga influenza sulla filosofia naturale, promuovendo un approccio empirico e razionale allo studio della natura. Il suo interesse per il mondo naturale si riflette nei suoi scritti, nei quali esplorava temi come la medicina popolare, le piante medicinali e le meraviglie naturali. La pubblicazione “Sylloges” non solo raccoglieva conoscenze esistenti, ma stimolava anche le menti curiose del suo tempo a esplorare ulteriormente le meraviglie della natura tanto che l’opera venne edita più volte con integrazioni, di studiosi anche dopo la morte di Camerarius. Johann Rudolph Camerarius morì nel 1635, ma la sua eredità scientifica continuò a influenzare botanici e studiosi delle scienze naturali. La sua opera ha giocato un ruolo fondamentale nella transizione verso una comprensione più sistematica e scientifica della botanica e ha contribuito a creare un ponte tra l’osservazione empirica e la raccolta di dati scientifici coerenti. Una centuria delle Sylloges è completamente dedicata alla Luna e all’Eclissi di Luna e di Sole e la loro influenza sulle malattie o su avvenimenti storici. L’opera contiene centinaia di recette mediche con l’utilizzo di piante e diversi veleni di origine animale. Varie le nozioni alchemiche, geologiche, ornitologiche, botaniche e alcune nozioni astrologiche (centuria XXV “Incertitudo Astrologiae Iudiciariae unde?”). Edizione ultima e definitiva.

1.200 euro

79) ECONOMIA POLITICA LETTERATURA BRUGES ECONOMY COMUNISM COMUNISMO

IMG_4690_clipped_rev_1Laveleye Emile de,

Questions contemporaines,

Bruxelles & Leipzig, A. Lacroix, Verboeckhoven et C.ie, 1863

In 8°; (4), XII, 6-351, (3) pp. Bella legatura coeva in mezza-pelle con dorso a 4 nervi. Titolo, autore, filetti e ricchi fregi in oro e a secco e al dorso. Piatti foderati in carta marmorizzata rossa al piatto anteriore. Antica pecetta di venditore di libri di Rio de Janeiro all’interno del piatto anteriore. Piatti interni foderati dicarta marmorizzata. Prima non comune edizione di questa raccolta di articoli del celeberrimo economista e saggista belga Émile Louis Victor de Laveleye (Bruges, 5 aprile 1822 – Liegi, 3 gennaio 1892). Fra gli articoli contenuti nell’opera: Le Communisme; La justice dans la revolution et dans l’Eglise par M. P.-J. Proudhon; Les coulisses d’un grand regne ecc. Émile Louis Victor de IMG_4691_clipped_rev_1Laveleye è stato un economista e saggista belga di grande rilevanza nel panorama intellettuale del XIX secolo. Dopo aver completato gli studi in giurisprudenza e scienze sociali, de Laveleye si distinse per il suo impegno nella diffusione delle idee economiche liberali e nel contributo al dibattito sociale della sua epoca. Insegnante di economia politica all’Università di Liegi, divenne un attivo promotore del pensiero economico liberale, enfatizzando l’importanza del liberomercato e la necessità di riforme sociali. La sua abilità nell’analizzare le dinamiche economiche e sociali lo rese un punto di riferimento per studiosi e politici. Una delle sue opere più importanti è “La Propriété et le Droit de Propriété”, in cui afferma il valore della proprietà privata come fondamento della libertà individuale e della prosperità economica. De Laveleye affrontò anche temi di cooperazione e mutualismo, sostenendo l’idea che il progresso economico dovesse essere accompagnato da un miglioramento delle condizioni sociali dei lavoratori. Il suo approccio pragmatico e la sua attenzione ai problemi sociali gli permisero di guadagnarsi il rispetto tra i contemporanei. Morì a Liegi il 3 gennaio 1892. La sua eredità vive attraverso le sue opere, che continuano a influenzare il pensiero economico e sociale. De Laveleye è ricordato non solo per i suoi contributi teorici, ma anche per il suo impegno a promuovere una società più giusta e prospera attraverso un’economia libera e inclusiva.

180 euro

80) EQUITAZIONE VETERINARIA EQUESTRIANISM REITEN ÉQUITATION VETERINARY VETERINÄRMEDIZIN VÉTÉRINAIRE

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IMG_4446_clipped_rev_1Von J. f. Zerrenner,

Praktische Anleitung zur Erlernung der vorzüglichsten Theile der Pferde-Wissenschaft für Offiziere, Oekonomen und PferdeliebhaberIMG_4445_clipped_rev_1

Quedlinburg [u.a.], Basse, 1834

In 8°; XVI, 208 pp. e II c. di tav. fuori testo poste in fondo al volume con immagini di due cavalli. Brossura azzurra muta coeva. Leggero foxing sparso, non significativo. Esemplare in buone condizioni di conservazione. Antica firma d’appartenenza privata al margine alto del frontespizio. Prima assai rara edizione di questo manuale di equitazione e veterinaria, scritto per gli ufficiali dell’esercito, commercianti di cavalli ed amanti dei cavalli. Molto raro. RARE. Rif. Bibl.: 48.64 Tierzucht.

250 euro

81) RIVOLUZIONE FRANCESE PRIME EDIZIONI FIRST EDITION REVOLUÇION FRANSEISE FRENCH REVOLUTION CONDANNE A MORTE DEATH SENTENCES

IMG_4421_clipped_rev_1Comte de Joseph Mac-Carthy,

Descente De Philippe Egalite’ aux enfers et son dialogue avec Philippe d’Orleans Regent, par le Comte Joseph de Mac Carthy.

S. luogo, S. stampatore, 1794

In 8°; (2), 83, (7) pp. Legatura coeva in piena pelle con cornice in oro al dorso con mancanze di pelle al dorso ed in parte, al pitto anteriore e posteriore. Piattiinterni foderati con bella carta a motivi geometrici in nero e giallo. All’ultima carta bianca nota di possesso privata datata 18 febbraio 1868. L’opera è dedicata a “Monsieur le Comte de Vaudreuil Marechal des Camps et Armees de Sa Majeste …”. In fine al volume un epigramma. All’interno esemplare inbuone condizioni di conservazione. Prima ed unica edizione rara di questo pamphlet dedicato a Luigi Filippo II d’Orléans. Noto come Philippe Égalité, nacque il 13 aprile 1747 a SaintIMG_4420_clipped_rev_1-Cloud. Figlio di Luigi Filippo I, duca di Orléans, e di Francesca Maria di Borbone, si distaccò dal resto della nobiltà francese durante la Rivoluzione Francese, appellandosi al concetto di uguaglianza. Questo lo portò a ricevere il soprannome “Égalité”, che rifletteva le sue posizioni progressiste e il supporto per i principi della Rivoluzione. Filippo Égalité era un sostenitore delle riforme e della condanna dei privilegi aristocratici. Durante il periodo rivoluzionario, si schierò dalla parte dei rivoluzionari e divenne membro della Convenzione Nazionale. Tuttavia, la sua ambizione politica lo portò a un destino tragico. Nonostante i suoi tentativi di distaccarsi dalla nobiltà, fu arrestato nel 1793 e giustiziato il 6 novembre dello stesso anno. La sua vita e morte simboleggiano il tumulto e le contraddizioni della Francia rivoluzionaria, incarnando le speranze e i pericoli di un’epoca di cambiamento radicale. Rare.

350 euro

82) AVIAZIONE FASCISMO BALBO AEREI IMPRESE AVIATORIE ODESSA

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IMG_4383_clipped_rev_1Balbo Italo,

Da Roma a Odessa, sui Celi dell’Egeo e del Mar Nero, Note di Viaggio con 73 illustrazioni. Nuova edizione economica.

Milano, Fratelli Treves Editori, S. data (ma 1929)

In 8°; 217, (1) pp. e 38 carte di tav., (1) carta geogr. ripieg. Più volte ripiegata. Qualche lieve difetto alla brossura, qualche lievissima macchiolina di foxing in poche pagine e per il resto, nel complesso, esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Seconda edizione non comune di questo celeberrimo e ricercato titolo dedicato alle imprese aviatorie di Cesare Balbo. All’antiporta: Illustrazione con il saluto del Duce agli equipaggi della Crociera il 20 giugno 1929 a Orbetello. Come si organizza una Crociera aerea; Da Taranto ad Atene: Sul Mare di Ulisse; Da Atene a Costantinopoli: In volo sui Minareti; Da Costantinopoli a Varna: Un Paese di Prodi; Da Varna a Odessa: La rossa regina del Mar Nero; Da Odessa a Costanza: Eleganze latine; Da Costanza a Costantinopoli: Gli Stretti e i loro guardiani; Da Costantinopoli ad Atene: Ali sul Partenone; Da Atene a Taranto a Orbetello: Bella Italia, amate sponde…; Epilogo: … Sono contento di voi … Non comune.

100 euro

83) LETTERATURA FRANCESE PRIMA EDIZIONE FRENCH LITERATURE FIRST EDITION NOVELS

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IMG_4344_clipped_rev_1Félix Louis Christophe Montjoye,

Manuscrit trouvé au mont Pausilype par FLC Montjoye, auteur de l’histoire des quatre Espagnols

Paris, Le Normant, 1802

In 12°; 5 tomi: (4), VIII, 300 pp. e una c. di tav. fuori testo in antiporta realizzata da Maradan, (4), 353, (1) pp. e una c. di tav. fuori testo in antiporta realizzata da Maradan, (2), 268 pp. una c. di tav. fuori testo in antiporta realizzata da Maradan,(4), 275, (1) pp. e una c. di tav. fuori testo in antiporta realizzata da Maradan, (4), (4) pp. e una c. di tav. fuori testo in antiporta realizzata da Maradan. Legature coeve in cartoncino rigido foderate con bella carta marmorizzate coeva. Ai dorsi, autore, titolo e numero del volume in oro su pecette chiare. Qualche lieve difetto ai dorsi, strofinature ed in un volume piccola mancanza di carta in un volume al margine basso del dorso. Prima edizione di questa romanzo epistolare scritto dal noto letterato e realista francese Christophe Félix Louis Ventre de La Touloubre, noto come Galart de Montjoie, nacque il 18 maggio 1746 ad Aix-en-Provence e morì il 4 aprile 1816 a Parigi. Avvocato di formazione, Montjoie è anche ricordato per il suo impegno come uomo di lettere e per aver contribuito al panorama culturalefrancese dell’illuminismo e dei primi anni del romanticismo. La sua carriera legale lo portò a intersecarsi con personalità influenti del suo tempo, mentre la sua passione per la letteratura lo stimolò a scrivere opere che riflettevano le sue convinzioni e le sue idee. Realista durante la Rivoluzione, l’autore trascorse diversi periodi nascosto ma emerse come prolifico giornalista e romanziere dopo la caduta di Robespierre, contribuendo al Journal des Débats e al Journal général de France. La sua opera più celebre, “Manuscrit trouvé au mont Pausilippe”, scritta intorno al 1797 e pubblicato per la prima volta nel 1802, un romanzIMG_4346_clipped_rev_1o popolare che fa uso del consolidato tropo del manoscritto ritrovato che sarebbe poi, da lì a poco, utilizzato in quello che è forse il più importante romanzo che sfrutta questo artefizio, “Il manoscritto trovato a Saragozza” del grande Conte polacco Jan Potocki che venne edito nel 1805. Hector Berlioz nel suo Voyage Musical del1844 ricorda di averlo letto all’età di 17 anni. L’opera rappresenta un importante esempio di narrativa in stile epistolare e una riflessione sull’animo umano. Il romanzo è ambientato in un contesto misterioso e fantastico, dove il protagonista si imbatte in un manoscritto che narra eventi straordinari e offre una critica profonda alla società dell’epoca. Attraverso questo testo, Montjoie esplora temi come il destino, l’identità e l’importanza della memoria, rendendo omaggio alla tradizione letteraria e alla cultura classica, ma allo stesso tempo innovando con elementi propri del racconto romantico. Montjoie si distingue per la sua prosa ricca e evocativa, in grado di catturare l’immaginazione del lettore e di trasmettere emozioni intense. Il suo approccio alla scrittura, caratterizzato dall’intreccio di elementi autobiografici e riflessioni filosofiche, offre uno spaccato della società francese del suo tempo, mettendo in luce le tensioni politiche e culturali pre-rivoluzionarie. Prima edizione non comune a trovarsi completa.

450 euro

84) MUSICA OPERA LIRICA TEATRO MELODRAMMA PRIME EDIZIONI BUSSETO PARMA FALSTAFF FIRST EDITION

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IMG_4308_clipped_rev_1Verdi Giuseppe,

Falstaff. Commedia lirica in tre atti di Arrigo Boito musica di Giuseppe Verdi. Canto e pianoforte – Pianoforte solo. Riduzioni di Carlo Carignani. [96000]

Milano – Roma – Palermo etc., R. Stabilimento Tito di Gio. Ricordi e Francesco Lucca, 1893

In 4°; (19), 474, (2) pp. First edition. Legatura editoriale in pieno cartoncino foderato con carta azzurra e titolo impresso in nero al piatto anteriore ed al dorso (mancanza della carta azzurra al margine basso del frontespizio ma testo completo). Al piatto posteriore marca impressa in nero. Qualche strofinatura e lieve difetto alle cerniere, qualche lieve brunitura alle prima 5 carte dovute alla qualità della stampa e per il resto, all’interno in buone-ottime condizioni di conservazione. Carta decorata editoriale azzurra con fregi in nero a foderare l’interno dei piatti. A carta (3) indice dei personaggi e degli interpreti della prima rappresentazione alla Scala di Milano. Prima reale edizione con 10 pagine non numerate all’inizio dell’opera (non VIII come nelle altre edizioni) di questa celebre opera del grande musicista e compositore d’orchestra, Giuseppe Verdi, vero nome Giuseppe Fortunino Francesco Verdi (Le Roncole, 10 ottobre 1813 – Milano, 27 gennaio 1901). Giuseppe Verdi nacque il 10 ottobre 1813 a Roncole, frazione di Busseto, in provincia di Parma. Fin da giovane mostrò un grande talento per la musica, studiando sotto la guida del compositore Ferdinando Provesi. La sua carriera musicale iniziò a decollare con le sue prime opere, tra cui “Oberto”, che debuttò alla Scala di Milano nel IMG_4309_clipped_rev_11839. Tuttavia, fu con opere come “Nabucco” nel 1842 che Verdi si affermò come uno dei più grandi compositori dell’opera italiana. Verdi è noto per la sua capacità di fondere drammaticità e melodia, creando opere che toccano il cuore e la mente del pubblico. Tra le sue opere più celebri ci sono “Rigoletto”, “Il Trovatore”, “La Traviata” e “Aida”, che continuano ad essere eseguite nei teatri di tutto il mondo. Tra le sue ultime opere, “Falstaff” rappresenta un capolavoro di maturità artistica e creativa. Composta quando Verdi aveva già 79 anni, “Falstaff” è basata sulla commedia “Le allegre comari di Windsor” di William Shakespeare, a cui Verdi si sentiva profondamente legato. L’opera, con libretto di Arrigo Boito, debuttò il 9 febbraio 1893 alla Scala di Milano. “Falstaff” è una commedia lirica in tre atti che racconta le vicende buffe e ingegnose del cavaliere Sir John Falstaff. Distaccandosi dai temi drammatici delle sue opere precedenti, Verdi mostrò in “Falstaff” una straordinaria capacità di esplorare la leggerezza e il brio della commedia umana, infondendo vivacità e dinamismo nella partitura. La brillante orchestrazione e l’uso innovativo del leitmotiv dimostrano la sua continua evoluzione musicale. Giuseppe Verdi morì il 27 gennaio 1901 a Milano, lasciando un indelebile segno nella storia della musica. “Falstaff”, la sua ultima opera, rimane una testimonianza della sua genialità e del suo amore per il teatro musicale, chiudendo una carriera leggendaria con una nota di gioiosa ironia. Rif. Bibl.: Hopkinson 64A.

200 euro

85) MUSICA OPERA LIRICA TEATRO RARITA’ BIBLIOGRAFICA

IMG_4313_clipped_rev_1Puccini Giacomo,

Manon Lescaut, Dramma Lirico in quattro atti, musica di Giacomo Puccini, Prima rappresentazione: Torino, Teatro Regio, 1 Febbraio 1893. Opera completa per Canto e Pianoforte, Riduzione di Garlo Carignani.

Milano – Roma – Napoli – Palermo etc., G. Ricordi & C., S. data (ma 1893).

In 4°; (8), 275, (1) pp. Legatura argentata editoriale con titolo in azzurro al piatto anteriore ed al dorso. Al piatto posteriore stemma editoriale. Piccola mancanza al margine alto del dorso e per il resto, a parte qualche lieve fioritura alle prime pagine e un difetto all’angolo alto del piatto anteriore, in buone condizioni di conservazione. A carta due l’elenco dei personaggi e degli interpreti della prima rappresentazione dell’opera. Seconda rara versione della prima edizione dell’aprile del 1893 come da timbro a secco, di questa celebre opera di Puccini. Questa edizione con la legatura in argento è una delle edizioni più rare in assoluto di quest’opera. Manon Lescaut è una delle opere che Puccini, solito a fare questo, rielaborò di più. Manon fu il primo successo assoluto di Puccini facendogli guadagnare una reputazione musicale enorme e arrivando a farlo definire come il vero successore di Verdi. E’ proprio con quest’opera che Puccini iniziò a a ricevere laute ricompense per le sue opere. A Puccini stesso si deve la pubblicazione di sei versioni diverse di Manon Lescaut. Le differenze musicali tra la prima e la seconda versione sono relativamente minori anche se, musicalmente, non indifferenti anche se non sono paragonabili alle differenze che si riscontrano tra questa seconda versione e la terza dove sono visibili differenze alla fine del secondo atto ed il taglio del quarto atto. La quarta versionecombina aspetti delle versioni due e tre. Puccini non sembrò mai del tutto soddisfatto del quarto e ultimo atto, in cui Manon e Des Grieux muoiono nel “deserto” vicino a New Orleans. Nella quinta versione, Puccini accorciò ulteriormente l’atto e persino eliminò completamente l’aria di Manon “sola perduta abbandonata”. Quest’aria peròIMG_4314_clipped_rev_1 (1) venne di nuovo, inserita nella sesta versione, bilanciandola con alcuni tagli più piccoli. La sesta edizione pensata da Puccini poco prima della morte maedita alla fine degli anni 40′, divenne poi quella definitiva. Giacomo Puccini nacque il 22 dicembre 1858 a Lucca, Italia, in una famiglia con una lunga tradizione musicale. Fin da giovane, mostrò un talento eccezionale che lo portò a studiare al Conservatorio di Milano. Qui fu influenzato da compositori noti, affinando il suo stile unico che combinava melodramma e passione. Puccini iniziò la sua carriera operistica con “Le Villi” nel 1884, ma il vero punto di svolta fu “Manon Lescaut”, rappresentata per la prima volta a Torino il 1 febbraio 1893. Quest’opera segnò il suo primo grande successo internazionale e consolidò la sua reputazione come compositore di punta del periodo. Basata sul romanzo di Abbé Prévost, l’opera racconta la tragica storia d’amore tra Manon Lescaut e il cavaliere Des Grieux, esplorando temi di passione e desiderio. “Manon Lescaut” mostra la capacità di Puccini di creare emozioni intense attraverso arie potenti e melodie avvincenti. L’uso innovativo dell’orchestrazione e la profondità emotiva dei personaggi furono accolti con entusiasmo. L’opera confermò lo status di Puccini come un maestro del teatro musicale. Giacomo Puccini morì il 29 novembre 1924 a Bruxelles, ma il suo contributo alla musica continua a risuonare. Le sue opere, tra cui “Manon Lescaut”, restano pietre miliari nel repertorio operistico internazionale. Edizione molto rara. Rif. Bibl.: Hopkinson 3B.

150 euro

86) ROMANZI AVVENTURA PRIME EDIZIONI ITALIANE VERNE

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IMG_4331_clipped_rev_1Verne Jules,

Le Tribolazioni d’un Chinese in China, Illustrato con 50 inc. e una carta geogr.,

Milano, Tipografia Editrice Lombarda, 1880

In 4°; (4), 220 pp. Elegante legatura coeva in mezza-pelle scura con dorso a 5 nervi e autore, titolo, fregi e filetti in oro al dorso. Piatti foderati in percallina nera. Prima edizione italiana di questo celebre romanzo di Jules Verne. Esemplare in buone condizioni di conservazione.

45 euro

87) ROMANZI AVVENTURA PRIME EDIZIONI ITALIANE VERNE

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IMG_4333_clipped_rev_1Verne Jules,

Il Paese delle Pelliccie di Giulio Verne, Illustrato con 50 incisioni ed una gran carta geografica, unica traduzione autorizzata dall’Autore. Parte Prima – Parte Seconda

Milano, Biblioteca di Educazione e di Ricreazione, 1874

In 4°; due tomi in un volume: (4), 200, (4) pp. e (4), 291 – 406, (2) pp. Elegante legatura coeva in mezza-pelle scura con dorso a 5 nervi e autore, titolo, fregi e filetti in oro al dorso. Piatti foderati in percallina nera. Qualche strofinatura ai piatti. Prima edizione italiana di questo celebre romanzo di Jules Verne. Facente parte della collana Viaggi Straordinari. Esemplare in buone condizioni di conservazione.

60 euro

88) ROMANZI AVVENTURA PRIME EDIZIONI ITALIANE VERNEIMG_4338_clipped_rev_1

IMG_4337_clipped_rev_1Verne Jules,

I 500 milioni della Bégum, illustrato con 43 incisioni, I Ribelli della Bounty, Illustrato con 5 incisioni.

Milano, Biblioteca di Educazione e di Ricreazione, 1879

In 4°; (4), 206, (2) pp. Elegante legatura coeva in mezza-pelle scura con dorso a 5 nervi e autore, titolo, fregi e filetti in oro al dorso. Piatti foderati in percallina nera. Qualche strofinatura e difetto agli angoli dei piatti e per il resto esemplare in buone condizioni di conservazione. Seconda edizione italiana di questo celebre romanzo di Jules Verne.

30 euro

89) ROMANZI AVVENTURA PRIME EDIZIONI ITALIANE VERNE

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IMG_4329_clipped_rev_1Verne Jules,

I grandi viaggiatori del secolo XVIII, Parte Prima, illustrato con 59 inc. e 9 carte geogr.

Milano, Biblioteca di Educazione e di Ricreazione, 1880

In 4°; (4), 232 pp. Elegante legatura coeva in mezza-pelle scura con dorso a 5 nervi e autore, titolo, fregi e filetti in oro al dorso. Piatti foderati in percallina nera. Qualche strofinatura ai piatti ma nel complesso esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Prima edizione italiana di questa celebre opera romanzata di Jules Verne che ripercorre la storia dei grandi navigatori del XVIII secoli.

25 euro

90) LETTERATURA INGLESE BERLINO CABARET CINEMA PRIME EDIZIONI ITALIANE LONGANESI BAGNOCAVALLO RARITA’ BIBLIOGRAFICHE OMESSUALITA’ HOMOSEXUALITY

IMG_4465_clipped_rev_1Isherwood Christopher,

Addio a Berlino, Prima edizione.

Roma, Longanesi & C. Editori, 1944.

In 8°; 282, (2) pp. Brossura editoriale illustrata con titolo in rosso e nero. Esemplare in magnifiche condizioni di conservazione. Privo di sovraccoperta. Un leggerissimo alone di polvere al piatto posteriore e per il resto, uno degli esemplari meglio conservati mai apparsi sul mercato. Prima edizione italiana nella traduzione di Maria Martone di questo celeberrimo raccolta di racconti del grande scrittore inglese, Christopher William Bradshaw Isherwood (Wybersley Hall, 26 agosto 1904 – Santa Monica, 4 gennaio 1986). Il volume apparve nella collana “Collezione, La Gaia Scienza, numero 6” di Longanesi, edita fra mille difficoltà editoriali, in pieno periodo bellico, dal celebre giornalista, scrittore, disegnatore, caricaturista, aforista ed editore romagnolo, Leo Longanesi, all’anagrafe Leopoldo Longanesi (Bagnacavallo, 30 agosto 1905 – Milano, 27 settembre 1957). Christopher William Bradshaw Isherwood, nato il 26 agosto 1904 a Wybersley Hall, è stato uno degli scrittori più significativi del XX secolo, noto per la sua penna incisiva e il suo stile caratteristico che ha catturato il fermento culturale e politico degli anni tra le due guerre. La sua vita nomade e le esperienze personali sono state spesso intrecciate nella sua narrativa, rendendo le sue opere non solo letterariamente rilevanti ma anche storicamente significative. Tra i suoi lavori più celebri spicca la serie di racconti raccolti sotto il titolo “Addio a Berlino” (1939) che rappresenta anche la sua seconda opera in assoluto, dopo “Mrs Norris se ne va”. L’opera qui presentata è una raccolta di racconti che offrono uno spaccato della Berlino di fine anni ’20 e inizio ’30, durante l’ascesa del nazismo. Isherwood si trasferì, infatti a Berlino nella capitale della giovane Repubblica di Weimar, per far da insegnante privato e prender parte alla libertina vita cittadina, famosa per la sua fama di città dalla spiccata libertà sessuale etero e omosessuale. L’opera qui presentata è diventata un capolavoro della letteratura del periodo prebellico, grazie alla sua capacità di catturare le tensioni sociali e politiche dell’epoca con uno sguardo critico ma empatico. Nei racconti, Isherwood utilizza il suo alter ego, un giovane scrittore inglese che vive in una pensione berlinese, per esplorare la vita dei vari personaggi che incontra, tra cui la celebre Sally Bowles. Questi ritratti vivaci e dettagliati descrivono un mondo sull’orlo del cambiamento, segnato dalla decadenza ma anche da una vibrante cultura urbana. “Addio a Berlino” dipinge una società in bilico, caratterizzata da una tensione costante che prefigura i catastrofici eventi futuri. IMG_4466_clipped_rev_1La prosa di Isherwood è asciutta e precisa, riuscendo a trasmettere il senso di precarietà e disillusione dell’epoca. Il suo lavoro non solo racconta la storia di individui, ma serve anche da monito contro l’indifferenza e l’apatia sociale e politica. Alcuni dei racconti contenuti in quest’opera divennero, poi famosi adattamenti teatrali e cinematografici, il più conosciuto dei quale è, probabilmente, il musical “Cabaret” con Liza Minelli. Nel 1939, l’autore si trasferì in California dove sviluppò un profondo interesse per il buddhismo a partire dagli anni ’40, influenzato dall’incontro con il filosofo Gerald Heard e dal mistico Swami Prabhavananda. Questo incontro segnò l’inizio di un coinvolgimento spirituale che rimase centrale per il resto della sua vita. Isherwood collaborò con Prabhavananda su diverse opere, tra cui traduzioni di testi sacri come “La Bhagavad Gita”. Attraverso il buddhismo, Isherwood cercò una comprensione più profonda di sé e del mondo, integrando gli insegnamenti spirituali nella sua scrittura, influenzando il suo approccio alla natura dell’identità e della dualità, arricchendo notevolmente la sua prospettiva esistenziale e artistica. Christopher Isherwood continuò a scrivere e a esplorare la sua identità personale e sessuale, influenzando generazioni di scrittori. Morì il 4 gennaio 1986 a Santa Monica. Prima edizione italiana assai rara da reperirsi in queste eccellenti condizioni di conservazione.

150 euro

91) DIRITTO CODICE NAPOLOENICO NAPOLEONE LEGISLAZIONE RIVOLUZIONE FRANCESE REPUBBLICA ITALIANA

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IMG_4424_clipped_rev_1Napoleone,

Codice civile di Napoleone il Grande per Regno d’Italia, Tomo I – II

Milano, Dalla Reale Stamperia, 1806

In 12°; due tomi in un volume: XXIX, (1), 322, (2) pp., (3), 324 – 684, (4) pp. Legatura coeva in mezza pelle scura con titolo, numero dei volumi e fregi in oro al dorso. Tagli leggermente spruzzati in azzurro. Alcuni difetti al dorso e strofinature ai piatti e all’interno, esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Quarta edizione originale ed ufficiale di uno dei testi di diritto più importanti della storia d’Italia ed uno dei più importanti al mondo. Fu infatti con questo codice civile che per la prima volta in assoluto venne ridotto ad unità il soggetto giuridico. Qualche tentativo in questo senso era stato fatto in Francia con il Codice Penale del 1791 ed in Austria ma mai in forma così compiuta. Il Codice Civile di Napoleone, notoIMG_4426_clipped_rev_1 anche come il Codice Napoleonico, è stato promulgato il 21 marzo 1804 e rappresenta una pietra miliare nella storia del diritto. Questo codice ha segnato una svolta fondamentale rendendo il diritto più accessibile e uniforme, offrendo un sistema legislativo comprensibile che sostituì le complesse e frammentarie leggi precedenti. In Italia, l’influenza del Codice Napoleonico è stata particolarmente significativa durante il periodo dell’occupazione napoleonica, che ha portato a una rapida diffusione delle sue norme. L’importanza del Codice risiedeva nella chiara organizzazione del diritto civile, suddiviso in tre libri che regolavano le persone, i beni, e le modalità di acquisizione e trasferimento della proprietà. Questa struttura ha ispirato la codificazione del diritto in Italia e nel mondo, favorendo la nascita di un moderno sistema giuridico. Con l’Unità d’Italia, il Codice Civile italiano del 1865 ha mantenuto l’impronta del modello napoleonico per la sua chiarezza e precisione. Tuttora, la metodologia e i principi ispiratori del Codice di Napoleone, come l’uguaglianza di fronte alla legge e la protezione della proprietà privata, rimangono fondamentali nei sistemi giuridici contemporanei. Sicuramente, il Codice Napoleonico è stato non solo un’opera legislativa di grande impatto, ma anche un simbolo del progresso legale verso una società più giusta ed equa. Non comune da reperire completo di tutti e due i volumi.

150 euro

92) LIBRI ILLUSTRATI PRIME EDIZIONI ILLUSTRATORI PROVERBI PROVERBS FIRST EDITION

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IMG_4429_clipped_rev_1Grandville (Jean Ignace Isidore Gérard),

Cent Proverbes par Grandville et Par.

Paris, H. Fournier Editeur, 1845

In 4°; (4), 400 pp. e 50 c. di tav. Completo. Rarissima legatura editoriale in piena tela verde con titolo e ricchi fregi in oro al dorso. Due grandi vignette impresse in oro ai piatti, entro cornice e ricchi fregi a secco con immagine di un topo ed un gatto animati vicino ad una fontana. Minimi difetti alle cerniere. Tagli riccamente dorati. Una decina di pagine con minimo foxing e per il resto, esemplare in buone condizioni di conservazione. Prima edizione edita da Freres che presenta un numero di tavole maggiore rispetto alle edizioni precedenti, di questo celeberrima opera di uno dei più famosi illustratori dell’ottocento che fu anche designer e caricaturista, Jean-Ignace-Isidore Gérard, noto anche con lo pseudonimo di Grandville (Nancy, 13 settembre 1803 – Vanves, 17 marzo 1847). “Figlio d’arte, ricevette la sua prima “educazione artistica” dal padre, che amava IMG_4431_clipped_rev_1dipingere miniature. “Grandville” era il nome d’arte di suo nonno. Nel 1820 arriva a Parigi per frequentare gli studi presso i miniaturisti Manson, Hippolyte Lecomte. Arrivano le prime collezioni di litografie intitolate Les Tribulations de la petite proprieté, Les Plaisirs de toutdge e La Sibylle des salons. Nel 1828 pubblica una serie di litografie a colori Les Dimanches d’un bourgeois de Paris. Ma è nel 1829 che raggiunge la fama con Les Métamorphoses du jour, una serie di settantacinque scene in cui i personaggi venivano ritratti con corpi da uomini e con volti animali. Questi disegni, si distinguono particolarmente per la straordinaria capacità dell’artista di riprodurre tratti umani in volti animali”. Per ricordare quanta parte ha avuto ed ha tutt’ora il lavoro di Grandeville, basti ricordare che il frontespizio dell’ultimo album dei Queen alquale lavorò Freddy Mercury, Innuendo, porta al piatto, proprio un’immagine tratta dal suo libro “Un Autre Monde”. Prima edizione non comune e rara a reperirsi completa anche della legatura coeva. First edition. Good copy. Rif. Bibl.: Carteret III, 282 : « Livre estimé, un des meilleurs de Grandville ».

200 euro

93) PRIME EDIZIONI OPERE ANONIME ILLUMINISMO TEORIE SOCIALI STATO SOCIALE POLITICA

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IMG_4413_clipped_rev_1Anonimo [Marquise D’Yve ?],

Freymüthige Betrachtungen über die wahren Vortheile eines Staats [Marquis d’Yve]

Leipzig, Weidmann Erben & Reich, 1779

In 8°; XII, 274 pp. Elegante legatura coeva in piena pelle con dorso a 5 nervi con titolo in oro su fascetta al dorso in pelle. Ai tasselli ricchi fregi in oro al dorso. Qualche strofinatura ai piatti, all’interno pagine leggermente ed uniformemente brunite a causa della qualità della carta e nel complesso esemplare in buone condizioni di conservazione. Prima ed unica edizione di questo curioso scritto anonimo, attribuito a diversi personaggi, dedicato ad audaci riforme di uno stato basate sui principi dello stato sociale costituzionale con parità dei diritti e dei doveri fra i cittadini. L’opera è attribuita a volte a Johann Adolph Wefeld pseudonimo, forse, di Johann Franz Anton Gerhard von Detten come suggerisce Holzmann/Bohatta, a volte ad un Marchese d’Yve. Sembra che l’opera sia una traduzione di un’opera francese anche se non sembra che qualcuno sia stato ancora in grado di attribuire, senza ombra di dubbio, di che opera si tratti. Opera rara. Rare. Rif. Bibl.: OcoLC 165966511 (aus SWB), Worldcat; Holzmann/Bohatta I, 6322.

250 euro

94)  SACHSEN CHEMNITZ LEIPZIG ECONOMY TRADE WIRTSCHAFT HANDEL LAUSITZER FIRST EDITION PRIME EDIZIONI

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IMG_4406_clipped_rev_1Anonimo,

Adressbuch sämmtlicher Kaufleute und Fabrikanten im Königreiche Sachsen auf das Jahr 1826 nebst Angabe der von ihnen geführten Waaren oder gelieferten Fabrikate und Bemerkung der deutschen Meßorte, welche sie beziehen. Als Anhang, eine Uebersicht sammtlicher Handel und Gewerbe betreffender indirecter Abgaben und ein tabellarischer Tarif uber die allgemeine Accise, Leipziger Handelsabgabe, Grenz – und Lausitzer Zoll.

Chemnitz, bei C. G. Kretschmar, 1826IMG_4407_clipped_rev_1

In 8; (4), 98, (2) pp. e una c. di tav. fuori testo. Legatura editoriale in cartoncino semi-floscio con titolo impresso in nero al piatto anteriore entro doppia cornice e note editoriali, sempre in cornice al recto del piatto posteriore. Fregi in nero al dorso. Qualche leggero foxing e per il resto esemplare in ottime condizioni di conservazione e genuino. Interessante opera di storia locale che ricostruisce il sistema della Sassonia, come appare nel 1826. Il volume riprende l’elenco di tutti i commercianti e fabbricanti nel Regno di Sassonia per l’anno 1826, insieme all’indicazione delle merci da loro trattate o dei prodotti forniti e una nota sui posti di misurazione tedeschi da cui acquistano. Come appendice, una panoramica di tutte le tasse indirette relative al commercio e all’industria e una tariffa tabellare sulle accise generali, sul contributo commerciale di Lipsia, sulle dogane di confine e sulla dogana della Lusazia. Opera assai rara e rarissima a reperirsi in queste ottime condizioni di conservazione.

220 euro

95) STORIA DELLA LETTERATURA ITALIANA SCANDIANO REGGIO-EMILIA LAMPORECCHIO FIRENZE UMANESIMO CAPITOLO BERNESCO POEMI CAVALLERESCHI

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IMG_4451_clipped_rev_1Boiardo Matteo, Berni Francesco,

Orlando Innamorato di Matteo M. Bojardo rifatto da Francesco Berni,

Milano, Dalla Società Tipografica de’ Classici Italiani, 1806

In 8° grande; 4 tomi: (2), XXXVI, 3-301, (1) pp. e una c. di tav. con un ritratto di Francesco Berni realizzato da Coronni; (4), 3-315, (1) pp.; (4), 317, (1) pp.; (4), 306, (2) pp. Legatura in mezza-pelle chiara con titolo e filetti in oro al dorso e piatti foderati da bellissima carta coeva a pallini bianchi e neri su carta azzurra. Ex-libris nobiliari appllicati all’interno dei piatti anteriori. Tagli leggermente spruzzati in azzurro. Esemplare in ottime condizioni di conservazione. Celebre edizione per la sua cura filologica dell’Orlando Innamorato del celebre letterato e poeta reggiano, Matteo Maria Boiardo (Scandiano, maggio o giugno 1441 – Reggio Emilia, 19 dicembre 1494) nel rifacimento dello stesso curata dal grande scrittore, poeta e drammaturgo italiano, Francesco Berni (Lamporecchio, 1497 – Firenze, 26 maggio 1535). L’edizione della Società Tipografica de’ Classici Italiani sono celebri per la cura delle edizioni sia da un punto di vista filologico che tipografico. Nello stesso anno uscì una nuova edizione composta da 5 volumi, invece che da quattro come in questa edizione. Esemplare in ottime condizioni di conservazione. Rif. Bibl.: IT\ICCU\RMLE\013257.

130 euro

96) MEDICINA CREMONA EPIDEMIOLOGIA PRIME EDIZIONI

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VIMG_4651_clipped_rev_1alcarenghi Paolo,

Pauli Valcarenghi, Physici Collegiati Cremonae, Ferrariae, Brixiae, & Venetiarum … distincte aggregati, Serenissimo Duci Mutinae a Consiliis Medicis &c. De praecipuis febribus specimen praticum ad Vincentium FiliumPhilosophie, & Medicinae Doctorem.

Cremonae,  Apud Petrum Ricchini, 1761IMG_4654_clipped_rev_1

In 4° (26×18 cm); XX, 298, (2) pp. Bella legatura coeva in piena pelle. Dorso abilmente sostituito agli inizi del novecento in stile settecentesco, a 5 nervi con titolo e ricchi fregi in oro. Piatti in pelle spruzzata. Tagli goffrati in oro. Esemplare stampato su carta forte di ottima qualità. Piatti interni foderati con bella carta di Varese. Esemplari ad ampissimi margini. Ottimo stato di conservazione. Prima, non comune edizione, di questo scritto del celebre medico cremonese, Paolo Valcarenghi. L’autore fu professore di Medicina Pratica nell’Università di Pavia e aggregato al Collegio dei Medici di Milano. A Cremona collaborò anche con il vescovo Alessandro Litta nell’analisi di alcuni casi di esorcismo e possessione demoniaca. Pubblicò anche un celebre studio dedicato alle epidemie che colpirono il territorio cremonese nella prima metà del settecento. In quest’opera l’autore analizza vari tipi di febbri, il loro decorso e origine e le varie possibilità di cura. Esemplare in ottime condizioni di conservazione. Rif. Bibl.: IT\ICCU\UBOE\031999.

160 euro

97) GIOIELLI OREFICERIA CATOLOGHI GIOIELLI DEISGNER ARTE CALDERONI MODA

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IMG_4660_clipped_rev_1Calderoni A.,

Brillanti: Piaggia di Luce. Catalogo della “Soc. An. A. Calderoni Gioiellieri” di Milano valido per il biennio 1939-40.

Milano, Pizzi e Pizio, 1938.

In 4°; 140, (2) pp. Brossura editoriale illustrata. Qualche lievissimo segno del tempo, tre segnetti di penna alla prima carta e nel complesso esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Le tavole a colori sono protette da velina. Interessate e grande catalogo di gioielli, argenteria in metalli preziosi su tavole in bianco e nero ed alcune tavole a colori che presenta la produzione della ditta di gioielli Calderoni. La ditta produttrice di gioielli Calderoni è un prestigioso marchio milanese con una storia che affonda le radici nel 1840. Fondata a Milano in Via della Lupa, oggi conosciuta come Via Torino, Calderoni ha subito conquistato il mercato con creazioni artigianali di alta qualità. Inizialmente, la bottega si specializzò nella realizzazione di gioielli su misura, guadagnandosi rapidamente la reputazione di eccellenza nel design e nell’abilità artigianale. Nel corso degli anni, la ditta si è evoluta, assimilando le influenze del periodo e ampliando la propria gamma di prodotti, che spazia da pezzi classici a creazioni moderne, sempre mantenendo un elevato standard di qualità e raffinatezza. Gli artigiani Calderoni, con la loro esperienza e creatività, hanno dato vita a collezioni iconiche apprezzate sia a livello nazionale che internazionale. La storicità del marchio è testimoniata anche dalla clientela elitista che ha scelto Calderoni per celebrare momenti speciali con gioielli unici. Ancora oggi, la ditta punta su tradizione e innovazione, continuando a rappresentare una pietra miliare nel panorama della gioielleria italiana e mantenendo vivo il legame con le sue origini storiche. Qualche traccia di polvere al piatto anteriore ma nel complesso, esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione per questo bel manuale di designer di gioielli.

60 euro

98) MEDICINA PRIME EDIZIONI MEDICINE OTORINOLARINGOIATRIA ANATOMIA

dsc_0535_clipped_rev_1-1dsc_0534_clipped_rev_1Nuck Anton,

Antonii Nuck Harderoviceni Medicinae Doctoris & Anatomiae Professoris De ductu salivali novo, saliva, ductibus oculorum aquosis et humore oculi aqueo,

 Lugduni Batavorum, apud Petrum vander AA, 1685.

In 12° (13×7,5 cm); (10), 175, (17) pp., un’antiporta figurata e 3 c. di tav. fuori testo più volte ripiegate. Bella legatura coeva in tutta pergamena molle. Dorso a 4 nervi con titolo manoscritto da mano coeva. Pagine leggermente ed uniformemente brunite ma esempalre in buone-ottime condizioni di conservazione. Prima rara edizione, due sole dsc_0537_clipped_rev_1copie censite in ICCU e con numero minore di pagine e tavole, di questo importante studio pionieristico sulla saliva ed i dotti salivali. Antonius Nuck van Leiden (Harderwijk, 1650 – Leida, 5 agosto 1692) è stato uno dei medici e anatomisti più celebri del suo tempo. Dopo aver studiato a Leida, dove ricevette il dottorato nel febbraio del 1677, con una tesi sul diabete praticò l’arte medica a Delft. Nel 1683 si spostò a L’Aia per insegnare anatomia al dsc_0536_clipped_rev_1Collegium anatomicum chirurgicum. Tornò poi a Leida dove ottenne una cattedra di medicina e anatomia. Famoso anche come oculista, otorino, dentista viene ricordato principalmente per i suoi studi sui vasi linfatici e le ghiandole salivari, di cui è considerato uno dei pioniere: inventò infatti la prima scialografia, sia introducendo un mezzo di “contrasto” nei dotti salivari, sia nei vasi sanguigni, come aveva già tentato Frederik Ruysch (1638-1731). Il suo nome attualmente è legato al dotto di Nuck e alle sue patologie. Esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Raro. Rare. Good copy. Bibl.: Krivatsy, 8359 e Wellcome IV p. 250.

650 euro

99) JUDAICA EBRAISMO STORIA DEGLI EBREI OPERE COMPLETE JUIFS STORIA ISRAELE

IMG_5635_clipped_rev_1Basnage Jacques Christian,

Histoire des Juifs depuis Jesus-Christ jusqu’à présent. Pour servir de continuation à l’histoire de Joseph. Nouvelle édition augmentée.

La Haye, Chez Henri Scheurleer, 1716

In 8° piccolo (18×10 cm); 15 volumi rilegati in 8 tomi: I) (4), LXXXVI, (2), 240 pp. e due grandi c. di tav. fuori testo più volte ripiegate; 2) (4), 241 – 607, (1) pp.; 3) VIII, 370 pp.; 4) (4), 371 – 710, (2 b.) pp.; 5) VIII, 392 pp.; 6) (4), 393 – 810 pp.; 7) VIII, 420 pp.; 8) VI, 378, (2 b.) pp.; 9): VIII, 360 pp.; 10) (4), (4), 361 – 742 pp.; 11) VI, 392 pp.; 12): VI, 430, (2) pp.; 13) VIII, 454 pp.; 14) (4), 457 – 904, (2 b.) pp.; 15) (4), 905 al 1272, (4 di privilegi), (40 b.) pp. Completo anche delle due tavole cronologiche spesso assenti. Ogni frontespizio, stampato in rosso e nero, presenta una piccola incisione. Belle legature coeve in piena pergamena rigida con titolo e numero dei volumi impressi in oro ai dorsi. Esemplare, come tutti quelli conosciuti, leggermente ed uniformemente brunito a causa della qualità della carta utilizzata per la stampa e nel complesso esemplare in ottime condizioni di conservazione. Seconda rara edizione completa, più ricercata della prima edizione del 1707 in quanto notevolmente aumentata e corretta, di quella che è considerata come una delle migliori storie del popolo ebreo scritta fino al momento della sua pubblicazione. Come scrive l’EnvyclopediaJ udaica “His books are important as the first comprehensive and truly erudite history of the Jews in the Christian era, filling a gap between early Jewish historical writings and modern Jewish historical research.”. L’autore dell’opera è il celebre pastore protestante, economista, linguista e storico francese Jacques Christian Basnage (detto anche Basnage de Beauval; 1653–1725),. Nato a Rouen, in Francia nel 1676, figlio maggiore dell’eminente avvocato Henri Basnage de Franquesnay. Studiò lingue c lassiche a Saumur e successivamente teologia a Ginevra. Divenne pastore a Rouen, ma dopo la revoca dell’Editto di Nantes accettò una chiamata prima a Rotterdam (1686) e poi all’Aia (1691). Personaggio molto stimato in varie corti europee, tanto da ricoprire diverse cariche pubbliche. Si ricordi ad esempio quando fu impegnato in una trattativa segreta con il Maresciallo d’Uxelles, plenipotenziario di Francia al congresso di Utrecht o quando nel 1716, Dubois, che era all’Aia in rappresentanza del reggente d’Orleans, allo scopo di negoziare la Triplice Alleanza tra Francia, Gran Bretagna e Olanda, chiese il parere e l’aiuto di Basnage durante i negoziati. Anche il governo francese si rivolse a lui in cerca di aiuto quando nel territorio di Cévennes iniziarono le proteste dei protestanti che sotto il nome di “Camisardi” presero le armi per difendere la loro libertà religiosa e politica. Basnage che aveva accolto con favore il rilancio della chiesa protestante grazie allo zelo di Antoine Court, fu poi molto critico contro le violenze, e non si sottrasse nel denunciare i Camisardi nella sua opera Instructions pastorales aux Réformés de France sur l’obéissance due aux souverains (1720) che fu per ordine st IMG_5634_clipped_rev_1atale stampata e sparsa nel sud della Francia. Scrisse diversi libri. Quello qui pubblicato è probabilmente, la sua opera più conosciuta e venne elogiata da Voltaire. Il libro aveva lo scopo di integrare e continuare la storia di Giuseppe Flavio. Nonostante le difficoltà nell’interpretazione delle fonti incontrate dall’autore che non conosceva la lingua ebraica che lo portarono a volte a fare tropo affidamento sulle traduzioni latine di fonti e autori ebrei, l’opera è considerata come la prima e più veritiera storia del popolo ebraico, scritta da un autore cristiano. Effettivamente Basnage, sfruttando anche un linguaggio molto preciso e privo di ricercarti stilemi linguistici, cercò di tenere la più alta imparzialità nella sua ricostruzione storica, senza negare critiche e passaggi sfavorevoli alle gerarchie cattoliche. Fra le sue fonti si trovano Buxtorf e Arias Montano. Questa storia del popolo ebraico ebbe un enorme successo e fu la base di tutte le storie ebraiche che furono scritte nel corso del XVIII° e XIX° secolo. Nel 1713 Basnage pubblicò un altro libro sulla storia ebraica Antiquités judaïques o Remarques critics sur la république des hébreux. In generale, tutta la sua produzione di interesse ebraico, vanno a formare quella che è considerata come la prima storia completa e veramente erudita, degli ebrei nell’era cristiana, colmando un divario tra i primi scritti storici ebraici e la moderna ricerca storica ebraica. Rif. Bibl.: Brunet I,691 “Edition la plus complete de ce savant ourage.”; Graesse I,307; Ebert 1750.

400 euro

100) JUDAICA EBREI STORIA DEL POPOLO EBRAICO PRIME EDIZIONI ITALIANE EBRAISMO

 IMG_4673_clipped_rev_1 (1)IMG_4671_clipped_rev_1
IMG_4669_clipped_rev_1Prideaux Humphrey,

Storia de’ giudei, e de’ popoli vicini, dalla decadenza de i reami d’Israele, e di Giuda fino alla morte di Gesù Cristo. Del sig. Prideaux, Decano di Norwich. Tradotta dal franzese. Tomo primo-sesto. (Completo).

In Venezia, presso Giambattista Pasquali, 1738

In 8° (17×11,1 cm); sei tomi: XLVIII, 293, (3) pp. e 9 c. di tav. fuori testo, alcune più volte ripiegate (un piccolo strappo senza perdita di testa ad una delle tavole anticamente restaurato); (4), 375, (3) pp. e due c. di tav. fuori testo più volte ripiegate (uno strappetto senza perdita di carta ad una delle tavole; (4), 370 pp. e una grande c. di tav. più volte ripiegata; (4), 363, (3) pp. e una grande c. di tav. più volte ripiegata; (4), 368 pp. e una grande c. di tav. più volte ripiegata; (4), 241, (1 b.), LXVII, 68-154, (2) pp. e una grande c. di tav. più volte ripiegata. Legature omogenee in piena pergamena molle con titolo e numero del volume impressi in oro al dorso. Tagli spruzzati. Qualche pagina con minimo foxing dovuto alla qualità della carta ma nel complesso esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Le tavole si dividono in carte geografiche realizzate da F. Polanzani (Palestina, Grecia, Turchia, Penisola arabica, Persia, India, Africa del Nord, ecc.) e 7 tavole di costumi e monumenti (pianta del Tempio fìdIMG_4668_clipped_rev_1i Gerusalemme, pianta di Babilonia, tabernacolo, candeliere d’oro, ecc.). Prima edizione non comune da reperire completa ed in legatura coeva di questa importante opera storica che ricostruisce la storia e le usanze del popolo ebreo scritta dal noto teologo ed ebraista inglese, Humphrey Prideaux (Padstow, 3 maggio 1648 – Norwich, 1º novembre 1724), riconosciuto come l’autore del primo trattato di storia ebraica “intertestamentale” a connettere l’Antico con il Nuovo Testamento. L’autore studiò prima a Liskeard e poi a Bodmin, per poi trasferirsi alla Westminster School e quindi al Christ Church College a Oxford. Qui conseguì il titolo di studio e vi lavorò, poi, dal 1679 come istruttore d’ebraico e bibliotecario. Nel 1686 lasciò Oxford per Norwich dove aveva ottenuto l’incarico di canonico della cattedrale: Nel 1702 fu insignito della carica di decano e partecipò attivamente alla vita politica della città. A lui si deve anche una delle prime vite diMaometto ad apparire in occidente, pubblicata nel 1697. L’opera IMG_4670_clipped_rev_1qui presentata, considerata il suo capolavoro, fu elaborata fra il 1716 ed il 1718, anche se raccoglie appunti raccolti anche negli anni precedenti. A lui si deve la creazione della categoria di giudaismo inter-testamentario a definire il periodo del Secondo Temple come il periodo di connessione tra l’Antico e il Nuovo Testamento ed il suo lavoro fu considerato per oltre cento anni, la più esaustiva storia dell’ebraismo, pubblicata non da un ebreo. L’autore attinse notizie da James Ussher ed il lavoro, fu tra le prime opere inglesi ad usare il termine Vulgar Era, sebbene Keplero usasse il termine già nel 1635. Lo studio portò, anche ad una controversia tra Prideaux e suo cugino, Walter Moyle. Jean Le Clerc ne scrisse un esame critico, che fu pubblicato in inglese nel 1722. L’opera rimane ancora oggi un’importante fonte per la storia del popolo ebraico. Prima edizione italiana, completa. Rif. Bibl.: ICCU IT\ICCU\TO0E\074669 variante B del quinto volume del V volume); Brunet IV, 872 (cita una traduz. francese del 1728 ma si riferisce palesemente a questa edizione).

500 euro

101) JUDAICA CURIOSITA’ FILOLOGIA LIBRI PROIBITI PRIME EDIZIONI RARITA’ LINGUA EBRAICA EBREI ARABO LINGUA ARABA RARITA’ BIBLIOGRAFICHE

  image00077_clipped_rev_1image00075_clipped_rev_1Joannes Nicolai (Johannes Nikolai),

Demonstratio, qua probatur Gentilium Theologiam ex fonte Scriptural originem traxisse, In tres partes divisa et indici bus exornata opera Johann Nicolai, Ilm. Schwartzb.

Helmstedt, Sumptib. Friderici Luderwaldi, Bibliopolae,Tipis verò Conradi Erichii, 1681

In 8° (16,5×9,5 cm); (4), 224, (16), 225-304, (6), 48, (6) pp. Legatura coeva in piena pergamena con titolo chiosato in bella calligrafia da mano coeva al dorso. Esemplare brunito, come tutti quelli conosciuti, a causa della carta utilizzata nella stampa e per il resto esemplare in ottime condizioni di conservazione ed in parte, ancora a fogli chiusi. Frontespizio in rosso e nero. L’opera è particolarmente rara in quanto venne inserita, fin dalla sua uscita, nell’Indice dei Libri Proibiti. Prima ed unica, assai rara, edizione di questo importante studio del noto studioso, filologo, antiquario sassone, Johannes Nikolai (conosciuto anche con il nome Joannes Nicolai, 1665-1708) che fu a lungo professore a Tubinga. A lui si devono numerosi studi dedicati alle antichità tedesche, ai riti greco-romani ma anche a quelli ebraici che studiò profondamente e ai quali dedicò un noto scritto dal titolo “Da Sepulchris Hebraeorum”. Le image00078_clipped_rev_1sue opere furono particolarmente ricercate per le numerose curiosità in esso contenute. Nicolai, nato nella contea Schwarzburg-Rudolstadt, studiò in vari istituti universitari lingue e antichità fra i quali Jena, Helmstiidt, Lipsia, Marburg e Giessen. Personaggio dai numerosi interessi e dalla vasta cultura, fin dai primi anni dopo la fine degli studi universitari, venne chiamato dalle università di Giessen e Marburg per tenere conferenze su argomenti storico-archeologici-linguistici. Nel 1702 (anche se alcune fonti anticipano l’ottenimento della carica al 1700) divenne professore straordinario nell’università di Tobingia. Nicolai fu autore prolifico. Fra i titoli da ricordare: “de Mercurio et Hermis” 1687, “de ritu antiquo et hodierno Bacchanaliorum” 1696 ; “De triumphis Romanorum” 1696; “de luctu Graecorum” 1696; “De Phyllobolia” 1698; “de nimbis deorum” 1699; “De iuramentis Ebraeorum, Graecorum, Romanorum” 1700; “Antiquitats ecclesiasticae” 1705. Bayle lo cita image00074_clipped_rev_1come persona dotata di notevole talento ed intuizione. Le opere di Nocolai, compresa quella qui presentata, sono citate nella celebre Bibliotheca antiquaria di Johann Albert Fabricius edita nel 1713 e che contiene un repertorio degli scritti in ebraico nelle opere classiche e cristiane. La “Demonstratio” dove il testo è scritto in lingua latina ma con numerose citazioni in ebraico, arabo, greco e altre lingue, è particolarmente ricercata per la sua curiosità e rarità dovuta al fatto di essere stata immediatamente inserita all’interno dell’Indice dei Libri Proibiti subito dopo la pubblicazione. Il volume studia le diverse origini dei vari linguaggi partendo dai termini e dai riti religiosi presenti nelle diverse religioni per poi passare al legame fra questi aspetti e la filologia delle principali lingue. Rif. Bibl.: Biografia Universale antica e moderna volume XL, Venezia,  Gio. Battista Massiglia, 1827, pag. 396.image00076_clipped_rev_1

450 euro

102) ILLUSTRATORI LIBRI ILLUSTRATI PRIME EDIZIONI MILTON PARADISO PERDUTO DORE’

DSC_0187_clipped_rev_1       DSC_0189_clipped_rev_1DSC_0186_clipped_rev_1DSC_0188_clipped_rev_1DSC_0191_clipped_rev_2DSC_0190_clipped_rev_1DSC_0184_clipped_rev_1Milton John,

Il Paradiso Perduto di Giovanni Milton traduzione di Andrea Maffei con illustrazioni di Gustavo Doré,

Milano – Parigi, Stabilimento dell’editore Edoardo Sonzogno, s. data (ma 1880)

In folio grande (41,8×30 cm); XXIII, 176, (2) pp. e 50 c. di tav. fuori testo. Legatura coeva in mezza-pelle con titolo, ricchi fregi e filetti in oro l dorso. Piatti con carta nera coeva. Qualche minima strofinatura. Qualche minima macchiolina di foxing, del tutto ininfluenti e nel complesso esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Prima non comune edizione italiana del Paradiso Perduto del grande poeta, scrittore, filosofo, saggista, statista e teologo inglese, John Milton (Londra, 8 dicembre 1608 – Londra, 8 novembre 1674) illustrato dal grande artista Paul Gustave Louis Cristophe Doré (6 gennaio 1832 – Parigi, 23 gennaio 1883) celebre pittore, disegnatore, litografo e incisore francese che fu l’illustratore più famoso dell’ottocento. FamosoDSC_0185_clipped_rev_1 per le sue illustrazioni della Divina Commedia di Dante, a lui si devono alcune delle più importanti edizioni illustrate ottocentesche dei classici della letteratura mondiale fra i quali il Paradiso Perduto, il Don Chisciotte, La Divina Commedia e l’Orlando Furioso. Artista estremamente eclettico e poliedrico si impegnò a sviluppare tutte le tecniche ed i formati pittorici, realizzando sia enormi quadri che piccoli, passando da opere di estrema incisività e potenza a lavori semplici ma dal tratto graffiante. La pittura e l’incisione non furono le sue sole passioni  ma a lui si devono anche disegni e sculture. Capace di creare scene di estrema complessità ed impatto emotivo era capace anche di dipingere magnifici paesaggi dove il sublime, nella stretta concezione del Romanticismo di derivazione burkeniana, esprimeva tutta sua potenza sentimentale. L’edizione qui presentata si avvale della traduzione di Andrea Maffei ed di un’introduzione E. Checchi. L’edizione italiana ebbe notevole successo e diverse riedizioni, la maggior parte in versione economica, a partire dal 1887. Questa prima edizione, che presenta XXIII pagine d’introduzione iniziale, è poco comune. Rif. Bibl.: IT\ICCU\TO0\0908433.

150 euro

103) LOMBARDIA MILANO RISORGIMENTO ITALIANO RIVISTE SATIRICHE SATIRA GIORNALI GIORNALISMO ILLUSTRATORI CARICATURISTI CARICATURE SECONDA GUERRA D’INDIPENDENZA RARITA’ BIBLIOGRAFICA SCAPIGLIATURA SCAPIGLIATI


IMG_5668_clipped_rev_1 
IMG_5667_clipped_rev_1IMG_5667_clipped_rev_2IMG_5670_clipped_rev_1IMG_5671_clipped_rev_1IMG_5669_clipped_rev_1A,A. VV.,

L’uomo di Pietra, le prime 5 annate (in realtà 6 annate perché presente anche tutto il pubblicato del 1856) , 1856 – 1861

Vol 1. Anno I°, N. 1 (15 novembre 1856) – N. 59 (26 dicembre 1957). Annata completa.

Vol. 2. Anno II°, N. 1 (2 gennaio 1858) – (presente anche il Supplemento al numero 17, speciale del 1 maggio del 1858) – N. 52 (24 dicembre 1858). Annata completa.

Vol. 3. Anno III°, N. 1 (1 gennaio 1859) – N. 83 (31 dicembre 1859). Annata completa.

Vol. 4. Anno IV, N. 1 (3 gennaio 1860) – N. 155 (29 dicembre 1860). Annata completa.

Vol. 5. Anno V. n. 1 (1 gennaio 1861) – N. 156 del 31 dicembre 1861. In questo volume, il numero 1 è lacunoso della prima pagina, il numero 40 è lacunoso di una pagina e manca il numero 41, al numero 43 manca la seconda pagina, al numero 46 manca la seconda pagina). Il volume presenta il piatto posteriore della legatura ma non il dorso ed il piatto anteriore, pur essendo i numeri legati. All’interno si presenta, in genere in buone-ottime condizioni di conservazione.

Milano, 1856-1861 

In folio (35,5×26,8 cm) primi 4 volumi con le prime 5 annate complete (compresi i numeri della primissima annata usciti nel 1856 e fatti rientrare nell’annata seguente del 1857) rilegate in belle legature coeve in mezza pelle veIMG_5666_clipped_rev_1rde scuro con titolo, numero del volume ed annata, oltre a fregi, in oro al dorso e piatti foderati con carta verde coeva. I primi quattro volumi si presentano, all’interno in ottime condizioni di conservazione. Il quinto volume, a parte i difetti sopra descritti, si pr esenta in buone condizioni di conservazione. Ogni numero è composto da un numero variabile da 16 a 4 pagine in quanto il giornale cambiò forma e periodicità durante la sua esistenza. Quella qui presentata è probabilmente, la collezione più ampia e completa di questa celeberrima e rarissima pubblicazione risorgimentale milanese. Quest’opera è rarissima a reperirsi completa e praticamente è di mitica rarità l’annata completa dell’anno cruciale per l’unificazione italiana del 1860. Ricchissimo di disegni satirici opera di alcuni dei più grandi disegnatori dell’epoca come ad esempio Giulio Gorra, Camillo Cima (Don Pacifico Pinzo), Iacopo Parera (Don Sancio), Casimiro Teja (Jetta), Carlo Gallina, Sebastiano De Albertis e Luigi Borgomainerio, il giornale presentava sempre al centro del giornale una grande vignetta satirica a tutta pagina (a volte divisa in due pagine). Fondato dai letterati Cletto Arrighi, Camillo Cima e Gottardo Cattaneo, all’int erno del fervente mondo della “scapigliatura” milanese, esso era rivolto in modo particolare a sbeffeggiare l’allora governante austriaco del Lombardo-Veneto, tanto che lo stesso Arrighi, sulle pagine del giornale dice di voler “far con la penna un po’ di guerra all’Austria”. Camillo Cima e Cletto Arrighi, forti sostenitori dell’identità lombarda, utilizzarono a volte anche il dialetto milanese. Il giornale che divenne presto celebre si avvalse della collaborazione di alcuni dei più importanti intellettuali dell’epoca come ad esempio il romanziere Giuseppe Rovani, i poeti Giovanni Rajberti, Anastasio Buonsenso e Antonio Piccozzi, il critico musicale e librettista Antonio Ghislanzoni, gli scrittori e uomini politici Ottavio Tasca e Ippolito Nievo, che si firmava con lo pseudonimo Todero ed IMG_5672_clipped_rev_1anche Emilio Treves con lo pseudonimo Il Piovano, tutti assidui frequentatori del Caffè Martini. L’anno 1860 è particolarmente raro, tanto che diversi studi non lo citano e sostengono che il giornale cessò la pubblicazione nell’aprile del 1859 perchè molti suoi collaboratori si arruolarono per prendere parte alla Seconda Guerra d’Indipendenza italiana. Il titolo del giornale richiama direttamente alla sua origine milanese. Infatti L’Uomo di pietra o Scior Carera al quale si riferirono i suoi fondatori era una scultura di epoca romana, posta sotto i portici di Corso Vittorio Emanuele II che sul finire del settecento, come il Pasquino romano, divenne una “statua parlante” perché i cittadini erano soliti usarlo per affiggere poesie e satire politiche. Si legge ad esempio nel Cosmorama Pittorico del 1839 a proposito di questa statua “Quando fu rifabbricata la casa ove egli trovavasi collocato si credé giustamente di metterlo in luogo più alto onde essendo egualmente in vista del pubblico non fosse facile avvicinarsi a chi avea d’uso attaccarvi satire ed epigrammi, che intaccavano la personalità individuale, e che oramai era divenuto un abuso pressoché giornaliero”. Non a caso l’immagine de “L’Uomo di Pietra” compare nel frontespizio di ogni numero. Questa rivista milanese, dopo aver cessatola sua pubblicazione sul finire del 1861 e aver subito alcuni tentativi di riapertura, finì per essere acquistata da Edoardo Sonzogno che la fece confluire in un’altra celeberrima rivista “Lo spirito folletto”. Rarissima collezione completa delle prime cinque annate (considerando anche i numeri del 1856) e con la sesta (o quinta annata secondo la lettura che vede i numeri del 1856 come facenti parte dell’annata del 1857) in buona parte completa. Rarità bibliografica. Rif. Bibl.: Fondopaolomoretti.it, ricerca “L’Uomo di Pietra” per le annate 1856-1857, 1858, 1859.

1.800 euro

104) LOMBARDIA MILANO RISORGIMENTO ITALIANO RIVISTE SATIRICHE SATIRA GIORNALI GIORNALISMO ILLUSTRATORI CARICATURISTI CARICATURE SECONDA GUERRA D’INDIPENDENZA RARITA’ BIBLIOGRAFICA SCAPIGLIATURA SCAPIGLIATI

      IMG_5682_clipped_rev_1IMG_5683_clipped_rev_1IMG_5677_clipped_rev_1IMG_5676_clipped_rev_1

AA. VV.,

Grande collezione di 17 annate del celebre giornale satirico “Lo Spirito Folletto”, presenti le prime 4 annate complete, poi mancano gli anni 1865-1867, 1871 e poi le annate arrivano fino al 1881.

Lo Spirito Folletto, giornale umoristico-illustrato

Milano, Sonzogno Editore, 1861 – 1881

1861-1862: Prima due annate rilegate in legatura coeva in mezza pelle con titolo al dorso. 30 numeri, tutto il pubblicato, dal 6 giugno al 24 dicembre, tutti i numeri presentano 8 pagine a parte due numeri che ne contiene 12. Prima della raccolta presenti una brossura rosa illustrata, una carta con titolo e annata entro cornice ed una carta (con strappo ma senza perdita di carta) con il titolo illustrata. Seguono (rinforzo al margine esterno bianco della prima ed ultima carta del primo numero e al centro di un numero per ridurre uno strappo). L’annata si chiude con una brossura rossa satirica illustrata.1862 Tutto il pubblicato. Brossura verde illustrata, seguono, dal primo numero della seconda annata uscito il 4 gennaio all’ottantaduesimo ed ultimo numero uscito il 24 dicembre. Tutti i numeri sono formati da 8 pagine a parte tre numeri che presentano 12 pagine.IMG_5674_clipped_rev_1

1863-1864: Terza e quarta annata, rilegate in mezza pelle con titolo e fregi in oro al dorso. 1863, Anno III, n. 1 (1 gennaio 1863) – n. 135 (31 dicembre 1863) compreso supplemento al 122 e al 124, 1864 Anno IV, n. 136 (7 gennaio 1864) – n. 187 (29 dicembre 1864). L’ultimo numero del 1864 presenta uno strappo con perdita di carta alla terza carta dell’ultimo numero, il 187. Due annate complete

1868 Tutto il pubblicato. Dal primo numero dell’annata, il 344 del 2 gennaio all’ultimo numero dell’anno, il 396 uscito il 31 dicembre. Legatura in mezza tela con piatti foderati da carta marmorizzata coeva (qualche difetto ai piatti). All’interno in ottime condizioni di conservazione. Tutti i numeri sono formati da 8 pagine. Alla fine del volume sono raccolte tutte le brossure editoriali di ogni numero di colore paglierino e arancione.

1869 Tutto il pubblicato. Dal primo numero dell’annata, il 397 del 6 gennaio all’ultimo numero dell’anno, il 448 uscito il 30 dicembre. Legatura in mezza tela conIMG_5675_clipped_rev_1 piatti foderati da carta marmorizzata coeva (qualche difetto ai piatti). All’interno in ottime condizioni di conservazione. Tutti i numeri sono formati da 8 pagine.

1870 Tutto il pubblicato (a parte 5 numeri, il 469, il 483, il 485, il 487, il 498 mai aggiunti in questa collezione). Dal primo numero dell’annata, il 449 del 6 gennaio all’ultimo numero dell’anno, il 500 uscito il 29 dicembre. Legatura in mezza tela con piatti foderati da carta marmorizzata coeva. All’interno in ottime condizioni di conservazione.

1872 Tutto il pubblicato a parte i numeri 580 e 603. Dal primo numero dell’annata, il 553 del 4 gennaio all’ultimo numero dell’anno, il 604 uscito il 26 dicembre. Due strappetti alle prime tre carte dell’ultimo numero, restaurati, senza perdita di carta. Legatura in mezza tela con piatti foderati da carta marmorizzata coeva (qualche difetto ai piatti). All’interno in ottime condizioni di conservazione. Tutti i numeri sono formati da 8 pagine, a parte un numero che è composto di 4 pagine.

1873 Tutto il pubblicato a parte i numeri 622, 623, 629, . Dal primo numero dell’annata, il 605 del 2 gennaio all’ultimo numero dell’anno, il 656 uscito il 25 dicembre. Due strappetti alla prima pagina del primo numero senza perdita di carta. Legatura in mezza tela con piatti foderati da carta marmorizzata coeva (qualche difetto ai piatti). All’interno in ottime condizioni di conservazione. Tutti i numeri sono formati da 8 pagine, a parte un numero che è composto di 4 pagine.

1874 Tutto il pubblicato. Dal primo numero dell’annata, il 657 del 1 gennaio all’ultimo numero dell’anno, il 709 uscito il 31 dicembre. Legatura in mezza tela con piatti foderati da carta marmorizzata coeva (qualche difetto ai piatti). All’interno in ottime condizioni di conservazione. Tutti i numeri sono formati da 8.IMG_5680_clipped_rev_1

1875 tutto il pubblicato. Entro carpetta con lacci. Dal primo numero dell’annata, il 710 del 7 gennaio all’ultimo numero dell’anno, il 761 uscito il 30 dicembre. Tutti i numeri presentano 12 pagine la prima e l’ultima carta sono alcuni di brossura arancione, alcuni rosa e gli altri gialli). Varie tavole a colori, numerosi numeri ancora a fogli chiusi. I numeri si presentano ancora a fogli chiusi.

1876 tutto il pubblicato. Entro carpetta con lacci. Dal primo numero dell’annata, il 762 del 6 gennaio all’ultimo numero dell’anno, il 813 uscito il 28 dicembre. Tutti i numeri presentano 12 pagine (la prima e l’ultima carta sono in brossura paglierina). Varie tavole a colori, numerosi numeri ancora a fogli chiusi. Varie tavole a piena pagina in cromolitografia a colori (qui compare anche il primo ritratto della “Galleria Cromolitografica dello Spirito Folletto”). I numeri si presentano ancora a fogli chiusi.

1877 tutto il pubblicato. Entro carpetta con lacci. Dal primo numero dell’annata, il 814 del 4 gennaio all’ultimo numero dell’anno, il 865 uscito il 27 dicembre. Tutti i numeri presentano 12 pagine (la prima e l’ultima carta sono alcuni di brossura arancione e gli IMG_5678_clipped_rev_1altri gialli). Varie tavole a colori, numerosi numeri ancora a fogli chiusi.

1878 tutto il pubblicato. Entro carpetta con lacci. Dal primo numero dell’annata, il 866 del 3 gennaio all’ultimo numero dell’anno, il 917 uscito il 26 dicembre. Tutti i numeri presentano 12 pagine (la prima e l’ultima carta sono alcuni di brossura arancione e gli altri gialli).

1879 tutto il pubblicato. Entro carpetta con lacci. Dal primo numero dell’annata, il 970 del 1 gennaio all’ultimo numero dell’anno, il 969 uscito il 25 dicembre. Tutti i numeri presentano 12 pagine (la prima e l’ultima carta sono di brossura marroncino).

1880 tutto il pubblicato. Entro carpetta con lacci. Dal primo numero dell’annata, il 918 del 2 gennaio all’ultimo numero dell’anno, il 1022 uscito il 30 dicembre. Tutti i numeri presentano 12 pagine (la prima e l’ultima carta sono di brossura paglierina). Quasi tutti i numeri sono a fogli chiusi e presentano una grande tavola a colori.

1881 tutto il pubblicato. Entro carpetta con lacci. Dal primo numero dell’annata, il 1023 del 6 gennaio all’ultimo numero dell’anno, il 1074 uscito il 29 dicembre. Tutti i numeri presentano 12 pagine (la prima e l’ultima carta sono di brossura azzurrina).

Lo Spirito Folletto fu una delle riviste umoristiche milanesi, più celebri dell’ottocento e rappresenta anche la prima impresa editoriale del celebre editore italiano, Edoardo Sonzogno (Milano, 21 aprile 1836 – Milano, 14 marzo 1920) subentrato da pochissimo al padre Lorenzo, nella guida dell’azienda di famiglia. Il giornale uscì per la prima volta nel 1861 con il titolo “Lo Spirito Folletto, giornale umoristico-illustrato” riprendendo il titolo del primo famoso giornale satirico lombardo, uscito per un solo anno, nel turbolento 1848 con il titolo “Lo Spirito folletto, Giornale diabolico, politico, umoristico, comico, critico, satirico, pittoresco.”. Nel 1863 Sonzogno acquista la testata satirica de “L’Uomo di Pietra” che viene poi assorbito dallo Spirito Folletto. Il giornale si avvaleva all’inizio della preziosa opera di Vespa e Camillo, al secolo Vespasiano Bignami e Camillo Marietti ma pochi dopo pochi numeri la collaborazione si allarga ad alcuni dei più importanti illustratori dell’ottocento come Francesco Gonin ed il figlio Guido, Francesco Fontana, Taccani, Giuseppe Galli, Giulio Gorra, Camillo Cima (Don Pacifico Pinzo), Iacopo Parera (Don Sancio), Casimiro Teja (Jetta), Carlo Gallina, SebastiaIMG_5681_clipped_rev_1no De Albertis, ed il bergamasco, Luigi Borgomainerio fra i più attivi rappresentanti della Scapigliatura. Nel 1881, il giornale venne poi acquistato dal Secolo d’Italia e la parte grafica venne poi affidata a grande illustratore fioretino Mata, Adolfo Martinelli (1832 – 1887), che si era creato grande fama di acuto caricaturista politico sulle testate fiorentine quali “Il lampione”, “La Lanterna di Diogene” e “L’Arlecchino”. A partire dal 1880 il giornale iniziò anche a pubblicare tavole a colori ma la sua esperienza editoriale stava andando verso la conclusione che avvenne nel 1884 quando divenne un mensile e ridusse il suo formato. Nel corso della sua vita, fu uno dei giornali milanesi più celebri e seguiti dove la satira era solo una scusa per fornire informazioni politiche e di costume su Milano e l’Italia. Raro a reperirsi un insieme così congruo di annate, in buone-ottime condizioni di conservazione.

2.000 euro

105) CATALOGHI PUBBLICTARI CAMPIONATI MILANO CERAMICA CERAMICHE COMMERCIO RARITA’ BIBLIOGRAFICHE EPHEMERA

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IMG_4456_clipped_rev_1Società Ceramica Lombarda,

Catalogo materiali ceramici per rivestimenti di pareti e articoli sanitari. Società Ceramica Lombarda.

Milano, Tipocromo Mercalli, Vaghi e Mascheroni, S. data (ma 1910 circa).

In 2°; 38, (2) pp. Brossura editoriale illustrata con immagine della fabbrica in azzurro e giallo al piatto anteriore. Uno strappetto al margine esterno bianco della prima metà del volume senza perdita di carta e praticamente ininfluente. Rarissimo catalogo pubblicitario dei prodotti della nota fabbrica di ceramiche milanese “Società Ceramica Lombarda” che operò a Milano, all’inizio del XX° secolo. Bellissima la parte dedicate alle ceramiche liberty con diversetavole a colori. La Società Ceramica Lombarda fu una delle più importanti produttrici di ceramica italiane della prima metà del novecento. IMG_4459_clipped_rev_1La Ceramica Lombarda, fondata nel 1902 come “Bertoni Spangher Poirel & Co”, è un importante esempio di innovazione e tradizione nel settore della ceramica italiana. Fondata a Milano, l’azienda si specializzò nella produzione di ceramiche di alta qualità, attirando l’attenzione per il suo design distintivo e il suo impegno verso l’artigianato. Nel 1905, l’azienda cambiò denominazione, diventando semplicemente “Società Ceramica Lombarda”. In questo periodo, depositò il suo storico marchio dell’ “elefantino”, che divenne simbolo di qualità e raffinatezza nel panorama ceramico. Fu sempre nel 1905 che gli vennero commissionate le maioliche che avrebbero poi, decorato la facciata di casa Galimberti a Milano.Questo marchio rappresentava l’unione tra tradizione artigianale e l’innovazione tipica della cultura italiana. Nel 1915, la Società Ceramica Lombarda era l’unica fabbrica italiana produttrice di maioliche in Italia insieme alla Richard Ginori e alla Società Ceramica Italiana. Con il passare degli anni, la Società Ceramica Lombarda si affermò nel mercato nazionale e internazionale, distinguendosi per la produzione di piatti, vasi e altri oggetti decorativi. Rarissimo catalogo.

120 euro

106) PUBBLICITA’ CATALOGHI PUBBLICITARI PRIME EDIZIONI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO CAMPIONARI

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IMG_4665_clipped_rev_1Ditta Giuseppe De Micheli,

Ditta G.ppe De Micheli & C. Riscaldamenti moderni. Elenco di alcuni dei più importanti lavori eseguiti 1930.

Firenze, Editore Sta. Tipografico Succ. Carlo Mori, 1930

In 4° (28×23 cm); 115, (1) pp. Brossura editoriale con titolo in rosso e nero al piatto anteriore. quattro tavole presentano un piccolo difetto con una piccola strofinatura al centro di alcune foto dopo che le foto si erano attaccate e per il resto, esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Prima ed unica edizione. L’opera raccoglie un importante apparato iconografico di edifici e luoghi nei quali la ditta De Micheli, negli anni 30, installò i suoi impianti. Fra i luoghi: Campobasso Banca d’Italia; Palermo Politeama Garibaldi; Stazione ferroviaria di Milano; Palazzo postale di via Marsala a Roma; Officine Carte Valori di Roma; Galleria degli Uffizi – Firenze; Ministero di Grazia e Giustizia di Roma; Federaz. Nazionale Fascista Agricoltori (Palazzo Regina Margherita) di Roma; Palazzo del Governo di Verona; Banca d’Italia di Trento; Banca d’Italia di Vicenza, Ancona, Reggio Emilia; Banco di Napoli a Torino; Monte dei Paschi di Siena a Firenze; Teatro reale dell’opera di Roma; Politeama Garibaldi di Palermo; Ospedale civile di Macerata, Umberto I di Roma; Fabbricato lavanderia dell’Ospedale di Parma e moltissimi altri.

45 euro

107) FERRAMENTA TELEFONI RIVENDITOR RUBINETTERIA OLIATORI INGRASSATORI AUTOMOBILI MOTO

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IMG_4692_clipped_rev_1Ditta Piccoli & C.

Articoli Tecnici Piccoli & C. Milano, Via Cappellini, 7

Milano, Stabilimento G. Modiano, S. data (ma 1920 circa)

In 8° (quadrato); 216 pp. Brossura editoriale, qualche segno del tempo. Titolo in nero a rilievo al piatto anteriore entro cornice liberty in rilievo. Rarissimo catalogo campionario dei prodotti della Ditta Articoli Tecnici Piccoli & C. di Milano che fu fu uno dei più grandi rivenditori milanesi di oliatori, ingrassatori, ingrassatori, oliatori per auto e moto, depuratori d’olio, cinghie per motori, cementi, rubinetti, injettori, manometri, idranti, pompe idrauliche, spazzole metalliche, carrelli e carriole, telefoni, lampade, ventilatori, strumenti meccanici ecc. Raro.

50 euro

108) TALLONE TALLONIANA ARTE GRAFICA LETTER-PRESS EDZIONI RARE COMO MILANO ALPIGNANO

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IMG_4724_clipped_rev_1Saggio Carlo,

I Quindici Misteri e un’elegia, Vita e Poesia di un Umanista Milanese,

Alpignano, Tallone Editore Stampatore, 2002

In 4°; (140) pp. Legatura editoriale con titolo impresso in nero su sopraccoperta editoriale. Il IMG_4727_clipped_rev_1volume è inserito in una camicia con titolo al dorso ed entro una custodia un cartoncino rigido. Esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione. Esemplare in tiratura limitata di 270 esemplari, il nostro è l’esemplare numero 107. “Questo volume, composto a mano con caratteri Caslon elzeviriani, tratti dalle matrici originali settecentesche, è stato impresso in duecentosettanta copie su velina avorio Magnani di Pescia. Sessanta copie, inoltre, sono state tirate su carta allestita espressamente ad Amalfi dalla Carteria Ferdinando Amatruda e diciotto su carta della Cina. Finito di stampare in Alpignano nell’Officina tipografica Tallone nel mese di dicembre 2002.”. Seconda edizione dopo la prima del 1955 di questa pubblicazione talloniana che raccoglie alcuni scritti del noto poeta, critico e traduttore milanese, Carlo Saggio. Raro.

120 euro

109) LINGUA EBRAICA RELIGIONE EBRAICA EBRAISMO CULTURA EBRAICA LIVORNO STAMPATORI PIRKEI AVOT

IMG_4718_clipped_rev_1Pirkei Avot. Trattato Morale. Traduzione degli eccellenti signori MM. RR. ; Simon Calimani e Jacob Saraval, fatta nella loro gioventu’, nuovamente corretta …

(Livorno, Eliezer Menahem Ottolinge, 1832)

In 12°; (88) pp. Legatura in brossura coeva, manca il dorso ma l’opera non èIMG_4717_clipped_rev_1 slegata e si presenta in buone condizioni di conservazione. Antica nota di possesso privata al piatto anteriore ed al margine alto del frontespizio. Testo in italiano e ed in lingua ebraica. Rarissima edizione, come tutte quelle in lingua ebraica stampate in Italia, del “Pirkei Avot” celebre raccolta di massime rabbiniche raccolte sotto il titolo che rappresenta la più antica raccolta di dichiarazioni etiche della Mishnah. Quest’opera è l’unico trattato che non ha contenuto halakhico (legale), ma è composto esclusivamente da epigrammi e insegnamenti morali attribuiti a generazioni di saggi. L’Avot è il più popolare nella letteratura talmudica. Fin dai tempi gaonici (dal settimo all’undicesimo secolo) quest’opera è stata studiata ogni sabato dopo la Pasqua fino a Rosh Hashanah. Il testo è incluso nel Siddur, il libro di preghiere quotidiane ed è stato pubblicato in numerose edizioni con molti commenti e traduzioni. Rarissima edizione stampata a Livorno da Eliezer Menahem Ottolinge nel 1832.

240 euro

110) RITO ITALIANO LINGUA EBRAICA RELIGIONE EBRAICA EBRAISMO CULTURA EBRAICA STAMPATORI SEDER TEFILAH KE-FI MINHAG

IMG_4721_clipped_rev_1SEDER TEFILAH KE-FI MINHAG ITALIA. Formulario delle Orazioni degli Israeliti, Secondo il rito italiano.

Vienna, Apresso Francesco Nobile deSchmid et J. J. Busch, 1847

In 8°; 104 cc. Legatura coeva in mezza-pelle muta con piatti foderati da carta marmorizzata coeva marrone. Qualche pagina con lieve foxing e nel complesso esemplare in buone condizioni di conservazione. Frontespizio in italiano ed ebraico e testo in ebraico. Rarissima edizione, un solo esemplare censito in ICCU, di questa celebre opera che raccoglie il celebre rito ebraico italiano. Le usanze e i riti religiosi degli ebrei di rito italiano hanno rappresentato un legame tra le tradizioni ashkenazite e sefardite ed infatti hanno somiglianze con ambedue le tradizioni. Il rito italiano si avvicina in molti aspetti alle usanze dei Romanioti. Per la precisione in Italia si sono sviluppate differenti tradizioni sul territorio italiano con differenze fra i rituali seguiti a Roma e nelle zone del nord Italia. In IMG_4720_clipped_rev_1via di massima, gli ebrei di rito italiano seguono le stesse regole dei sefarditi, in quanto accettano l’autorità di Isaac Alfasi e dello ShulchanAruch in contrapposizione alle usanze ashkenazite codificate da Moses Isserles (il Rema) anche se i loro riti sono differenti da ambedue le tradizioni. La ragione per la quale il rito italiano abbia queste caratteristiche peculiari potrebbe derivare dal fatto che l’Italia è stato uno dei centri principali della prima stampa ebraica. E’ probabile che questo fatto abbia permesso al rito italiano di mantenere una sua autonomia rispetto ai libri di preghiere standard “sefardita” o “ashkenazita”. Si è arrivato a sostenere che proprio il rito italiano contenga gli ultimi resti della vera tradizione ebraica giudeo/galilea mentre gli altri due riti si rifacciano in modo maggiora alla tradizione babilonese. Proprio per questa ragione il rito italiano è stato spesso stampato anche fuori dall’Italia. Edizione assai rara e ricercata. Rif. Bibl.: IT\ICCU\PUV\1182210.IMG_4722_clipped_rev_1

300 euro

111) SATIRA POLITICA PRIME EDIZIONI MILANO BISCOTTINO BISCOTTIN CULINARIA GASTRONOMIA OSTERIE

IMG_4713_clipped_rev_1Tasca Ottavio,

Invito d’un Biscottinista alla predica d’Un Gesuita,

(S. luogo, S. stampatore forse Capolago, 1847)

In 8°; 22, (1) pp. Brossura muta azzurra. Al frontespizio vignetta raffigurante satirica un Gesuita che spegne un moccolo. Alcune pecette nel testo con correzioni a stampa. Ottime condizioni di conservazione. Prima ed unica rarissima edizione di questo scritto del noto poeta e polemista milanese, Tasca Ottavio Giulio Maria (3 marzo 1795 a Bergamo – Seriate il 29 dicembre 1872) che fu a lungo corrispondente di Ugo Foscolo. Ottavio Giulio Maria Tasca è stato un importante personaggio della cultura italiana, noto per il suo ardente impegno nella letteratura e nel dibattito sociale del XIX secolo. Tasca crebbe in un contesto culturale vivace, che influenzò notevolmente la sua formazione e le sue idee. Si dedicò con passione alla scrittura, intraprendendo una carriera che lo avrebbe portato a diventare un autore e un critico rispettato. A lui si deve una serie di scritti che hanno per protagonista i frequentatori di una celebre osteria detta del “Biscottin”. Tale fu il successo di questa figura che intorno ad essa, si formò un movimento letterario e culturale nel quale i temi letterari si sposano dalla promozione del dolce tradizionale e dalla valorizzazione delle ricette regionali lombardi. Negli scritti di Tasca le citazioni dei piatti tipici sono sempre presenti. Si legge ad esempio in quest’opera “Era del Biscottino un cameriere, Che a lui dei piatti ripetè la lista: Ragout, beef-steakes, salmì, fritti a piacere, Lepre, Capponi, costolette a vista, Funghi, tartufi e di tacchino un quarto: Piatti degni di lei, nulla di scarto. Quanto al dessert, stracchin di Gorgonzola, Il re di quanti ve ne son stravecchi …, E l’altro: “Ho inteso; ad allestirmi vola, Un cappone, tartufi, e due bistecchi. Che tutto sia ben fatto e dopo predica, con gran piacer ne accetterò la dedica. […] [Il Gesuita] Fa il segno della croce, e in atto austero, Biascica pater-nostri in ginocchione: Ma tutto a un tratto invadongli il pensiero, I Beef-steaks, i tartufi ed il cappone; E a tale idea, che dolce il cor gli tocca, La gioia ha in volto e l’acquolina in bocca.”. Gli scritti di Tasca erano caratterizzati da uno stile accattivante, che combinava elementi di descrizione gastronomica con riflessioni profonde sulla società. Oltre a questa specifica produzione letteraria, Tasca fu anche un attivo partecipante al dibattito pubblico dell’epoca, contribuendo a riviste e giornali locali in cui esprimeva le sue opinioni sulle questioni sociali e politiche dell’Italia preunitaria. La sua esperienza e il suo background lo resero un osservatore attento delle trasformazioni che interessavano il paese, e le sue opere riflettono questo dinamico contesto. Ottavio Giulio Maria Tasca morì a Seriate il 29 dicembre 1872, lasciando un’eredità culturale significativa. La sua capacità di intrecciare gastronomia e identità culturale rimane un punto di riferimento nel panorama della letteratura italiana, confermandolo come un intelettuale che ha saputo cogliere il valore delle tradizioni e dei modi di vivere del suo tempo. Scrive Gianluca Albergoni nella voce dedicata a Tasca, Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 95 (2019) “Quel che è certo è che con l’aprirsi della stagione delle riforme inaugurata dall’elezione di Pio IX, Tasca ruppe ogni indugio, trovando probabilmente la cifra a lui più congeniale per esprimere sia la sua verve poetica, sia il suo orientamento politico. Prese allora avvio una stretta collaborazione con la Tipografia Elvetica di Capolago, che nella seconda metà del 1846 si compì con la stampa anonima della Lettera d’un Biscottinista milanese da Roma al suo Presidente in Milano. I suoi «assalti alla canaglia biscottinesca» (lettera di Giacinto Battaglia a Tasca, 6 settembre 1846, in C. Caversazzi, Lettere di vari…, p. 27) erano composizioni in versi di tono satireggiante che prendevano di mira – secondo una tradizione inaugurata da Carlo Porta – la parte più retriva e bigotta, nonché gesuitica e austriacante, della società aristocratica milanese coeva, che l’autore mostrava risentita e preoccupata dalle riforme di Pio IX. La produzione satirica di questi due anni (compreso l’Invito d’un Biscottinista… e altre analoghe) riscosse un notevole successo tanto da indurre Tasca ad approntare rapidamente una seconda edizione in 4.000 copie della Lettera, un migliaio delle quali cercò di smerciare in Piemonte con l’aiuto di Lorenzo Valerio.”. Raro. Rif. Bibl.: Per il nome dell’autore e la presunta data di pubblicazione, cfr.: IT\ICCU\IEI\0152376; G.B. Montarolo, Bibliografia del risorgimento italiano: opere anonime e pseudonime, 1881, p. 19.

290 euro

112) LETTERATURA RUSSA PRIME EDIZIONI ITALIANA TEATRO CLASSICI DELLA LETTRATURA RUSSA

IMG_4712_clipped_rev_1Puškin Aleksandr Sergeevič,

Boris Godunof: poema drammatico di Alessandro Puskin; prima versione italiana con prefazione e note di Cesare Bragaglia,

Milano, E. Sonzogno, 1883

In 8° piccolo; 91, (5) pp. Brossura editoriale. Prima non comune edizione italiana del Boris Godunov di Aleksandr Puskin. Brossura editoriale illustrata.

“Boris Godunov”, fu scritto da Aleksandr Puškin tra il 1825 e il 1826, a Michajlovskoe quando era in esilio. Opera fondamentale della letteratura russa il Boris Godunov è una delle opere più rappresentativa del dramma storico russo. La vicenda ruota attorno alla figura di Boris Godunov, zar di Russia, e agli eventi tumultuosi del suo regno. La scrittura dell’opera fu influenzata dall’interesse di Puškin per la storia russa e dai suoi studi sulla tradizione teatrale. Le vicende editoriali del “Boris Godunov” sono complesse. Inizialmente, Puškin non intendeva pubblicare il dramma in forma di libro, ma piuttosto di farlo rappresentare sul palcoscenico cosa che però non riuscì mai a fare nel corso della sua vita. Dopo vari tentativi di adattamento, l’opera venne finalmente messa in scena nel 1870, ben dopo la morte di Puškin, e riscosse un notevole successo. La prima pubblicazione avvenne nel 1831, ma fu modificata per cercare di adattarsi alle aspettative del pubblico e ai vincoli imposti dal regime zarista dell’epoca. Un elemento distintivo dell’opera è la sua struttura, che alterna diverse forme poetiche e incorpora il linguaggio popolare russo, rendendo l’opera accessibile e immediata. “Boris Godunov” ha influenzato non solo i generi teatrali russi, ma ha anche ispirato compositori, come Modest Musorgskij, che ha realizzato un’opera lirica basata sul dramma di Puškin. Oggi, “Boris Godunov” è considerato un capolavoro della letteratura russa, studiato e rappresentato in tutto il mondo per la sua profonda analisi del potere e della responsabilità. Prima rara edizione italiana. Rif. Bibl.: IT\ICCU\CAG\0043265.

150 euro

113) STORIE MACABRE ORRORE MORTI VIVENTI CIMITERI MORTE RARITA’ BIBLIOGRAFICA LEONZIO

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Operetta bellissima e curiosa la quale tratta di un uomo per nome che stava sempre in allegria.

Novara, Presso Giuseppe Rosario, S. data ma 1820 circa

In 16°; 8 pp. Legatura coeva in cartoncino molle. Ex-libris privato applicato all’interno del piatto anteriore. Un leggero alone. Rarissimo libercolo volante che ripercorre la storia di Leonzio, ricco proprietario che dopo aver trovato una testa di morto in un cimitero, iniziò a canzonarla e poi la calciò ed iniziò a ridere. Invitò poi, per sfida, l’anima del defunto a presentarsi al suo bachetto se veramente le anime esistono. Il morto poi si presentò veramente alla festa e trascinò l’anima del povero Leonzio all’inferno mentre delle bestie gli sqartavano il corpo. Macabra storia in rarissima edizione, nessun esemplare censito in ICCU.

70 euro

114) EBREI PALESTINA GERUSALEMME MEDIO ORIENTE EBRAISMO RELIGIONE EBRAICA TERRA SANTA PRIME EDIZIONI FIRST EDITION

   IMG_0497_clipped_rev_1IMG_0502_clipped_rev_1IMG_0498_clipped_rev_1 IMG_0501_clipped_rev_1 IMG_0506_clipped_rev_1 IMG_0503_clipped_rev_1  IMG_0505_clipped_rev_1  IMG_0500_clipped_rev_1  IMG_0495_clipped_rev_1Laillier Theodore,

Antiquites Judaiques, Histoire Archeologie, Plans et Monuments par Theodore Laillier,

Paris, En Vente Chez L’Auteur, 77bis, Avenue de Breteuil, S. data (ma 1880 circa)

In folio oblungo (55,5×47 cm); (42) cc. nn. Legatura coeva editoriale in mezza tela verde con titolo e fregio  impreso in oro al piatto anteriore. Una piccolissima ed ininfluente mancanza di carta al margine esterno alto di carta 17. Qualche macchiolina di foxing, più intense al frontespizio ed alle prime pagine, dovute alla qualità della carta, alcuni piccoli forellini al margine bianco basso delle prime due carte, ininfluente e per il resto in buone condizioni di conservazione. Esemplare ancora in barbe. L’opera vene stampata su carta forte. Prima rara e completa edizione, ancor più rara a reperirsi completa dei piatti originali, di questo interessante studio illustrato dedicato alla storia, all’archeologia, ai costumi, festività ed ai monumenti degli ebrei e della terra di Israele. Il volume presenta 23 magnifiche e grandi tavole che riproducono templi, planimetrie, monumenti e avvenimenti legati alla storia del popolo ebraico. Il volume si apre con la storia di Mosè. Seguono poi capitoli dedicati a: Il tempio di Gerusalemme, Salomone, “Le Sanhedrin”, “Ville de Ninive”, “Tombeau de Rachel”, “Le Sabbat”, “La Paque”, “Rejouissances et Festins des Juits  pendant la fete des Tabernacles”, “Repudation, Divorce”, “Ville de Nazareth”, Ceremonie du Mariage de la Sainte Vierge”, “Formule des IMG_0504_clipped_rev_1contrats de Mariage des Hebreux”, “Transfiguration de N.=S. sur le Mont=Thabor”,  “Sepulcre ou Tombeau de N. =S. Jesus=Christ”, “Montaigne des Oliviers”, “Explication de quelques Monnaies et medailles des Juifs” (con tavola delle monete). Alla fine del volume tavola cronologica della lista cronologica dei Re dei “Liste Chronologique des Rois des Hebreux, les israelites n’ont commence a avoir des Rois que depuis Saul”, “Rois de Juda”, “Rois d’Israel”, “Listes de s Macchabees, ou des  PrincesAsmonees qui ont Gouverne la Republique des Juifs en qualite de Princes et de Grands Pretres Jusqu’au regne d’Herodote le Grand”, “Liste Chronologique des Grands Pretres des Hebreux”, “Table chronologique de l’Histoire de la creatione du Monde”. Le ultime quattro pagine sono infine dedicate alla spiegazione del calendario ebraico.  Opera molto rara ed ancora in barbe. Le tavole illustrate sono opera di Aveline, Scotie ed altri. Rif. Bibl.: 313251963;IMG_0499_clipped_rev_1

600 euro

115) ETTERATURA ITALIANA PRIME EDIZIONI

31


Pasolini Pier Paolo

Teorema

Milano, Garzanti, 22 marzo 1968

In 8°; 203, (5) pp. Legatura editoriale in tela rossa con sopraccoperta editoriale con titolo al piatto anteriore e ritratto dell’autore al piatto posteriore. All’interno conservato un articolo di un giornale del 1968 con articolo di Pasolini. Esemplare in ottime condizioni di conservazione. Prima edizione, ne esistono altre 3 uscite nello stesso anno, di questo celebre romanzo di Pasolini (Bologna 1922 – Ostia, Roma 1975) dal quale poi venne ricavato l’omonimo film che rappresenta l’impegno politico di Pasolini nel 1968. Cfr.: Gambetti-Vezzosi, Bonnard, 2007 pag. 654.

70 Euro

116) ASTRONOMIA MATEMATICA CALCOLI ASTRONIMOCI FISICA ASTROLOGIA PARMA BODONIANA BODONI PRIME EDIZIONI VERONA

 Senza titolo-3Senza titolo-2Cossali Pietro,

Effemeride Astronomica ad uso comune per l’anno M.DCC. XCII calcolata da D. Pietro Cossali C. R. Professore di Astronomia, Meteorologia, e Idraulica nella R. Univers. Di Parma.

Parma, Dalla Stamperia Reale (Bodoni), (1791)

In 8° (20,5×14 cm); 24, (36) pp. Brossura coeva, qualche lieve piega e segno del tempo. All’interno in buone condizioni di conservazione. Prima edizione rara, stampata a Parma da Bodoni nei suoi chiari ed eleganti caratteri. L’opera raccoglie le “Effemeride Astronomica” del celebre matematico veronese, Pietro Cossali (Verona, 29 giugno 1748 – Padova, 20 dicembre 1815) per l’anno 1792. Di nobili origini, suo padre era il conte Benassù e sua madre la contessa Laura Malmignati, l’autore iniziò gli studi presso il collegio gesuitico di Verona dove fin dai primi ann i dimostrò una grande predisposizione per le dottrine matematiche. Fattosi teatino, probabilmente per la maggior apertura di quest’ordine verso le moderne tesi scientifiche, perfeziona i suoi studi a Milano concentrandosi particolarmente nell’eloquenza, nella teologia, nella matematica e nella fisica. E’ qui che conosce in modo approfondito gli studi di Newton, Łocke e Wolff. Nel 1770 il suo nome inizia a circolare negli ambienti accademici italiani tanto che gli viene offerta una lettura di diritto canonico all’Università di Padova, lettura che però lo stesso rifiuta, sembra, per concentrarsi completamente sugli studi scientifici. Nel 1778 torna a Verona dove fonda un’Accademia e si pone in luce come matematico e fisico. E’ in questo periodo che pubblica i primi scritti scientifici fra i quali un interessante studio dal titolo su “Su l’equilibrio esterno ed interno nelle macchine aerostatiche” nel quale l’autore dibatte sulle recenti esperienze di volo di Montgolfier che dimostra la grande attenzione di Cossali per le nuove scoperte scientifiche Senza titolo-4. Cossali fu anche uno dei primi in Italia a far alzare un pallone aerostatico in una manifestazione pubblica tenuta all’Arena di Verona. Proprio gli scritti di Cossali dedicati al volo, spinsero nel 1787, il Duca Ferdinando di Borbone ad offrire al  matematico veronese la cattedra di fisica teorica prima e poi dal 1791 quelle di astronomia, idraulica e meteorologia dell’Università di Parma poi. L’autore si impegnò fin da subito a fornire una strumentazione scientifica adeguata all’ateneo parmense che nella seconda metà del XVIII° secolo aveva visto un grande progresso didattico e di fama. È in questo periodo che le sue “ricerche si concretarono in sette volumi di effemeridi astronomiche annue (Effemeride astronomica per l’anno…, Parma 1791 e seguenti) pubblicati fino al 1804 con saggi introduttivi su temi d’astronomia generale. Altri scritti di questa fase furono le Apparenze del solare eclissi del 3 apr. 1791, Parma 1791, il Discorso… astronomico su l’eclissi del 1800 (Parma s. d.) ed il Prenuncio… sull’eclissi dell’11febbr. 1804, Venezia 1804. Il C. ottenne anche dal governo un aiuto finanziario per osservazioni su pianeti che effettuò a Milano, nell’osservatorio di Brera, e per l’istallazione d’un osservatorio meteorologico nella casa parmense dei teatini, nel quale effettuò registrazioni sistematiche pluriennali che non riuscirà mai, malgrado l’intento, a pubblicare. […]A Parma il C. s’impose tra le personalità culturali più in vista, e fu vicino alla stessa famiglia dSenza titolo-1ucale e in particolare al principe ereditario Ludovico, che in una lettera allo Spallanzani l’indicò come ispiratore di suoi esperimenti volti a smentire le tesi del naturalista sull’orientamento dei pipistrelli (un sonetto del C. al principe è a Guastalla, Bibl. Maldottiana, Fondo provenienze varie, ms. 39); inoltre il C. fu consulente governativo per questioni idrauliche., e arbitro in vertenze analoghe tra famiglie parmensi. “(da http://www.treccani.it). Con il cambiamento della situazione politica parmense, nel 1805, torna a Verona dove “si vide offrire la cattedra di introduzione al calcolo sublime nel locale liceo e la sovrintendenza a canali, ponti e strade, mentre il governo austriaco ricorse a lui per consulenze idrauliche; proseguì anche la ricerca e le pubblicazioni scientifiche” (da http://www.treccani.it). L’opera qui presentata riporta le effemeridi per l’anno 1792 con la posizione dei pianeti e delle stelle nei diversi mesi dell’anno, rendendo così possibile indirizzare gli strumenti astronomici ed individuare correttamente gli oggetti astrali presenti nel campo visivo dei telescopi. Le effemeridi erano anche ampiamente utilizzate nell’astrologia. Prima rara ed unica edizione. Rif. Bibl.: IT\ICCU\PARE\068657.

130 euro

117) ARTE GRAFICA XILOGRAFIA BOLOGNA RARITA’ BIBLIOGRAFICHE ARTISTI INCISIONE TIPOGRAFIA TIPOGRAFI AUTOGRAFI

 IMG_6976_clipped_rev_1IMG_6977_clipped_rev_1 Senza titolo-261Senza titolo-259Senza titolo-263Senza titolo-264Senza titolo-254Ricci Giulio, Ravaioli, Ratta Cesare, Aroldi Mario Aldo, Bayeli Vincenzo, Branca Remo, Cisari Giulio, Finamore Nino, Lucerni Ugo, Moreno Luigi, Pasquini Luigi, Vidris Gigi, Vettorini Sergio, Brugnoli Emanuele, Cervellati Alessandro, Baruffi Alfredo, Corsi Carlo, Girotti Romolo, Guglielmini Giulio, Montevecchi Amleto, Nardi Antonio Maria, Piancastelli Giovanni, Pietra Pietro, Santandrea Antonio, Secchi Giovanni, Sam Benelli, Mario Rapisardi, Servolini Giulio, Lucerni Ugo, Baldinelli Armando.

Albo Grafico e Illustrativo, Raccolta di Acquarelli, Acqueforti, Carboncini, Disegni a matita, a fusain, Olii, Xilografie ecc. Nel presente Albo sono inseriti ventitre lavori di dodici Artisti Bolognesi. Saggi di composizione e stampa eseguiti nella Sezione Tipografica degli Alunni dei Corsi Serali. Anno 1932-1933. XI. Fascicolo IV.

Bologna, Istituto Industriale Aldini-Valeriani in Bologna, s. data (ma 1933)IMG_6975_clipped_rev_1

In folio (49,2×34,5 cm); (66) pp. Brossura editoriale con tavola incisa da Armando Baldinelli al piatto anteriore entro cornice azzurra e la xilografia “Foot-Ball” di Ugo Lucerni al piatto posteriore. Leggere tracce di polvere ai piatti e una macchiolina di acqua al margine alto del piatto anteriore. All’interno in buone condizioni di conservazione. Rarissima opera, due soli esemplari censiti in ICCU, in tiratura di soli 60 esemplari numerati, questa è la copia numero 8, di questa importante opera xilografica. Dedica autografa del celebre artista e studioso dell’arte grafica, fra gli innovatori dell’arte grafica italiana della prima metà del XX° secolo, Cesare Ratta al grande caricaturista Umberto Tirelli. L’opera venne curata dallo stesso Ratta che formava, nella città natale di Bologna, nuove generazioni di incisori. Ratta fu il fondatore della prima cooperativa di muta assistenza dei tipografi ed una delle personalità di punta del movimento tipografico ed incisorio italiano della sua epoca. Personaggio dalle spiccate doti diplomatico fu in contatto con tutti i più grandi artisti della stampa italiana dei suoi tempi che contribuirono a più riprese ad illustrare le sue pubblicazioni. La sezione bolognese della Federazione italiana dei lavoratori del libro lo designa a presiedere la commissione che sta progettando di realizzare una scuola professionale per la città, come già hanno fatto Milano e Torino. È l’inizio di un’avventura difficile ma appassionante, che coinvolge il comune, alcuni industriali del settore e persino un bibliotecario esperto come Albano Sorbelli. Ratta si dà da fare Senza titolo-262come non mai per reperire fondi e convincere gli scettici, fino a che, dopo cinque anni, nel 1913, la Scuola finalmente apre.Gli insegnanti non hanno titoli accademici, sono semplicemente operai esperti del lavoro, che mettono a disposizione le conoscenze pratiche acquisite negli anni. Ben presto, oltre ai giovani da avviare alla professione, la scuola accoglie, di sera, gli adulti che già lavorano, perché, come scrive Ratta, occorre “integrare e perfezionare l’ordinaria istruzione pratica che l’operaio riceve in officina, insegnandogli quei processi razionali, quelle formule, quelle finezze di lavoro, che nell’affrettata produzione industriale egli non ha agio di imparare” (da Re-R). Nella sua scuola si formarono numerosi artisti. Il raro volume qui presentato si avvale delle incisioni di alcuni dei maestri dell’arte incisoria italiana come Cisari, Bayeli, Remo Branca, Cervellati, Aroldi, Baldinelli, Servolini ed altri. Il volume si avvale di due interessanti scritti dedicati all’arte tipografica ed ai tipografi, scritti da Sam Benelli “Il Canto dei Tipografi” e da Rapisardi “La Stampa”. Opera assai rara ed fra le più rare fra gli albi editi da Ratta. Rif. Bibl.: IT\ICCU\UBO\1616059.

140 euro

118) NAPOLI DIRITTO PENALE CRIMINALE REGNO DI NAPOLI GIURISTI PRIME EDIZIONI

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Grimaldi Gregorio,

Istoria delle Leggi e Magistrati del Regno di Napoli. Tomo I – II – III. In cui si contiene la polizia delle Leggi e de’ Magistrati di questo Regno sotto a’ Romani, Goti, Greci, Longobardi, e Normanni. oltre de’ Riti della G.C. della Vicaria compilata per Ordine della Regina Giovanna II, si contiene la Polizia delle Leggi, e de’ Magistrati di questo Regno sotto al Dominio de’ Re Alfonso I e Ferdinando I. [In cui si contiene la polizia delle Leggi e de’ Magistrati di questo Regno sotto al dominio degl’Imperadori Errico V, Federigo II, Corrado, e del Re Manfredi della Casa di Svevia, e di Carlo I, e Carlo II, d’Angiò.] [In cui si contiene la polizia delle Leggi e de’ Magistrati di questo Regno sotto al dominio de’ Re Roberto, Giovanna I, Carlo III di Durazzo, Ladislao, e Giovanna II]

In Lucca (i.e. Napoli), S. stampatore, 1731-1733. In Napoli, Nella stamperia di Angelo Vocola e Fontana Medina, 1736 per il terzo volume.

In 4° (26,5×20,5 cm); tre tomi: (8), VIII, 427, (1), (2 b.) pp., (10), 484, (2), (2 b.) pp., (10), 512, (2), (2 b.) pp. Primi tre tomi di opera in quattro tomi, l’ultimo tomo uscì però, quasi trent’anni dopo l’uscita del terzo volume, nel 1759. Una nuova serie di volumi curata da Ginesio Grimaldi, fratello Gregorio, andò ad integrare l’opera negli anni seguenti arrivando a creare un’opera in dodici volumi. Tutti i volumi dell’opera sono rari a reperirsi. Ogni volume è una monografia a se stante che analizza un determinato periodo storico. Legature coeve in cartoncino d’attesa, qualche difetto ai dorsi (in parte lacunoso quello del primo volume ma volume solido e ben legato). Un leggero alone alle prime 6 carte e qualche leggerissima brunitura nel primo volume, Un piccolo tunnel di tarlo al margine interno bianco, delle prime 10 carte e nel margine alto, delle ultime 30 carte, del tutto ininfluenti, del secondo volume che presenta un leggero foxing sparso nelle pagine dovuto alla qualità delle carte. Il terzo volume presenta una leggera brunitura diffusa, dovuta alla qualità napoletana della carta utilizzata. Per il resto, nel complesso, esemplare in buone condizioni IMG_5513_clipped_rev_1di conservazione e raro a reperirsi, ancora in barbe. I volumi rappresentano l’opera più importante del celebre giurista nato a Napoli l’8 maggio del 1694 (morì a Marsala nel 1767). Figlio di uno dei principali esponenti del mondo intellettuale napoletano, amico di Piero Giannone (con il quale ebbe una diatriba proprio per l’opera del figlio) e di Ludovico Antonio Muratori, vide la sua vita orientata dagli insegnamenti paterni che fin dalla giovanissima età, lo aveva introdotto non solo, allo studio della storia del diritto feudale e municipale del Regno ma anche ad una visione estremamente moderna, degli studi storiografici. Non è un caso che Gregorio ebbe come insegnante, scelto dallo stesso padre, il grande Giambattista Vico per l’istruzione storica, filosofica e letteraria, mentre a Pietro Contegna spettò di impartirgli gli insegnamenti di diritto. Giurista di grande fama, fu uno dei più celebri del suo tempo, nonostante l’ingombrante presenza del padre, giurista a sua volta di grande caratura. All’uscita del primo volume dell’opera “In città corse la “congettura non mal fondata” che l’idea e il piano dell’opera fossero di Costantino: Giustiniani (p. 145) ne aveva conferma dal proprio padre, al quale Ginesio lo “avea ingenuamente ben mille volte confessato”. L’intento ispiratore dell’iniziativa era di riscrivere la Istoria giannoniana espungendone i “veleni” e rafforzandone gli aspetti giuridici ed eruditi. Rispetto al modello risultano infatti più dettagliate le parti dedicate al diritto romano (t. I, libro I) e al diritto feudale (t. I, libro IV), mentre gli elementi di critica storica furono sottoposti alle correzioni di Matteo Egizio. Nel corso della revisione Egizio ritenne di aver scoperto numerosi errori di Giannone e fornì il materiale a Sebastiano Paoli, che lo riversò nelle anonime Annotazioni critiche sopra il nono libro del tomo II dell’Istoria civile, Lucca (ma Napoli) 1731” Treccani. Opera non comune. Rif. Bibl.: ICCU IT\ICCU\VEAE\000827.

190 euro

119) MILITARIA STORIA MILITARE STORIA LOCALE PRIME EDIZIONI LOMBARDIA GUERRE D’ITALIA BATTAGLIA BICOCCA MONZA MILANO PAVIA CHIERI LANZO SIENA CERESOLE ALBA GUERRE DI RELIGIONE TATTICA

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Monluc Blaise de,

Comentari del signor Biagio di Monluc marescial di Francia tradottj dal franzese e dedicati al serenissimo principe Lorenzo di Toscana dal signor Vincenzio del sr. Buonaccorso Pitti nobil fiorentino con la tauola delle cose notabili

In Fiorenzanel la stamperia de’ Sermartelli, 1630 (In Fiorenza, appresso Bartolommeo Sermartelli, e fratelli, 1630)

In 4° (21,5×14,7 cm); 691, (53) pp. ed un frontespizio inciso. Legatura coeva in piena pergamena con titolo impresso in oro al dorso. Tagli leggermente spruzzati. Bellissime iniziali xilografiche. Testatine e finalini ornati. Antica nota di possesso privato anticamente cancellata al frontespizio ma ancora in parte leggibile “Di Vecel (?)”. Piatti interni foderati con bela carta marmorizzata coeva. Magnifico frontespizio archiettonico con nella parte alta, grande stemma di Lorenzo de Medici. Esemplare in buoIMG_5604_clipped_rev_1ne-ottime condizioni di conservazione. Prima ed unica rara edizione italiana di questo celebre scritto del famoso condottiero e scrittore francese, Biagio di Monluc, o Blaise de Lasseran- Massencome (Saint-Puy, 1502 – Estillac, 26 giugno 1577). L’opera rappresenta non solo uno scritto storico ma ancor di più, un manuale di istruzioni per i giovani ufficiali che attraverso l’esperienza direttamente vissuta dall’autore, possono trovare i modi migliori per rispondere alle necessità militari che li vede protagonisti. Infatti Biagio di Montluc, prese parte a quasi tutte le battaglie più importanti avvenute in Europa tra il 1521ed il 1577, anno della sua morte. In particolare, i commentari del secondo libro, interessano numerose località piemontesi teatro di celebri battaglie come Chieri, Lanzo, Caselle, Alba, San Damiano, Ceva, con le relative descrizioni geografiche delle cittadine, nozioni, per Montuc, molto utili per comprendere le strategie adottate dagli eserciti durante gli scontri. Nell’opera l’Autore include anche una descrizione della difesa di Siena contro l’attacco degli imperiali nel 1556 nella quale l’autore rivestì un ruolo di primissimo piano. Monluc, proveniente da una nobile famiglia, caduta in IMG_5603_clipped_rev_1disgrazia, si avviò alla carriera militare, proprio per sopperire alla sua condizione, già in giovanissima età, prendendo parte alle “Guerre d’Italia” combattute dal re di Francia Francesco I contro l’imperatore Carlo V. Sotto il regno di Francesco II e Carlo IX si distinse per l’implacabile ferocia nella guerra di religione contro gli Ugonotti. L’autore prese parte alla Battaglia della Bicocca (rocca situata tra Monza e Milano) nel 1522, alla Battaglia di Pavia nel 1525, alla Battaglia di Ceresole Alba del 1544, alla guerra di Siena, come abbiamo già detto che fu combattuta tra il 1554 ed il 1559 e alle guerre di religione che infiammarono l’Europa dal 1562 al 1570. Nel 1565, in occasione del viaggio attraverso la Francia intrapreso da Carlo IX con la reggente Caterina, Monluc fu nominato Luogotenente generale della Guienna e Vice Ammiraglio della Provincia, ricevendo in feudo il Castello di Monluc da cui appunto, Blaise de Lasseran-Messancome prende il nome con il quale è più comunemente conosciuto. Nel 1574 venne nominato Maresciallo di Francia. Prima ed unica rara edizione italiana, in buone-ottime condizioni di conservazione. Rif. BIbl.: Graesse, Tresor de Livres Rares et Precieux, IV – 593 (la I ed. del 1592); ICCU IT\ICCU\TO0E\002605.

550 euro

120) NUMISMATICA MEDAGLIE SAVOIA CASA SAVOIA ZECCA TORINO INCISIONI

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Galeani Napione di Cocconato Gian Francesco,

Storia metallica della Real Casa di Savoia

(Torino, Dalla Stamperia Reale, 1828)

In folio (mm. 48×32 cm); (4, compresi titolo inciso da Palmieri su disegno di Boucheron e dedica), VIII, (2) pp., I-XXVII tavole numerate, (56) pp. contenenti la “Spiegazione delle medaglie”. Legatura coeva in mezza pelle con titolo e filetti in oro su tassello rosso al dorso. Qualche lieve segno del tempo e strofinatura ma nel complesso, esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione e praticamente privo delle solite macchioline di foxing presenti in quasi tutti gli esemplari. Il nostro esemplare si presenta anche a fogli ancora in barbe. Prima ed unica edizione di questa monumentale opere dedicata alle medaglie sabaude stampate fino al 1828. Antiporta inciso all’acquaforte dal Palmieri su invenzione del Boucheron. Dopo la dedicatoria e lo scritto di Napione Galeani, seguono le bellissime 27 tavole raffiguranti medaglie con effigi dei Savoia, numerate I-XXVII. Carlo Emanuele III, nel 1757, chiamò Nel 1757 Carlo Emanuele III ordinò al noto incisore Lorenzo Lavy (figlio dell’altrettanto noto Carlo), di realizzare una serie di medaglie, ognuna intesta ad un Sovrano della Real Casa. Lorenzo Levy, apprendista di Andrea Boucheron, perfezionò la sua arte presso l bottega di Thomas Germain, orefice del re di Francia al Louvre. Come ben scrive, Valentina Sapienza nella voce dedicata a Levy nel “Dizionario Biografico degli Italiani” edito da Treccani (Volume 64, 2005) “A Parigi si dedicò allo studio del disegno e del modellato, cui aggiunse, dal 1743, la pratica dell’incisione di monete e medaglie (Cultura figurativa…, III, p. 1456). A consigliarlo in tal senso, con l’obiettivo di fargli guadagnare una professionalità meglio spendibile e più redditizia, fu proprio Andrea Boucheron, con il quale Lorenzo intrattenne una fitta corrispondenza e cui inviò tutti i suoi lavori perché fossero mostrati a corte (Assandria, pp. 214 s.). Il 16 giugno 1745 rientrò a Torino; ma già nell’ottobre successivo raggiunse Roma, provvisto di una pensione mensile di 60 lire, per continuare a perfezionarsi nell’arte dell’incisione (Baudi di Vesme, p. 620). Su interessamento del cardinale Alessandro Albani fu introdotto nella bottega degli Hamerani, incisori presso la Zecca pontificia (ibid.). A Roma si applicò allo studio della medaglistica antica, colmando quel vuoto che la formazione parigina aveva reso inevitabile. Richiamato a Torino nel giugno del 1749 (ibid., p. 622), il 12 novembre dell’anno successivo fu nominato intagliatore di monete e medaglie della Zecca reale con lo stipendio provvisorio di 1000 lire annue, aumentato a lire IMG_7991_clipped_rev_11200 nel 1763, quando sostituì completamente il defunto Giovan Battista Donò (ibid., p. 622). […] Un discorso a sé merita la serie di settantasette medaglie della Storia metallica di casa Savoia (Torino, Museo civico di numismatica), iniziata nel 1757 per volere di Carlo Emanuele III e terminata solo quindici anni dopo. Per le invenzioni dei soggetti e delle leggende dei rovesci, Lorenzo fu affiancato dall’abate Francesco Berta, bibliotecario dell’Università. I coni, pagatigli solo 118 lire l’uno, rimasero sconosciuti fino a quando Carlo Felice li fece disegnare da Angelo Boucheron e incidere in rame da Pietro Palmieri per illustrare il volume curato da Giovan Francesco Galeani Napione, Storia metallica della Real Casa Savoia (Torino 1828). La serie fu completata e incisa su interessamento di Luigi Torelli, allora ministro dell’Agricoltura, industria e commercio, in visita alla Zecca nel 1864 (Uomini libri medaglieri, pp. 45-51; Popoff). “. L’opera che qui presentiamo, aveva la doppia finalità diplomatico-storica di creare un dono prezioso da lasciare ai regnanti d’Europa e a personalità eminenti e di creare una collezione che sarebbe, poi, rimasta nel corso del tempo. In realtà, dopo la morte del Duca, per le ingenti spese richieste per la coniazione le medaglie non vennero mai battute. Il progetto finì per qualche tempo nel dimenticatoio, fino a quando, alcune persone vicine al Re Carlo Felice perorò la causa di riprendere e portare a conclusione il piano dell’opera. Fu così contattato l’incisore Pietro Calmieri che finì di realizzare tutte le medaglie, che videro, però, la luce solo nel 1864 quando il ministro dell’Agricoltura, dell’Industria e del Commercio, Luigi Torelli visitò la zecca e casualmente, notò i coni inutilizzati. Interessatosi della cosa, chiese cosa fossero e quando gli fu descritto di cosa si trattasse, diede immediatamente ordine di finire il progetto. Rif. Bib.: Bassoli, Monete e medaglie nel libro antico, p. 74; Manno, I, 575.

360 euro

121) FUTURISMO PRIME EDIZIONI SICILIA RAGUSA POZZALLO POETI INCENDIARIIMG_5395_clipped_rev_1   IMG_5399_clipped_rev_1IMG_5398_clipped_rev_1

Cavacchioli Enrico,

L’incubo Velato,

Milano, Edizioni di “Poesia”, 1906

In 8° (18,8×14 cm); (9), 12-154, (6 con indice del catalogo editoriale) pp. Brossura editoriale illustrata con immagine in sanguigna al piatto anteriore opera di Romolo Romani. Una piccolissima integrazione di carta al margine alto bianco del dorso, ininfluente e nel complesso esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione, all’interno con carte bianche e forti ed ancora in barbe. Prima edizione della seconda opera del celebre commediografo, giornalista e poeta futurista siciliano, Enrico Cavacchioli (Pozzallo in provincia di Ragusa, 15 marzo 1885 – Milano, 4 gennaio 1954). Dichiarazione fittizia, come tipica della produzione futurista, di 2° migliaio, in realtà prima ed unica edizioneIMG_5396_clipped_rev_1. Cavacchioli si formò a Milano. Inizialmente influenzato dalla poetica dannunziana (che in parte non abbandonò mai), passò ben presto a quella crepuscolare. Tra i firmatari del manifesto del movimento futurista pubblicato a Parigi nel 1909, la sua produzione poetica e letteraria si prefiggeva di analizzare le tematiche della vita borghese ma trascurando gli aspetti banali e superficiali dell’esistenza umana, si concentrò sull’elemento irrazionale, illusorio, bizzarro, simbolista e assurdo della cronaca quotidiana. Nel secondo manifesto futurista “Uccidiamo il chiaro di luna!” il suo nome compare fra i poeti “incendiari” e prese parte, anche, alle tumultuose serate futuriste partecipando alle risse e tafferugli con le quali solitamente, di concludevano. Fu presente anche durante il processo per oltraggio al pudore contro il romanzo marinettiano di Mafarka il futurista. Autore di romanzi, simbolisti e grotteschi dal sapore dannunziano, come “Vamp” del 1920 e “Serenata celeste” del 1932, è nella commedie come “La campana d’argento (del 1913), L’uccello del Paradiso (1919) che la sua verve creativa e assurda si sviluppa ai massimi livelli. Con la raccolta di poesie qui presentata, Cavacchioli vinse la seconda edizione del premio di poesia, ideato da Marinetti. Scrive di lui Stefano Giornetti, nella voce dedicata a Cavacchioli nel Dizionario Biografico degli Italiano, Volume 22 (1979): “Nato a Pozzallo (Ragusa), da Vincenzo e da Silvia Federici il 15 marzo 1885, giovanissimo si stabilì a Milano, prendendo parte attiva alla vita culturale come giornalista e poeta. Le sue prime esperienze poetiche echeggiarono i modi dannunziani allora in voga, per passare in un secondo tempo a toni crepuscolari. Aderì subito al movimento futurista, attirato soprattutto dal potenziale di concreta rivolta contro la tradizione e l’accademia, e fu uno dei militanti più in vista di questa corrente d’avanguardia, con una prepotente immediatezza di sentimenti e un fascino quasi barbaro, pure muovendosi per certi aspetti ancora nel solco della tradizione”. Opera non comune da reperirsi completa della brossura editoriale (piatti e dorso). Rif. Bibl.: Salaris, p. 24.IMG_5397_clipped_rev_1

390 euro